Vapore, insensatezza, vanità. Tanti modi per tradurre la parola ebraica hebel. Un invito a soffermarci sul senso autentico dell’esistenza.
Limoni Manu O’Uiha – Il termine ebraico hebel ricorre 73 volte nell’Antico Testamento. In italiano è tradotto in vari modi: vapore, respiro, futilità, nulla, insensatezza, vanità. La maggior parte degli autori lo usa per esprimere la nostra insignificanza nel grande schema dell’esistenza. Viviamo una vita breve e, spesso, priva di scopo.
Il concetto racchiuso nella radice ebraica hebel compare già in Genesi. Eva concepì Caino e disse: “Ho acquistato un uomo dal Signore” (Genesi 4:1). “Poi partorì ancora Abele [הֶבֶל Hebel], fratello di lui. Abele [Hebel] fu pastore di pecore; Caino lavoratore della terra” (Genesi 4:2). Il termine hebel ricorre qui due volte. Lo ritroviamo altre due volte in Genesi 4:4 e 4:8, e una volta in Genesi 4:9 e 4:25. La storia si conclude tragicamente: la vita di Abele (Hebel) è stroncata dal fratello maggiore, Caino. Come il vapore, la vita di Abele simboleggia la brevità. Fu un soffio negli annali della storia.
Hebel può anche riferirsi a qualcosa di fugace, effimero o fragile. Giobbe dice: “Io mi sto consumando; non vivrò sempre; ti prego, lasciami stare; i giorni miei non sono che un soffio [hebel]” (Gb 7:16).
Vivere per sempre può sembrare un sogno a chi è sano e felice. Ma Giobbe era ammalato e infelice. Viveva solo un “respiro” alla volta.
Nei Salmi, il 39:5 recita: “certo, ogni uomo, benché saldo in piedi, non è che vanità” [hebel].
Il 94:11 afferma: “Il Signore conosce i pensieri dell’uomo, e sa che sono vani” [hebel].
Ancora, il Salmo 144 ribadisce: “L’uomo è simile a un soffio [hebel], i suoi giorni sono come l’ombra che passa” (Sl 144:4; cfr Giobbe 9:29; 21:34; Salmo 39:7; Lamentazioni 4:17; Isaia 30:7; Geremia 10:3, 8).
Il verbo ebraico habal rafforza questa immagine: “… andarono dietro a cose vane, diventando vani essi stessi” (2 Re 17:15; cfr. Giobbe 27:12; Salmo 62:11; Geremia 2:5; 23:16). Soprattutto quando si insegue l’“inutile” (Giona 2:8; 2 Re 7:15; Geremia 2:5) o gli “idoli vani” (Salmo 31:6, 7) dei popoli pagani (cfr. Isaia 40:18-20; 44:9-20). Quando sostituiamo Dio con un idolo, non c’è nulla di solido a cui aggrapparsi: solo vapore.
Il tempo che trascorriamo sulla terra è come un battito di ciglia. Siamo relativamente insignificanti nell’insieme dell’universo. Questo tema è esplorato a fondo nell’Ecclesiaste, il libro di Qohelet. “Il predicatore” o “il maestro” sottolinea l’assurdità della vita. Salomone è Qohelet, ma attraverso di lui parla anche la Sapienza divina.
“Vanità delle vanità [hebel hebelim], dice l’Ecclesiaste, vanità delle vanità, tutto è vanità [hebel hebelim hakkol hebel]” (Ecclesiaste 1:2).
Salomone parla al popolo in forma metaforica. Racconta la sua personale ricerca di significato: “Che profitto ha l’uomo di tutta la fatica che sostiene sotto il sole?” (1:3). Scopre che il piacere (2:1), l’operosità e la sapienza umana sono faticosi e insensati (hebel), come “correre dietro al vento” (2:11, 17, 26; 4:4). Persino tutta la vita, il lasciare un’eredità (2:18, 21), accumulare ricchezze (4:7, 8), la popolarità politica (4:16), i sogni numerosi (5:7), la gloria (6:2), il riso insensato (7:6) e l’ingiustizia (8:14) sono tutte cose fugaci.
La sua conclusione è limpida: “Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché questo è il tutto per l’uomo” (12:15).
La vita è come il respiro [hebel]. È breve. Tutto ciò che desideriamo o apprezziamo più di Dio è un idolo inutile e vuoto. I 35 riferimenti alla parola hebel distribuiti in 29 versetti dell’Ecclesiaste sono volutamente insistenti. Servono a ricordarci che, senza Dio e senza una prospettiva di eternità, la vita è priva di significato. Il senso autentico dell’esistenza si trova solo quando invitiamo Dio nella nostra quotidianità. In Emmanuele, Dio è con noi. E quando siamo con Dio, la nostra eternità è assicurata.
(Limoni Manu O’Uiha è docente di teologia al Fulton Adventist University College di Sabeto, nelle Figi).
[Fonte: record.adventistchurch.com / Tradotto da Veronica Addazio]
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