In testa rimane ancora la Corea del Nord, ma altri nuovi paesi entrano nella lista.
Notizie Avventiste – All’inizio di gennaio Porte Aperte ha pubblicato la World Watch List 2015, la nuova lista dei primi 50 paesi nel mondo dove più si perseguitano i cristiani. La Corea del Nord resta al primo posto per il tredicesimo anno consecutivo, ma i dati mostrano un aumento della persecuzione anche in posti dove non era così marcata nel recente passato, per esempio in alcune regioni dell’Asia, dell’America Latina e specialmente dell’Africa Subsahariana. Le stime sui cristiani imprigionati nei campi di prigionia nordcoreani non cambiano: tra i 50.000 e i 70.000. Entrano nella top ten altri tre stati africani, Sudan, Eritrea e Nigeria; mentre le new entry della World Watch List di quest’anno sono Messico, Turchia e Azerbaigian.
L’estremismo islamico si conferma quale fonte principale (ma non l’unica) delle persecuzioni nei confronti dei cristiani e si manifesta in modi nuovi, come i califfati dell’Isis in Siria e Iraq e di Boko Haram in Nigeria. Inoltre Porte Aperte evidenzia che persino in stati a maggioranza cristiana i credenti sperimentano esclusione, discriminazione e violenza. Ma l’estremismo islamico non è l’unica fonte di persecuzione, la lista mostra infatti che cresce la paranoia dittatoriale (seconda fonte), e impressiona anche la persecuzione attuata dalla criminalità organizzata.
L’imponente fenomeno dei rifugiati e dei profughi in fuga da paesi come Siria, Iraq, ma anche Nigeria e altri paesi africani, cambia la geografia cristiana dei paesi.
Nel 2014, i cristiani hanno sperimentato maggiore violenza in Nigeria, Iraq, Siria, Repubblica Centrafricana, Sudan, Pakistan, Egitto, Myanmar, Messico e Kenya.
“Secondo le nostre stime – afferma Porte Aperte – 4.344 cristiani sono stati uccisi per ragioni strettamente collegate alla loro fede, mentre almeno 1.062 chiese sono state attaccate per la stessa ragione”.
La World Watch List non intende la persecuzione solo come violenza anticristiana: i dati sono stati raccolti considerando tutte le sfere della vita dei credenti, per cui anche l’emarginazione culturale e sociale divengono elementi di persecuzione. Gli analisti di Porte Aperte che l’hanno compilata assegnano i livelli basandosi su vari aspetti della libertà religiosa così come si manifesta in alcune aree della vita quotidiana: nel privato, in famiglia, nella comunità in cui risiedono, nella chiesa che frequentano e nella vita pubblica del paese in cui vivono; a queste si aggiunge una sesta area che serve a misurare l’eventuale grado di violenze che subiscono. Il periodo preso in esame va dal 1 novembre 2013 al 31 ottobre 2014.
Colpisce molto il fatto che i paesi evidenziati dalla lista si trovino quasi tutti nella cosiddetta Finestra 10/40, la zona in cui la Chiesa avventista mondiale ha concentrato la sua attività sociale, sanitaria e missionaria negli ultimi decenni, attuando vari progetti umanitari, di sviluppo e istruzione. La Finestra 10/40, infatti, è quella sezione del pianeta tra i paralleli decimo e quarantesimo a nord dell’equatore e che va dal Nord Africa al Medio Oriente, all’Asia centrale e orientale. È qui che vive la maggior parte della popolazione mondiale, circa i due terzi; è dove sono nate tutte le maggiori religioni (ebraismo, induismo, buddismo, cristianesimo, islam) e, a eccezione del cristianesimo, tutte le altre religioni sono forti oggi; è dove vive circa l’80 percento dei poveri del mondo e l’80 per cento di persone con la più bassa qualità della vita.
Sulla World Watch List, Radio Voce della Speranza di Firenze ha intervistato Cristian Nani, dell’ufficio stampa di Porte Aperte Italia. Per ascoltare il programma, cliccare qui.
Podcast: Apri in un’altra finestra | Download ()