Spesso un nuovo incarico comporta cambiamenti che sconvolgono la vita del coniuge e dei figli. Il coraggio invisibile delle famiglie che seguono la chiamata.
Becky St. Clair – L’applauso può essere forte, il momento pieno di promesse, ma ciò che segue l’annuncio della Commissione di nomina all’Assemblea Mondiale della Chiesa spesso segna l’inizio di un viaggio, di un cambiamento di vita non solo per il dirigente nominato, ma anche per la famiglia che rimane in silenzio dietro di lui.
Per molti, accettare un nuovo incarico da parte del coniuge significa più di un’apparente “avanzamento professionale”, vuol dire sradicare una vita costruita con cura. Significa lasciarsi alle spalle la casa, la comunità ecclesiale, gli amici e, a volte, anche imparare un nuova lingua e affrontare una nuova cultura. Queste persone spesso lo fanno con forza silenziosa, lanciandosi verso l’ignoto, guidate dalla fede e da un senso condiviso di vocazione. Ma non vuol dire che sia facile.
Avevamo poche ore per decidere
Loida Pamplona ha studiato medicina a Madrid. Quando si è sposata, è andata a vivere a Valencia dove ha conseguito la specializzazione in ostetricia e ginecologia. Da sette anni lavora in un ospedale vicino a casa sua. Dopo aver avuto il primo figlio, è rimasta a casa per un anno. “Ho messo la carriera al secondo posto per la mia famiglia, e sono sicura al 100% che sia stata una buona decisione” ha affermato.
La scorsa settimana, durante l’Assemblea Mondiale della Chiesa avventista, il marito di Loida, Samuel Gil Soldevilla, è stato nominato direttore associato delle Comunicazioni presso la sede mondiale della denominazione (Conferenza Generale), negli Stati Uniti. Prima era il responsabile dello stesso dipartimento all’Unione spagnola, oltre a essere direttore generale di HopeMedia Spagna. Accettare il nuovo incarico significava lasciare la Spagna e trasferirsi nel Maryland.
“Abbiamo avuto solo poche ore per decidere” racconta Loida “E non ce lo aspettavamo affatto”.
Dal punto di vista professionale, per Samuel la transizione è relativamente semplice: nuovo incarico, nuovo ufficio, nuovo gruppo di colleghi. Per Loida, cambiare non è così facile, perché spesso le lauree in medicina non sono riconosciute a livello internazionale. Per poter esercitare la professione negli Stati Uniti, bisogna superare quattro esami di medicina generale e uno di inglese.
“Sarebbe difficile per me, perché sono passati molti anni da quando ho sostenuto questi esami e non ho mai praticato la medicina generale” ha spiegato Loida.
E anche se dovesse superare tutti e cinque gli esami, non potrebbe lavorare come ginecologa. Infatti, potrà farlo solo se completerà nuovamente la formazione specialistica alla facoltà di medicina. “Non mi aspetto di lavorare [negli Stati Uniti] come ginecologa” ha ammesso.
Lasciare la vita che amava
Paula Sabuin aveva una carriera consolidata come infermiera, avendo svolto la professione in Indonesia, nelle Filippine e in Corea del Sud per quasi 20 anni. Nel 2022, quando suo marito pastore, Richard Sabuin, accettò la chiamata a ricoprire il ruolo di direttore associato del Dipartimento Educazione presso la Chiesa avventista mondiale, Paula dovette abbandonare il suo lavoro di infermiera e accettare un posto nell’ufficio del Dipartimento di Comunicazione della Conferenza Generale (CG), dove ha lavorato negli ultimi tre anni. “Mi manca il mio lavoro di infermiera, perché amavo i miei pazienti” ha detto Paula.
Sradicati di nuovo
Liliam e Mario Martinelli si erano trasferiti dal Brasile alla Spagna 15 anni fa, quando lui era stato nominato direttore generale della Editorial Safeliz, la casa editrice avventista spagnola. Fu un cambiamento difficile, perché non esisteva una chiesa nelle vicinanze e non conoscevano nessuno.
“Avevamo il sogno di fondare una comunità avventista lì e, dopo sette-otto anni, abbiamo aperto una piccola chiesa che ha continuato a crescere” ha raccontato Liliam “È stato un sogno che si è avverato per me e mio marito”.
Nel corso degli anni, i Martinelli hanno sviluppato la chiesa, hanno creato un folto gruppo di amici e si sono ambientati nella vita in Spagna. La settimana scorsa, durante l’Assemblea Mondiale, Mario è stato nominato direttore dei Ministeri per le Pubblicazioni della CG.
“Questa è la cosa più difficile” ha detto Liliam “Lasciare la casa editrice, la nostra chiesa locale e i nostri amici. Ho pianto e pregato molto. Non mi piacciono gli addii”.
La donna ha raccontato che, inizialmente, suo marito Mario non voleva accettare il nuovo incarico. Pensava già di andare in pensione tra qualche anno e non voleva trasferirsi prima di allora. Ma Liliam ha sentito nel suo cuore che Dio li portava nel Maryland.
“So che il campo mondiale [della denominazione] ha bisogno dei servizi di mio marito” ha affermato “Anche con il cuore spezzato, l’ho incoraggiato ad accettare. Mi ha detto che, se io ero disposta, lo sarebbe stato anche lui, e io sono sempre pronta ad andare dove Dio mi conduce. Così abbiamo detto di sì”.
Chiamati insieme
Nonostante lo sconvolgimento e la sofferenza, le tre le donne sanno di percorrere la strada che Dio ha scelto per loro, e che il Signore le abbia preparate a questi cambiamenti addirittura prima che li vedessero arrivare. Due mesi fa, Loida aveva concluso l’estenuante processo di cinque anni per avere un posto fisso come ginecologa nel suo ospedale, in Spagna. Ciò significa che, indipendentemente da dove andrà nel corso della sua carriera, avrà sempre un posto disponibile lì, per tutta la vita.
“È una storia lunga, ma l’esperienza mi ha preparato a capire che si tratta di qualcosa di più grande di me. È qualcosa che non posso controllare, ma Dio sì”.
In queste decisioni, anche Liliam ha avvertito una presenza più grande e potente delle sue speranze o dei suoi desideri. Può essere difficile uscire dalla propria zona di comfort, ma è convinta che i coniugi siano destinati a essere partner, a sostenersi a vicenda, soprattutto nei momenti difficili, con il Signore.
“Le nostre sfide più grandi sono opportunità per Dio” ha sottolineato “Il Signore ha sempre uno scopo ed è fedele, sempre. Noi due siamo una cosa sola davanti a lui, quindi la chiamata è per entrambi, e so che Dio ha una missione anche per me”.
(Becky St. Clair è una scrittrice freelance che vive in California)
[Fonte: EUD News. Traduzione e adattamento: Lina Ferrara, caporedattrice news di HopeMedia Italia]
[Immagine di copertina: Seth Shaffer / Adventist Media Exchange (CC BY 4.0) su ANN]







