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Il pastore Nicolò D’Elia, cappellano dell’Istituto Avventista, ci guida nel commento di Esodo 2,11-12: “In quei giorni, Mosè, già diventato adulto, andò a trovare i suoi fratelli; notò i lavori di cui erano gravati e vide un Egiziano che percoteva uno degli Ebrei suoi fratelli. Egli volse lo sguardo di qua e di là e, visto che non c’era nessuno, uccise l’Egiziano e lo nascose nella sabbia”. Si tratta di uno degli eventi più drammatici della vita di Mosè, che sceglie di essere un giudice e un liberatore a modo suo. Questo suo gesto lo porterà alla fuga. Proprio in quel momento però il Signore gli rivelerà il suo piano per lui.
Intervista a cura di Alessia Calvagno.