Documento riafferma l’interpretazione avventista del libro di Daniele
25 Maggio 2022

In collaborazione con la redazione della rivista Il Messaggero Avventista.

Documento riafferma l’interpretazione avventista del libro di Daniele
25 Maggio 2022

In collaborazione con la redazione della rivista Il Messaggero Avventista.

Notizie Avventiste – Il XIV Simposio biblico-teologico sudamericano, tenuto a fine aprile presso la Facoltà avventista del Paraná (Fap), in Brasile, ha prodotto un documento finale in cui si riaffermano metodologia e interpretazione avventista del libro di Daniele. 
“È noto che il libro di Daniele, così come l'Apocalisse, è una sfida all'ermeneutica. Il suo contenuto profetico, organizzato in un linguaggio simbolico, alimenta profonde discussioni tra gli studiosi della Bibbia, che sfociano nelle interpretazioni più diverse. La Chiesa avventista, tuttavia, è chiara riguardo alla metodologia di studio del libro e alla sua comprensione, che, tra l’altro, rafforza parti importanti del corpo dottrinale della denominazione” afferma Vanessa Arba sul sito sudamericano di Notizie Avventiste.

Durante l’evento sul tema "Daniele: visioni e messaggi per il tempo della fine", il libro è stato oggetto di studio da parte dei 400 teologi, professori e appassionati della materia che hanno partecipato agli incontri. La dichiarazione è stata formulata e votata da una commissione composta dai rappresentanti del Biblical Research Institute (organismo della Chiesa avventista mondiale), dai decani delle Facoltà di teologia e da altri dirigenti avventisti.

“Il documento mostra che la Chiesa ha una direzione chiara e solida per avvicinarsi al libro di Daniele e comprenderlo” ha affermato Adolfo Suárez, rettore del Salt, aggiungendo che questa dichiarazione è utile per tutti coloro che studiano la Bibbia dal punto di vista della teologia avventista. 
Il 15 maggio, il testo è stato presentato al Consiglio plenario di metà anno della Regione sudamericana della denominazione. 
“Sappiamo che tutte le decisioni amministrative della Chiesa devono essere basate sulla Parola di Dio. E Daniele è un libro della Parola di Dio. Per questo riteniamo estremamente importante che il Consiglio plenario ascolti questa dichiarazione e venga a conoscenza di documenti di questo genere” ha sottolineato il rettore.

Il documento
Pubblichiamo di seguito il testo della dichiarazione. 
Noi partecipanti al XIV Simposio biblico-teologico sudamericano, dopo aver approfondito il tema "Daniele: visioni e messaggi per il tempo della fine", secondo questa Dichiarazione di Consenso, riaffermiamo che:

1. Il libro di Daniele è stato scritto dall'omonimo profeta vissuto nel VII e VI secolo a.C. Fu riconosciuto ispirato da diverse comunità di fede, dai suoi contemporanei, da Gesù e dagli scrittori del Nuovo Testamento, sia con esplicite citazioni sia con riferimenti (Daniele 1:1-7, 21; 5:1, 13; 6: 1, 2; Matteo 24:15; Apocalisse 1:9-18 da confrontare con Daniele 10:7-9; Apocalisse 13:1-8 da confrontare con Daniele 7:1-8, 25; 8:25).

2. Come afferma ripetutamente il testo di Daniele, il profeta ricevette rivelazioni divine attraverso sogni e visioni. Al pari delle altre Scritture, è Parola di Dio ispirata dallo Spirito Santo (Daniele 2:19; 7:2; 8:1, 2, 16; 9:23; 2 Timoteo 3:16; Ebrei 1:1; 2 Pietro 1:20, 21).

3. Il metodo interpretativo delle profezie di Daniele, evidenziato nel libro stesso, deve essere quello storicistico. Ciò significa che i fatti individuati esegeticamente nel libro hanno il loro compimento nel corso della storia. È necessario sottolineare che lo storicismo contempla già il passato, il presente e il futuro, escludendo così l’ermeneutica critica (Daniele 7:15-27; 8:15-26; 9:24-27; da confrontare con Matteo 24:15 ; Marco 1:15; Luca 21:20; Galati 4:4).

4. Nel complesso, il libro di Daniele presenta un chiaro concetto della filosofia divina della storia, che punta alla sovranità di Dio e alla redenzione dei fedeli (Daniele 1:19-21; 2:46-49; 3:26-30; 4:34-37; 5:29, 30; 6:19-28; 7:9-14; 9:24; 12:1).

5. Gesù Cristo è identificato in Daniele come il Figlio dell’uomo, il Principe, l’Unto, e come Michele, il Gran Principe. Per la sua azione redentrice, il libro converge verso la riconquista del dominio perduto fin dall’Eden (Daniele 7:13, 27; 9:25-27; 10:21; 12:1-3). Allude anche alle diverse fasi del ministero di Cristo come offerta per il peccato (Daniele 9:24), nostro Sommo Sacerdote nel santuario in cielo (Daniele 8:14; da confrontare con Ebrei 1:3; 2:16, 17; 4:14-16; 8:1-5; 9:11-28; 10:19-22), nostro Avvocato nel giudizio (Daniele 7:10, 13; da confrontare con 1 Giovanni 2:1) e come Re che viene (Daniele 7:13).

6. Il principio giorno-anno segna le profezie temporali di Daniele, che abbracciano lunghi periodi. Anche le profezie sul “tempo dei tempi e la metà di un tempo” (1.260 giorni), le 70 settimane, le 2.300 sere e mattine, i 1.290 e 1.335 giorni si basano su questo principio che è implicito, ripreso e ampliato nell'Apocalisse (Daniele 8:17, 19, 26; 10:14 da confrontare con Numeri 14:34; Ezechiele 4:6, 7; Matteo 24:15; Daniele 7:25; 8:14; 9:24-27; 12:11, 12; 2 Tessalonicesi 2:3, 4; Apocalisse 11:2, 3, 9, 11; 12:6, 14; 13:5).

7. La profezia delle 2.300 sere e mattine di Daniele 8:14 si adempì il 22 ottobre 1844, secondo il punto di partenza indicato dalla spiegazione dell'angelo nel libro, il 457 a.C. (Daniele 9:25; Esdra 7:11-25). La purificazione del santuario in cielo e il ripristino delle verità su di esso sono elementi centrali di questa profezia che segna l’inizio del giudizio investigativo pre-avvento (Daniele 9:25 da confrontare con Daniele 7:9-14; Apocalisse 12: 17; 14:6-12).

8. La teologia del santuario in cielo, così come presentata nel libro di Daniele, costituisce la chiave ermeneutica che “rivelò un complesso sistema di verità, unito e armonico” (Il gran conflitto, p. 332). Pertanto, la comprensione di questo insegnamento biblico ha sostenuto lo sviluppo dottrinale e ha plasmato l'identità e la missione della Chiesa Avventista del Settimo Giorno (Daniele 8 da confrontare con Esodo 25:8, 40; Levitico 16; Ebrei 8:1, 2; 9:23; Apocalisse 10; 14:6-12).

9. Il libro di Daniele rivela, in modo esplicito e implicito, gli episodi e gli esiti del grande conflitto tra Cristo e Satana, iniziato in cielo e spostatosi sulla terra, dove si sviluppa fino allo sradicamento del male e alla liberazione dei figli di Dio (Daniele 1:1, 2; 10:12, 13; 12:1, 2).

10. Il profeta Daniele e i suoi amici sono un esempio di stile di vita e di testimonianza per il popolo di Dio. I loro valori devono essere insegnati negli ambienti familiari ed educativi, al fine di formare una generazione fedele e impegnata nella missione (Daniele 1:8; 3:16-18; 6:10; 9:1-19; 12:17; da confrontare con Apocalisse 14:1-5).

11. Ellen White incoraggia lo studio continuo del libro di Daniele in connessione con quello dell'Apocalisse (Il gran conflitto, p. 269), per identificare i pericoli degli ultimi giorni (Testimonies for the Church, vol. 6, p. 133), esporre la fede (I Tesori delle Testimonianze, vol. 2, pp. 410, 411 versione spagnola) e sperimentare un risveglio spirituale (Testimonianze per i ministri, p. 92).

12. Lo studio e la diffusione della conoscenza di Daniele nel contesto del tempo della fine adempie una profezia annunciata, secondo cui la conoscenza sul suo libro sarebbe aumentata. Pertanto, rinnoviamo il nostro impegno a esaminarlo alla luce di tutta la Bibbia, specialmente in relazione con il libro dell'Apocalisse. Come Cristo ci esorta (Matteo 24:15), è necessario approfondire e ampliare la conoscenza di questo libro profetico che è cruciale per la Chiesa in mezzo alle sfide presenti e future (Daniele 12:4, 9 da confrontare con 2 Tessalonicesi 2:10).

[Fonte: Chiesa avventista sudamericana]

 

 

 

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