L’essenza della fede
10 Febbraio 2025

In collaborazione con la redazione della rivista Il Messaggero Avventista.

L’essenza della fede
10 Febbraio 2025

In collaborazione con la redazione della rivista Il Messaggero Avventista.

Credere è una danza in equilibrio tra libertà e responsabilità. Un articolo per riflettere sulla chiamata di Dio alla pienezza della vita

Filippo Alma – Qualche anno fa mi trovavo in Inghilterra per studiare l’inglese. Visitando una libreria di Londra, ricordo di essere stato attratto dal titolo di un libro che è diventato anche un bestseller: “Tutto quello che devo davvero sapere l’ho imparato all’asilo”.[1] La tesi o verità di fondo dell’autore, l’eclettico Robert Fulghum, è breve e semplice: ciò che è realmente essenziale nella vita non si impara all’università, ma, paradossalmente, all’asilo, a partire dalle prime relazioni, dal confronto con gli altri. Dopotutto, quello che conta ed è essenziale per vivere non è così complicato.

Anche il noto giornalista italiano Enzo Biagi amava ripetere con tono proverbiale: “Le verità che contano, i grandi principi, alla fine sono sempre due o tre. Sono quelli che ti ha insegnato tua madre da bambino”. È legittimo chiedersi, quindi, se lo stesso paradosso non valga anche per l’esperienza cristiana. Qual è l’essenza della fede, oltre tutti gli accessori che rischiano di appesantirla?

L’asilo nell’Eden
Alla ricerca di una fede essenziale e semplice, ma non semplicistica, iniziamo con la storia delle nostre origini: il “giardino d’infanzia” dove Dio Creatore incontra e si relaziona con la sua creatura, e l’essere umano che compie i suoi primi passi. Da questo punto di partenza possiamo discernere due o tre grandi idee, due o tre verità su Dio, sulla vita e sul legame che li unisce.

Rispetto alla domanda su quale sia il primo comandamento di Dio dato all’umanità in accordo con la Bibbia (oltre all’imperativo “Siate fecondi e moltiplicatevi” di Genesi 1:28), molti credenti rispondono istintivamente: “Non mangiare il frutto dell’albero”. Ma questa affermazione è un riassunto parziale e fuorviante del volto di Dio e delle sue parole.

Tra libertà e responsabilità
In realtà, il primo comandamento di Dio all’umanità non inizia con un comando su ciò che non bisogna mangiare, ma con uno splendido invito alla vita, un sì vero e convinto alla pienezza dell’esistenza: “Dio il Signore ordinò all’uomo: ‘Mangia pure da ogni albero del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai” (Genesi 2:16, 17).

Qui troviamo non un Dio che nega qualcosa di buono all’essere umano, ma un Dio che crea la vita, la bellezza e il benessere, per la felicità e il piacere dell’umanità. Anche i credenti, tuttavia, percepiscono spesso il volto di Dio a tinte scure. Questo è evidente, ad esempio, per molti ragazzi avventisti, come si vede in una vignetta umoristica di Gianluca Biscalchin apparsa su L’Opinione, mensile italiano per i giovani (ora non più pubblicato, ndr) con il titolo evocativo “Prima la legge!”.

Nella striscia appaiono quattro leader religiosi in quattro vignette: un prete, un rabbino, un imam e un pastore avventista, con le seguenti rispettive affermazioni:
– “È bello essere cattolici perché è vietato avere rapporti prematrimoniali”.
– “È bello essere ebrei perché è vietato fare qualsiasi cosa di sabato”.
– “È bello essere musulmani perché è vietato bere alcol e mangiare maiale”.
– “Ma essere avventisti è ancora meglio, perché è vietato un po’ di tutto!”.

Prima la legge! È vero, così Dio viene talvolta percepito, come un enorme e gigantesco “no”, come un divieto vivente e permanente, una minaccia alla libertà umana. La fede, quindi, se intesa in questo modo, non è più un sollievo, una fonte di vita e liberazione, ma potrebbe essere percepita come una gabbia stretta, una prigione angusta. Se la legge di Dio e i comandamenti non sono più compresi nel contesto della relazione, possono essere intesi da alcuni come norme fredde, oppressive e penose.

Eppure, in Genesi 2 possiamo trovare delle verità utili per edificare e nutrire la nostra relazione di fede, o fiducia, con Dio in modo più positivo. Ecco tre idee a partire da una lettura attenta di Genesi 2:16, 17, una sorta di “abc” elementare per (ri)scoprire un altro volto di Dio, un altro modo di comprendere la sua volontà per il bene di ogni essere umano.

A. Gusta la vita
Come già detto, il comandamento di Dio inizia con queste parole sorprendenti: “Mangia pure liberamente di ogni albero del giardino” (Ge 2:16, ND). Cioè, godi della vita, trai gioia da essa e da tutta la creazione. È bello pensare che Dio si prenda cura dell’essere umano invitandolo a mangiare. C’è qualcosa di più piacevole ed essenziale? L’invito mi ricorda molto l’espressione di gioia e stupore di mio figlio Federico, all’età di 3 anni, seduto nel carrello della spesa in un grande supermercato e con le braccia tese, quasi volesse afferrare tutta la varietà di colori e di forme che splendevano nei suoi occhi innocenti. Ecco, quindi, il volto di Dio nell’Eden: non un tiranno triste e avaro, ma un Padre generoso che accende il desiderio, la scoperta di una vita autentica. Per il Dio della creazione, la felicità e la gioia delle sue creature è quasi un dovere.

B. Riconosci i tuoi limiti
La seconda parte del comandamento di Dio, “ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare” (v. 17, ND), risuona, di conseguenza, non come una sottrazione di libertà, ma come una garanzia di essa. Un invito a riconoscere i limiti della libertà, senza i quali anche la libertà può rapidamente trasformarsi in delirio, e in un mero e deplorevole asservimento.

L’intangibilità “dell’albero della conoscenza del bene e del male” non deriva quindi da un dio capriccioso, ma è il segno stesso della limitazione umana. Colui che non conosce e non riconosce i propri limiti è destinato, prima o poi, a farsi del male. Nonostante lo slogan pubblicitario di un noto orologio (No Limits. No Limits. No Limits.), che potrebbe sembrare particolarmente seducente per i giovani, l’esperienza della vita reale conferma che è vero esattamente il contrario. Vivere senza limiti non è solo illusorio, ma anche pericoloso: non crea vita, ma caos e anarchia. Bisogna ammettere, con Asha Phillips (psicoterapeuta infantile), che ci sono dei “no” che aiutano a crescere, e questo vale anche per l’esperienza di fede.[2]

C. Valuta le conseguenze delle tue scelte
Nell’ultima parte di questo esemplare comandamento, “perché nel giorno in cui tu ne mangerai per certo morrai” (v. 17, ND), Dio chiama ogni essere umano, ogni credente, a ponderare le conseguenze delle proprie scelte, per il bene e per il male, ad assumersi la piena responsabilità delle proprie azioni. Questo pensiero doveva ritrovarsi anche nella mente dell’apostolo Paolo quando scrisse ai Galati: “Non vi ingannate; non ci si può beffare di Dio; perché quello che l’uomo avrà seminato, quello pure mieterà” (Galati 6:7). Certo, non esistono meccanismi validi sempre e in ogni caso, ma l’azione responsabile deve accompagnare ogni essere umano lungo il difficile cammino della libertà. Non è meno importante perché la vera essenza della libertà “è la capacità dell’uomo di superare se stesso, di agire anche contro le proprie inclinazioni, sfidando i propri bisogni e desideri… La libertà è liberazione dalla tirannia dell’io incentrato su se stesso”.[3]

In conclusione
Sintetizzando, la dinamica teologica presente nel Giardino dell’Eden (Genesi 2:16, 17), così come nel prologo del decalogo (Esodo 20:1, 2; cfr. Deuteronomio 6:20-25), articola in modo significativo ed esemplare la dialettica della grazia e della legge, del dono e del comandamento:

“Il comandamento divino si basa sulla grazia: Dio dà all’uomo il suo essere, gli effonde il suo soffio di vita; lo coccola ponendolo in un giardino di delizie, e poi inizia la sua educazione. Allo stesso modo, nella sua Parola, Dio prima evoca il dono che ha dato, ‘Mangia di ogni albero’, e poi introduce il limite da osservare, ‘Non mangerai dell’albero della conoscenza del bene e del male’. Questo approccio prefigura quello del dono della legge al Sinai. Dio ha liberato il suo popolo dalla schiavitù, lo ha reso libero, e ora gli consegna i suoi comandamenti. Allo stesso modo, nella sua Parola, il ricordo del dono precede l’obbligo della legge: ‘Io sono il Signore tuo Dio che ti ha fatto uscire dall’Egitto. Non avrai altri dèi’”.[4]

La manifestazione della grazia, quindi, viene prima e fonda l’imperativo etico. L’opposto non è egualmente vero e possibile. È l’amore di Dio che crea per noi le condizioni per amare a nostra volta. “Noi lo amiamo perché egli ci ha amato per primo” (1 Giovanni 4:19, ND). Per questa ragione, il proposito del Dio della Bibbia, Salvatore e Signore della vita, non è quello di tarpare le ali ai suoi figli, ma di allenarli a volare verso orizzonti di significato, libertà e felicità duratura. Una vera felicità che trascende il piacere immediato, che supera il riduttivo mantra contemporaneo “la vita è adesso”. Perché i “” di Dio per il nostro benessere sono ben più numerosi dei suoi “no” per proteggerci, anche da noi stessi.

(Filippo Alma è pastore avventista, dottore di ricerca e professore alla Facoltà avventista di teologia dell’Istituto “Villa Aurora” di Firenze).

Note
[1] R. Fulghum, All I Really Need to Know I Learned in Kindergarten (Tutto quello che devo davvero sapere l’ho imparato all’asilo), Villard Books, New York, 1988.
[2] A. Phillips, I no che aiutano a crescere, Feltrinelli Editore, 2009.
[3] A. J. Heschel, The Insecurity of Freedom. Essays on Human Essence (L’insicurezza della libertà. Saggi sull’essenza umana), Farrar, Straus and Giroux, New York, 1966, pp. 14, 15.
[4] J. Joosten, “Que s’est-il passé au jardin d’Eden?” (Che cosa è successo nel giardino dell’Eden?), in Revue de Sciences Religieuses 86, 2012, pp. 495, 496 (traduzione in inglese dell’autore di questo articolo).

[Fonte: adventistreview.org / Tradotto da Veronica Addazio] 

Condividi su:

Notizie correlate

Torino. Gemellaggio con l’AISA di Genova

Torino. Gemellaggio con l’AISA di Genova

Nel weekend 21 - 23 novembre, gli scout della chiesa avventista di Torino  hanno accolto con entusiasmo il gruppo AISA di Genova per un gemellaggio ricco di attività, spiritualità e tanto divertimento. Venerdì. Accoglienza e primi legami Gli scout ospiti sono arrivati...

Per Natale regala qualcosa di veramente utile

Per Natale regala qualcosa di veramente utile

Le proposte ADV dei “freschi di stampa”. In questo periodo dell’anno siamo alla ricerca di regali per i nostri cari. Un buon libro può essere un’ottima idea. Inoltre, è più di un semplice dono, è un rifugio, una scoperta, un viaggio verso esperienze profonde. Le...

Forlì. Seminario sulla salute

Forlì. Seminario sulla salute

La chiesa avventista di Forlì ha organizzato a Predappio (FC) una serie di incontri sulla salute. Qualche settimana prima dell’evento, il 18 ottobre, gli stand della SalutExpò hanno movimentato il sabato pomeriggio nella cittadina, per fare da apripista alle...

La straordinaria storia di un pianoforte

La straordinaria storia di un pianoforte

Una scoperta "casuale" ha cambiato la vita di una donna e di sua figlia. Una testimonianza sorprendente che ha per protagonista un piano. Ogni seme piantato ha il potenziale di far germogliare fede e speranza. Nel 1955, un volontario di una chiesa della zona ovest di...

Pin It on Pinterest