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Si dice che oggi noi italiani non siamo più quelli del Piave, che il welfare e il benessere ci hanno resi migliori ma al tempo stesso restii a batterci, come dire vulnerabili. Il pacifismo, disse Churchill nel 1934 di fronte al riarmo nazista, è una bella cosa se ci impedisce di invadere Paesi altrui, ma è un pericolo se si viene invasi. Sono totalmente d’accordo. Mi sono bastati gli anni della guerra in Bosnia per aver voglia di impugnare un mitra per difendere i civili inermi, tanto sentivo inutile la mia penna. Anche un pacifista, se assiste a un abominio, diventa una furia vendicatrice. Senza per questo essere guerrafondaio (da un articolo di Paolo Rumiz apparso su Repubblica del 12-03-2025).
D’altra parte Gesù fa appello a un approccio diverso rispetto al conflitto e al nemico: “Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due” (Mt 5:38-41). Abbiamo chiesto un parere al pastore avventista Michele Abiusi che nel corso dell’ingtervista ha riportato anche la posizione ufficiale della Chiesa avventista sull’argomento.