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“Sull’omicidio di Pierina Paganelli la mia impressione è che la sua adesione e quella di parte della sua famiglia alla congregazione dei Testimoni di Geova sia stata tirata in ballo senza che in realtà ci sia un collegamento certo con l’omicidio efferato. Non ci sono prove e tuttavia lo hanno detto. Ho letto che molti hanno ipotizzato un movente per cui il presunto amante della nuora Manuela avrebbe temuto che il giorno successivo (al delitto, ndr) Pierina, riferendo tutto alla congregazione, avrebbe scatenato una vendetta o una guerra o chissà che ripercussioni su Manuela. Ecco questo tipo di narrazioni è istigazione all’odio e come Centro Studi Lirec lo segnaleremo all’Osce”. Così si è espressa all’agenzia di stampa DIRE Raffaella Di Marzio, direttrice del Centro Studi LIREC (Libertà di religione, credo e coscienza).
Anche su altre vicende di cronaca nera, la stampa ha puntato il dito contro le “sette”; è accaduto qualche mese contro una comunità pentecostale in occasione della
strage familiare di Altavilla Milicia (Palermo), o più recentemente per l’omicidio di un ragazzo che aveva partecipato a un rito sciamanico.
Il grave rischio è che un’informazione superficiale e sensazionalistica rinforzi l’odio popolare contro le comunità religiose sconosciute o di minoranza, con gravi conseguenze per la libertà religiosa.
Claudio Coppini e Roberto Vacca ne hanno parlato con Raffaella Di Marzio nel corso della diretta RVS del 26 luglio 2024.