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Giacobbe dopo aver ingannato il fratello Esaù e il padre, ottiene la primogenitura, con tutti i benefici che ne derivano. Scappa poi via e dopo diverse vicissitudini si trova a ritornare nella sua terra d’origine, dove incontra il fratello: “Giacobbe alzò gli occhi, guardò, ed ecco Esaù che veniva avendo con sé quattrocento uomini. Allora divise i figli tra Lea, Rachele e le due serve. Mise davanti le serve e i loro figli, poi Lea e i suoi due figli, e infine Rachele e Giuseppe. Egli stesso passò davanti a loro, e si inchinò fino a terra sette volte, finché si fu avvicinato a suo fratello. Ed Esaù gli corse incontro, l’abbracciò, gli si gettò al collo, lo baciò e piansero” (Genesi 33:1-4). Potremmo aspettarci uno scontro, ma arriva invece una risposta inaspettata: un abbraccio. E con esso la riconciliazione. Il pastore avventista Nicolò D’Elia ci invita a riflettere sull’importanza che un gesto come questo può avere anche nelle nostre vite oggi.
Intervista a cura di Alessia Calvagno.
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