Un’avventista tra le oltre mille vittime dell’epidemia di ebola
Notizie Avventiste – Il responsabile del dipartimento Ministeri della Salute della Chiesa avventista mondiale ha esortato i dipendenti e i membri della denominazione a non viaggiare per e dai paesi dell’Africa occidentale, colpiti dall’epidemia di ebola. La raccomandazione arriva l’8 agosto, lo stesso giorno in cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato l’epidemia un’emergenza sanitaria internazionale.
Il dott. Peter Landless ha anche reso noto che i dirigenti della Chiesa mondiale lavorano con due ospedali avventisti nell’Africa occidentale per proteggere dal virus il personale e i pazienti.
L’epidemia, diffusasi in tre nazioni africane, ha già ucciso più di mille persone nel corso degli ultimi sei mesi; tra di essi anche un membro della Chiesa avventista. Joenpu Loweal era un’infermiera di 27 anni ed è morta dopo aver contratto il virus ebola mentre lavorava nell’ospedale Phebe, nella contea Bong, in Liberia.
In un’email inviata ai presidenti delle 13 regioni amministrative mondiali della denominazione, Peter Landless ha raccomandato di:
– Evitare di viaggiare dai paesi colpiti – Liberia, Sierra Leone e Guinea – verso altre nazioni fino a quando l’epidemia non diminuirà e sarà sotto controllo.
– Evitare di partecipare alle riunioni pubbliche nelle zone più gravemente colpite.
– Evitare, quando ci si incontra, di salutarsi con abbracci e con altre manifestazioni di affetto, in questo momento difficile.
“Queste raccomandazioni sono severe, ma necessarie, e ricordano quelle suggerite durante l’epidemia di Sars, alcuni anni fa”, ha spiegato Landless.
L’Oms ha dichiarato l’epidemia di Ebola un’emergenza sanitaria internazionale e ha invitato diversi capi di Stato a dichiarare lo stato di emergenza. In una conferenza stampa il direttore generale dell’Oms, Margaret Chan, ha affermato che i paesi interessati non sono in grado di gestire l’epidemia da soli.
Le attività di due ospedali avventisti in Africa occidentale sono strettamente controllati dai dirigenti della sede mondiale e dalla californiana Adventist Health International che sovrintende alle due strutture. Anche la Loma Linda University collabora nell’affrontare la crisi.
Landless ha informato che il Cooper Adventist Hospital, in Liberia, è stato designato ospedale non-ebola. Il governo liberiano ha ordinato che i pazienti sospettati di aver contratto il virus devono essere inviati in ospedali governativi appositamente designati per curare la malattia.
“Lavoriamo per garantire il più possibile la sicurezza dei pazienti e del personale, e facciamo del nostro meglio per continuare a sostenere il sistema sanitario che è sovraccarico, in questo periodo molto difficile per i territori interessati”, ha affermato Peter Landless.
I dirigenti della Chiesa monitorano anche il Waterloo Adventist Hospital, in Sierra Leone.
“Le nostre preghiere, il nostro pensiero e sostegno vanno a tutti coloro che sono stati colpiti “, ha affermato Orville Pergamena, assistente del presidente della Chiesa avventista mondiale.
Ebola si diffonde attraverso il contatto con i fluidi corporei e i tessuti delle persone infette. Sono a più alto rischio il personale sanitario e i familiari che si occupano di qualcuno infettato. Ebola ha una mortalità molto alta, fino al 90 per cento di coloro che contraggono il virus. Secondo i funzionari della sanità, questa epidemia è la più grave in 40 anni di storia del virus.
Nelle passate settimane i dirigenti della Chiesa in Africa occidentale hanno rinviato tutti i convegni in programma, tra cui un raduno dei giovani e un incontro dei Ministeri Femminili.