Docuserie San Patrignano: polemiche, fragilità dei “tossici”, contraddizioni di noi tutti!
5 Gennaio 2021


Cosima Spender ha curato la regia della docuserie Netflix sulla Comunità di recupero dalla tossicodipendenza più grande d’Europa. Nonostante le sue intenzioni e il successo di pubblico e di critica, gli attuali responsabili della Comunità e diversi di coloro che ne furono ospiti classificano la narrazione come parziale e lontana dalla realtà dei fatti.

Nel periodo fra gli anni ’70 e ’80 in cui l’eroina esplose nel nostro paese in tutta la sua terribile e devastante virulenza, i metodi del fondatore Vincenzo Muccioli, spesso duri, riuscirono a portare serenità in molte famiglie disperate e a cambiare il destino di tanti ragazzi. Nonostante ciò all’interno di “SanPa” accaddero alcuni episodi controversi.

Le contraddizioni e le sfumature, le luci e le ombre, esistono anche nella vita di ciascuno di noi e non solo nella storia della società di cui facciamo parte.

A questo proposito l’apostolo Paolo, parlando di se stesso, scrive: “Noi certo sappiamo che la Legge è spirituale. Ma io sono un essere debole, schiavo del peccato. Difatti non riesco nemmeno a capire quel che faccio: non faccio quel che voglio, ma quel che odio. Però se faccio quel che non voglio, riconosco che la Legge è buona. Allora non sono più io che agisco, è invece il peccato che abita in me. So infatti che in me, in quanto uomo peccatore, non abita il bene. In me c'è il desiderio del bene, ma non c'è la capacità di compierlo. Infatti io non compio il bene che voglio, ma faccio il male che non voglio. Ora, se faccio quel che non voglio, non sono più io ad agire, ma il peccato che è in me. Io scopro allora questa contraddizione: ogni volta che voglio fare il bene, trovo in me soltanto la capacità di fare il male. Nel mio intimo io sono d'accordo con la legge di Dio, ma vedo in me un'altra Legge: quella che contrasta fortemente la Legge che la mia mente approva, e che mi rende schiavo della legge del peccato che abita in me. Eccomi dunque, con la mente, pronto a servire la legge di Dio, mentre, di fatto, servo la legge del peccato. Me infelice! La mia condizione di uomo peccatore mi trascina verso la morte: chi mi libererà? Rendo grazie a Dio che mi libera per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore” (Lettera ai Romani 7:14-25).

 

Intervista di Mario Calvagno al pastore avventista Daniele Benini.

 

 

 

Foto di Лечение Наркомании da Pixabay

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