La Bibbia si apre con la Parola creativa di Dio e l’invito rivolto all’umanità a prendersi cura di ogni cosa con amore. Una riflessione quanto mai attuale nella Giornata nazionale del Paesaggio che si celebra il 14 marzo.
Simon Davidson – Per descrivere come Dio diede vita al mondo in Genesi 1:1, Mosè utilizzò il termine “creare”, reso in ebraico con baràh[1] che significa “creare, modellare, formare”,[2] e indica il portare all’esistenza cose che prima non esistevano2. Il termine baràh implica anche una creazione interiore nella mente di Dio. Ciò che il Signore immaginò e creò dentro di sé, lo pronunciò ed esistette.[3] La creazione rese visibili e udibili i suoi pensieri.
Il verbo baràh compare circa 50 volte nell’Antico Testamento e, come è stato spesso osservato, la divinità ne è sempre il soggetto, diretto o implicito nelle costruzioni passive. Si può quindi affermare con certezza che questa attività sia intrinsecamente divina e non possa essere compiuta o condivisa dagli esseri umani.[4]
Nel racconto della creazione, in principio non c’era nulla, poi Dio creò tutte le cose che esistono nei cieli e sulla terra. Creò senza usare materia preesistente. Colui che è al di fuori dello spazio, del tempo e della materia creò ogni cosa dal nulla.
Ebrei 11:3 dice: “per fede comprendiamo che i mondi sono stati formati dalla parola di Dio; così le cose che si vedono non sono state tratte da cose apparenti”. Il salmista aggiunge: “i cieli furono fatti dalla parola del Signore, e tutto il loro esercito dal soffio della sua bocca… Poiché Egli parlò, e la cosa fu; egli comandò e la cosa apparve” (Sl 33:6, 9).
Il racconto della creazione mostra un’intelligenza articolata all’opera, con un potere creativo capace di generare specie estremamente avanzate con una complessità crescente.
Questa parola speciale usata per il potere creativo di Dio si ritrova anche più avanti in Genesi. Dio creò i grandi esseri marini (1:21) e l’uomo a sua immagine (1:28; 5:1). Tuttavia, in seguito, dopo il diluvio, quando il peccato si era esteso su tutta la terra, scelse di dare una nuova possibilità all’umanità che aveva creato.
L’atto creativo di Dio dal nulla è menzionato in diversi punti in tutte le Scritture. In Numeri, la sovranità del Signore gli permise di intervenire nella storia creando qualcosa di completamente nuovo: la terra si aprì per inghiottire Kore, Datan e Abiram con le loro famiglie (Numeri 16:1-33). Dio mandò il suo Spirito per rinnovare la faccia della terra (Salmo 104:30). Davide invocò il Signore affinché creasse in lui un cuore e una mente nuovi, sostituendo il cuore corrotto dal desiderio per Betsabea (Salmo 51:10). Egli è colui che crea l’avversità (Isaia 45:7), secondo l’interpretazione israelitica del tempo. Dio predisse che avrebbe creato una Gerusalemme più gioiosa dopo la cattività (Isaia 65:17).
Le immagini creative del principio e della fine parlano del suo immenso potere di trasformare una situazione desolante, e portare nel mondo qualcosa di completamente nuovo e originale. Gli atti creativi di Dio ci ricordano che anche noi dobbiamo essere intenzionalmente produttivi nella nostra vita, evitando l’inerzia (Genesi 1:31; 2 Tessalonicesi 3:6-15). Questo ci aiuta a condurre una vita soddisfacente e a lasciare il mondo in una condizione migliore di quella in cui lo abbiamo trovato.
Mentre il pianeta geme dal dolore (Romani 8:22) tra inquinamento, riscaldamento globale e pestilenze mortali che affliggono l’umanità, possiamo solo guardare a Dio affinché crei qualcosa di totalmente nuovo. Le sue opere del passato ci donano speranza per guardare oltre i tempi oscuri del presente, verso un futuro glorioso. Alla fine, Dio porrà fine al peccato (Apocalisse 20:14), compreso il capitalismo sfruttatore (Apocalisse 11:18), e ricreerà nuovi cieli e una nuova terra nei quali abiterà la giustizia; un luogo in cui potremo vivere in eterna beatitudine con il Principe della pace (Apocalisse 21:1-4; Isaia 9:6).
Note
[1] Per un approfondimento sulla parola baràh, consultare questa pagina.
[2] Vedi l’articolo al link.
[3] Un’intuizione condivisa con me da Barrie Abel, insieme al pastore Wemin Kiri e a Henao Mea, nell’ufficio della Facoltà di Teologia del Sonoma Adventist College, il 24 febbraio 2022.
[4] Vedi la pagina al link.
(Simon Davidson è un docente al Sonoma Adventist College, in Papua Nuova Guinea).
[Fonte: record.adventistchurch.com. Tradotto e adattato da Veronica Addazio]









