Radio Rvs ricorda la Riforma protestante con una serie di programmi.
Notizie Avventiste – L’ultimo giorno di ottobre è una ricorrenza importante per le chiese protestanti. È la Festa della Riforma. Il 31 ottobre del 1517, infatti, Martin Lutero affisse le sue 95 tesi sulla porta della chiesa del Castello di Wittenberg.
“Questa data è convenzionalmente considerata l’inizio della Riforma protestante. Nelle sue tesi, Lutero metteva in discussione la vendita delle indulgenze e il conseguente scandaloso sistema di inganno del popolo e della povera gente. Un tariffario per cancellare i peccati e per ottenere il perdono – perdono che, per Lutero e per le chiese riformate, è esclusivo appannaggio di Dio – era lo strumento per setacciare fondi per costruire la Basilica di san Pietro, anche se molte entrate servirono poi a saldare debiti…” leggiamo su nev.it.
“La Festa della Riforma ha una data certa, storica, dalla quale partono dispute, persecuzioni, rinnovamenti e rinascite. Questa storia ci ricorda che la chiesa, o potremmo dire il cristianesimo, è sempre in continua trasformazione: ecclesia semper reformanda” prosegue Nev nel suo articolo.
Radio Rvs dedica una serie di programmi alla Riforma protestante, in particolare ai punti fondamentali del suo pensiero teologico. I podcast sono disponibili su hopemedia.it.
Ecco le trasmissioni già andate in onda (cliccare sul titolo per aprire e ascoltare il podcast):
– Una Riforma necessaria. Introduzione al tema.
– Sola Scriptura, uno dei capisaldi della Riforma protestante. Il desiderio dei riformatori non era quello di respingere la Chiesa, ma di eliminare superstizioni e abusi.
– La salvezza è per Sola Gratia, non per opere! Possiamo essere resi giusti gratuitamente, per dono di Dio, attraverso la grazia, cioè mediante la redenzione che troviamo soltanto in Gesù Cristo.
– Solus Christus ci ha tanto amati da donarci la sua vita! Soltanto Cristo ci salva e solo in lui va riposta la nostra fede. “Infatti c’è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo” (1Timoteo 2:5).