Francesco Zenzale – “Il Signore Gesù dunque, dopo aver loro parlato, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio” (Mc 16:19).
Come i discepoli di Cristo, anche noi siamo invitati a fare un “salto temporale”, passando dal racconto di Cristo venuto in terra alla manifestazione del suo ritorno, periodo che intercorre tra la storia della chiesa apostolica e la nostra. L’ascensione si situa fra questi atti di fede, è preceduta dalle ultime istruzioni date dal Maestro nel corso di quaranta giorni ed è seguita dall’attesa degli apostoli a Gerusalemme secondo l’ordine del Signore, dove avvenne, probabilmente, l’ultimo convegno con Gesù prima della Pentecoste (At 1:4-5).
Solo Luca racconta l’episodio dell’ascensione nel libro degli Atti e Paolo lo accenna in un suo scritto. Molto spazio, invece, è dedicato all’evento della risurrezione di Gesù. Probabilmente, il fatto che Gesù non fosse a più visibile di persona, non costituiva una preoccupazione per i discepoli in quanto convinti della sua invisibile presenza, della sua assistenza dall’alto dei cieli e della discesa dello Spirito Santo (Mt 28:20; Gv 16: 5-15). La risurrezione è, però, pur sempre legata al suo essere in cielo, dal quale ritornerà.
Scrive l’abate Giuseppe Ricciotti: “Troviamo perciò che l’ascensione di Gesù non è affatto narrata da Matteo; in Marco (16: 19) essa è fugacemente accennata nell’appendice; in Giovanni (20: 17) è appena ricordata in forma di predizione; l’unico evangelista che la narri con una certa ampiezza è Luca (24: 50 segg.), ma appunto perché egli, terminando nel vangelo la storia del Cristo secondo la carne, si è proposto di scrivere subito appresso anche la storia del Cristo mistico: i suoi Atti di (degli) Apostoli sono infatti una storia episodica della Chiesa, e perciò essi cominciano ripetendo l’ascensione (At 1: 1-11) come con l’ascensione si era chiuso il suo vangelo. Essa avvenne presso Gerusalemme sul monte degli Olivi, nelle vicinanze di Betania, quaranta giorni dopo la resurrezione. Poiché gli Apostoli partirono da Gerusalemme per la Galilea quando erano passati non meno di otto giorni dalla resurrezione e si ritrovarono a Gerusalemme alquanto prima dell’ascensione, la loro permanenza nella Galilea sarà stata di meno di un mese. A questo tempo particolarmente vanno assegnate le molte altre apparizioni vagamente accennate da Paolo, e anche da Luca quando dice che il risorto apparve agli Apostoli dimostrandosi vivente con molte prove, parlando del regno di Dio e trattando abitualmente con essi (At 1: 3-4)”.
Dalla risurrezione all’ascensione: 40 giorni di formazione e di conferme
L’ascensione è preceduta da una serie d’imprecisate apparizioni di Gesù in uno spazio di 40 giorni, durante il quale, oltre a rassicurare i discepoli della sua “natura da risuscitato”, ha impartito le ultime istruzioni circa la missione e la prospettiva eterna.
I quaranta giorni che Gesù dedica ai discepoli prima di accedere al cielo, alla destra del Padre, costituiscono una rilevante unità di tempo, e assume anche un valore simbolico com’è per altri numeri (tre, sette, dodici, ecc.)…
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