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"La donna impari in silenzio, con ogni sottomissione", così leggiamo nella Prima Lettera a Timoteo (2,11). Come conciliare un testo come questo – e altri simili del Nuovo Testamento – con la moderna consapevolezza dell'uguaglianza tra uomo e donna in tema di diritti e dignità? Nel corso della diretta RVS del 23 novembre 2022, Cludio Coppini e Roberto Vacca hanno intervistato il professor Filippo Alma, docente alla Facoltà avventista di teologia di Firenze. In realtà – ha spiegato il professor Alma – se poniamo la visione paolina della donna a confronto con quella prevalente nel mondo antico, il messaggio dell'apostolo Paolo risulta sì analogo per diversi aspetti, ma anche profondamente diverso per altri, per esempio quando pone eguale enfasi sull'amore maschile e femminile e sulla cura reciproca all'interno della coppia. Così facendo il messaggio di Paolo, e più in generale del Nuovo Testamento, ha posto le premesse per l'emancipazione del ruolo femminile rispetto alla società del tempo, che era patriarcale e violenta. Un messaggio che però è stato in gran parte tradito dai cristiani nei secoli successivi, che hanno riproposto una visione del mondo (e una Chiesa) profondamente misogena e patriarcale.
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