La bambina nata dalla gestazione per altri in Argentina è stata affidata alla coppia di italiani che nel frattempo ha affittato un appartamento a Buenos Aires. I due uomini si sono impegnati a non portare la bambina fuori dal Paese, ha detto a La Nacion l’avvocato che li rappresenta nel caso, Arnaldo Germán Pereira Dos Santos. Quella della gestazione per altri “è una questione che in Argentina non è stata legiferata. La stiamo studiando. È un caso molto difficile”, ha dichiarato un inquirente che si sta occupando del caso, precisando che non è ancora chiaro quale sia il reato, né chi siano gli autori, anche se si ritiene che sia l’organizzazione che ha messo in piedi il business approfittando dei bisogni delle persone. Negli ultimi mesi sono stati aperti casi simili in diverse parti del Paese e attualmente sono in corso indagini su oltre 100 casi di presunta tratta. Inoltre, a Cordoba, lo scorso luglio, sono state convocate per un interrogatorio nove persone accusate di aver reclutato donne in situazioni di vulnerabilità. Il provvedimento comprendeva i proprietari di due cliniche di fecondazione assistita che offrivano il servizio a chi voleva diventare genitore, avvocati che si occupavano degli aspetti legali, e psicologi che certificavano l’idoneità delle donne reclutate per queste procedure. La madre della bambina è stata contattata su un gruppo Facebook. Questa, a quanto si è appreso, l’indicazione fornita dalla stessa donna alla quale, sei mesi dopo l’inizio della gravidanza, sono stati pagati circa 5.500 euro (sei milioni di pesos). La donna ha inoltre raccontato che quando aveva 18 anni aveva già donato gli ovuli, così come altre ragazze del suo quartiere nella città di Rosario che partecipavano a trattamenti del genere in cambio di denaro.(da Ansa.it.).
Prendendo spunto da questa vicenda, Claudio Coppini e Roberto Vacca hanno parlato di “maternità surrogata” con il pastore Davide Romano, responsabile del dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa dell’Unione Italiana delle Chiese Avventiste.