In questo numero di “Le stelle del cuore”, Adelina e Roberto Vacca intervistano Antonella Penati, presidente dell’associazione Federico nel cuore Onlus, promotrice del convegno “Matre incipit vitae. Lo Stato protegge i suoi figli?” che si e’ svolto ad Assisi il 25 e il 26 ottobre 2015.

Come madre feci una scelta di allontanare la follia, la cattiveria, del padre dalla vita di Federico. Sono pero’ iniziati anni di soprusi, minacce, aggressioni, vero e proprio STALKING, fatto di minacce, telefonate in tutte le ore del giorno e della notte, inseguimenti in auto ( pochi giorni prima dell’uccisione mi stava buttando giu’ da un ponte, con a bordo Federico). La Legge sullo stalking era in discussione proprio in quei giorni in Parlamento. E’ diventata legge 3 giorni dopo la sua morte. Mi sono rivolta ai Carabinieri, al Tribunale dei Minori di Milano, ai Servizi sociali di San Donato pensando mi potessero aiutare. Furono proprio questi ultimi che mi imposero di fare vedere al bambino al padre ( sottovalutando la sua pericolosita’), tentai di oppormi ma fu tutto vano. Se mi fossi opposta alle visite in ambito protetto me lo avrebbero tolto, cosi’ mi dicevano ogni volta che segnalavo l’aumento del disagio paterno: “Signora cosa vuole che succeda, ci siamo qui noi, ce ne assumiamo noi la responsabilita’ di suo figlio, lei pensi a fare la madre” .

Dopo l’omicidio, mi hanno recapitato mesi dopo (a dicembre, il primo Natale senza Federico ) via posta dal comune una lettera in cui mi si diceva: “ il nostro staff non c’entra nulla. Mi definirono esagerata, ero colei che voleva ledere la figura genitoriale paterna. Persone che ricoprono responsabilita’ di servizi cosi’ tanto delicati non vedevano che l’unica verita’ era quella di un genitore pericoloso, malato instabile ed imprevedibile. Ho sempre ritenuto giusto che un bambino dovesse avere sia il padre che la madre, ma suo padre non era una persona in grado di essere una figura tutelante. L’orrore l’ha dimostrato. Avrei preferito essere esagerata, ma mio figlio in vita. Mio figlio non c’è piu’. Circa 2 anni prima, dopo lunghissime battaglie legali, ottenni che Federico incontrasse il padre in uno SPAZIO PROTETTO.

Piu’ cercavo di segnalare la gravita’ della situazione e piu’ le persone preposte alla tutela di Federico, invece di aumentare la vigilanza, la riducevano sino ad annullarla del tutto. Come puo’ un bambino essere ucciso con 8 coltellate in piena ASL. Il suo assassino e’ entrato armato con pistola e coltello da macelleria. E come mai mio figlio si e’ difeso da solo? Il padre di Federico ha avuto il tempo di sparare (colpendo solo di striscio Federico), il mio cucciolo ha tentato di scappare ma il padre ha avuto anche il tempo di inseguire Federico, raggiungerlo ed accoltellarlo piu’ volte. Le ferite alle braccia e alle mani dimostrano che Federico ha cercato di difendersi DA SOLO (ne’ il colpo di pistola, ne’ le coltellate alla schiena erano state mortali).

La sua morte è avvenuta ben 57 minuti dopo il primo colpo (dal sito http://www.federiconelcuore.com)

Antonella Penati ha avviato una petizione on line perche’ in Italia i bambini siano protetti ed abbiano giustizia, perche’ i servizi sociali in Italia NON devono essere intoccabili, perche’ non si deve morire in ambito protetto.

Immagine di Federico

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