Notizie Avventiste – Compie trent’anni di attività il ricovero notturno di Lipsia, in Germania, per le donne senza fissa dimora. L’Advent-Wohlfahrtswerk (Aww), l’opera sociale avventista tedesca, gestisce il rifugio da quando si è aggiudicata la gara d’appalto bandita dalla città.
“Abbiamo iniziato nel maggio 1994 con cinque dipendenti. Oggi ne abbiamo dieci” ricorda Sylvia Bräunlich nel suo articolo pubblicato da Adventisten Heute “Nelle prime notti abbiamo ospitato solo quattro donne. A Lipsia si è diffusa gradualmente la voce di questa struttura che offriva un luogo dove dormire. Noi ‘neofiti’ abbiamo avuto l’opportunità di abituarci pian piano ai nuovi compiti e di acquisire esperienza nell’affrontare i vari problemi e gli ostacoli che le donne portavano con loro”.
Grandi sfide
Presente fin dall’inizio, Bräunlich ha incontrato innumerevoli donne in 30 anni di servizio. Alcune sostavano per breve tempo, magari solo una notte, ma la maggior parte rimaneva più a lungo e raccontava la propria vita. Le donne parlavano della loro infanzia o delle relazioni difficili, degli abusi subiti, delle esperienze di violenza, dell’essere state in prigione, in un ospedale psichiatrico, dell’abuso di alcol e droghe. Alcune donne avevano vissuto a lungo per strada o con conoscenti casuali. A ogni modo, non avevano più una casa. I contatti con la famiglia e gli amici spesso si interrompevano. Ma parlavano anche dei loro figli, che sovente venivano affidati ai servizi sociali o addirittura adottati. Tante erano le lacrime versate durante queste conversazioni.
Altre donne, malate mentali o tossicodipendenti, rifiutavano qualsiasi cura “e noi, come aiutanti professionisti, potevamo solo prevenire il peggio”. Non tutte le ospiti accettavano le nostre offerte di sostegno. Vi erano anche quelle che entravano nella struttura arrabbiate perché, ad esempio, erano state sfrattate dal loro appartamento quello stesso giorno o un conoscente le aveva buttate fuori. “Poi si fermavano davanti al nostro cancello senza avere più nulla, neanche gli effetti personali”. A volte arrivavano al centro di pernottamento solo dopo giorni e notti trascorsi per strada e chiedevano un posto dove dormire. Spesso si vergognavano della loro situazione.
Non tutte le donne erano finite in una situazione del genere senza averne colpa. “Tuttavia, cercavamo e cerchiamo di parlare con loro in modo imparziale” ha continuato Bräunlich. Le prime misure riguardano l’intervento in caso di crisi, l’assistenza di base, la presentazione di domande e l’erogazione di prestazioni standard.
Il positivo supera il negativo
Svolgere questo servizio non è sempre facile e molte sono le cose negative che Sylvia Bräunliche ha vissuto negli anni. “Vi erano donne che ‘andavano fuori di testa’, sia verbalmente che fisicamente, a causa dei loro gravi disturbi mentali e della tossicodipendenza. Donne che urlavano la loro rabbia in maniera incontrollabile e si rifiutavano di calmarsi, lanciavano oggetti in giro e ci minacciavano. Quelli erano giorni estremamente difficili. A volte, avevamo bisogno dell’aiuto della polizia per evitare che le cose peggiorassero”.
Eppure, ha affermato, “ancora oggi gli aspetti positivi superano quelli negativi. Abbiamo avuto donne che sono riuscite a ricominciare e hanno cambiato vita. E poi vi era il piacevole lavoro di squadra, l’interazione, le risate, lo scambio collettivo, le conversazioni rilassanti, la professionalità, il non sapere cosa avrebbe portato la giornata: questo è ciò che rende il lavoro completo”. E ha aggiunto: “È la fede in Dio che ci accompagna nel lavoro, giorno dopo giorno”.
[Foto: Aww. Fonte: Eud News]