Il vaccino annunciato come la scoperta del secolo per combattere l’Aids e’ un vaccino italiano. Ma, dopo i primi entusiasmi, sono cominciati a emergere una serie di dubbi e incongruenze, tra cui il sospetto che i dati fossero stati manipolati per “forzare” i primi risultati. Poi, alla vigilia di una fastosa cerimonia in Campidoglio organizzata per celebrare i progressi, alcuni dei protagonisti della ricerca italiana sull’Aids denunciano irregolarita’ e deviazioni dal protocollo. Si tratta di accuse gravi, che mettono in discussione l’intero impianto della ricerca. Ma l’Istituto Superiore di Sanita’ obietta che gli oppositori sono mossi da pregiudizi e che lo studio invece deve proseguire. Arrivano congrui finanziamenti dal ministero della Salute e anche dal ministero degli Esteri per procedere nella sperimentazione, questa volta sugli uomini, e in un paese dove l’Aids e’ un vero e proprio flagello: il Sudafrica.

Quale sara’ il destino degli africani coinvolti nella sperimentazione? Come e’ stato possibile che nessuno ai piani alti delle istituzioni abbia prestato attenzione agli allarmi? Eppure c’e’ il rischio che la sperimentazione sugli uomini possa essere pericolosa. Vittorio Agnoletto, medico, gia’ fondatore e poi presidente della Lega italiana per la lotta contro l’AIDS, ricostruisce l’intera vicenda nel libro-inchiesta scritto con il giornalista Carlo Gnetti “AIDS, lo scandalo del vaccino italiano” (Feltrinelli, 2012). Lo abbiamo intervistato.

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