Quando i figli non vogliono andare in chiesa
26 Agosto 2025

In collaborazione con la redazione della rivista Il Messaggero Avventista.

Quando i figli non vogliono andare in chiesa
26 Agosto 2025

In collaborazione con la redazione della rivista Il Messaggero Avventista.

Capire il motivo del rifiuto è il primo passo per aiutarli a migliorare la loro esperienza spirituale. 

Lucas, nove anni, non voleva più andare in chiesa. Diceva che era noioso e preferiva giocare con il tablet. I suoi genitori cercarono di forzarlo, premiarlo e persino punirlo, inutilmente. Solo quando decisero di ascoltarlo e di accompagnarlo spiritualmente con più pazienza, si resero conto che la sua ribellione nascondeva una disconnessione emotiva. A volte, “non voglio andare” non è pura ribellione, ma un grido di attenzione. Discernere cosa si nasconde dietro questo comportamento può aprire la porta a una sincera riconnessione con la fede.

Come dovrebbero reagire i genitori?
Quando un bambino si rifiuta di andare in chiesa, molti genitori cercano di convincerlo a tutti i costi con discussioni, rimproveri, premi o punizioni. Eppure, invece di rispondere con insistenza o rabbia, la cosa più saggia da fare è fermarsi e ascoltare con empatia. Chiedere con calma cosa prova, cosa non gli piace o lo infastidisce può rivelare molto di più di un semplice rifiuto. Anche osservare se si tratta di un evento isolato o ricorrente aiuta a comprendere meglio la situazione. E, se il motivo non è chiaro, è importante cercare un supporto. Parlare con gli animatori e le animatrici, con i dirigenti di chiesa o anche con gli altri genitori può far luce sul problema.

Soprattutto, è essenziale pregare con e per il bambino, dimostrando che Dio è presente anche nei momenti di dubbio o stanchezza. A volte, la resistenza non è ribellione, ma un’opportunità per i genitori di riconnettersi con il cuore dei figli e accompagnarli spiritualmente. Se invece si tratta di un atteggiamento ribelle, è necessario stabilire limiti fermi con pazienza, ricordando che frequentare la chiesa fa parte dei valori della famiglia. Ciononostante, vale la pena chiedersi cosa possa generare questa resistenza: frustrazione, bisogno di attenzione o desiderio di mettere alla prova i propri limiti. Anche quando l’atteggiamento non è docile, l’ascolto è comunque fondamentale. Dietro molti comportamenti ribelli ci sono bisogni irrisolti che devono essere compresi, non repressi.

Studi recenti supportano questa prospettiva. Secondo il Barna Group (organismo specializzato nei sondaggi, ndt), la maggior parte delle persone che rimangono salde nella propria fede ha preso questa decisione prima dei 13 anni, sebbene molti inizino a perdere interesse durante l’infanzia se sentono che la chiesa è irrilevante o disconnessa dal loro mondo. Il progetto Sticky Faith del Fuller Youth Institute ha anche dimostrato che i giovani sviluppano una fede duratura quando, fin da piccoli, sono stati ascoltati, inclusi e supportati da adulti cristiani impegnati, sia dentro sia fuori casa.

Motivi comuni per cui un bambino non vuole andare in chiesa
Di fronte alla resistenza del figlio, molti genitori si sentono frustrati o addirittura in colpa. Ma prima di forzare una soluzione rapida, vale la pena fermarsi e osservare cosa potrebbe succedere nel cuore di quel bambino, Spesso, il suo rifiuto è solo la punta dell’iceberg.

Comprendere le cause più comuni può aiutarci a rispondere con maggiore saggezza e amore:
Stanchezza fisica o emotiva. Troppi impegni durante la settimana, tra scuola, compiti, sport e altre attività, possono lasciare il bambino esausto. Andare a letto tardi il venerdì ha ripercussioni anche sul sabato mattina.
Mancanza di connessione emotiva con la chiesa. Se i bambini si sentono soli, ignorati o senza amici, questo può influenzare direttamente il loro desiderio di frequentarla.
Scuole del Sabato poco attraenti o inappropriate per la loro età. Quando le attività sono ripetitive, con un linguaggio difficile o mancano di interazione, l’interesse diminuisce.
Conflitti irrisolti. Litigi, bullismo o persino esperienze traumatiche possono generare rifiuto.
Incoerenza spirituale in famiglia. Se la spiritualità è limitata al giorno del sabato e non viene vissuta naturalmente in casa, la chiesa diventa un obbligo, non un momento di comunione e gioia.

Consigli pratici per rendere l’esperienza significativa
A volte non si tratta di cambiare il bambino, ma di modificare l’ambiente che lo circonda. La preparazione spirituale inizia molto prima che varchino la porta della chiesa. Ecco alcune pratiche che, con costanza e preghiera, possono trasformare l’esperienza di frequentare la chiesa in qualcosa di significativo e atteso con ansia:

Preparatevi per il sabato in anticipo. Preparate i vestiti il venerdì, evitate attività stressanti dell’ultimo minuto, assicuratevi di cenare in modo leggero e di trascorrere una serata tranquilla. Il nervosismo è uno dei peggiori nemici del sabato! Per Dio questo giorno è un dono, non un peso.

Arrivate presto in chiesa per aiutare. Arrivare con calma, senza fretta, permette al bambino di integrarsi con serenità. Se può aiutare in qualcosa, per esempio distribuire il materiale, sistemare le sedie, salutare gli adulti, si sentirà utile e parte del gruppo. Quando tornate a casa, chiedetegli: “Cosa hai imparato oggi? Quale storia ti è piaciuta? Cosa hai capito del sermone?”. Questa conversazione può rafforzare ciò che ha vissuto e creare un ricordo spirituale.

Valorizzate il culto in famiglia. Non sottovalutare il momento del culto in famiglia. La connessione spirituale non si costruisce solo il sabato. Avere un momento spirituale ogni giorno, anche se breve, unisce la fede alla vita.

Dimostrate entusiasmo nell’andare in chiesa. I figli sentono ciò che provano i genitori. Se per voi andare in chiesa è un obbligo, se ne accorgeranno. Ma se lo vivete come un privilegio, diffonderete gioia. Quindi, celebrate il sabato con gioia, con parole positive e con gratitudine.

Sii presente, non solo con istruzioni. Stare con tuo figlio o tua figlia, partecipare alle lezioni della Scuola del Sabato (SdS) dei bambini e alle attività pomeridiane, incontrare gli animatori e gli amici dimostra che la chiesa è un luogo della famiglia. Non basta “accompagnarli” alla SdS, devono sapere che state camminando insieme.

Conclusione
Un sabato mattina, mia figlia, che all’epoca aveva appena sei anni, mi disse che non voleva andare in chiesa. Cercai di insistere gentilmente, ma lei continuava a dire: “Non voglio andarci, non mi piace”. Per giorni mi chiesi cosa fosse successo. Mi domandavo: “Possibile che non le piaccia la SdS? Forse qualcuno l’ha trattata male? Si annoia?”. Finché, pregando e osservando più attentamente, ho scoperto la causa. Accanto alla chiesa c’era un asilo abbandonato dove entravano alcuni senza fissa dimora. Una volta, uno dei bambini aveva detto ad alta voce che l’uomo in quell’edificio era “un ladro”. Quell’affermazione, sebbene nessuno la prendesse sul serio, lasciò un segno in mia figlia. Non era mancanza di fede o ribellione, era paura. Da quel momento in poi, ho capito che, spesso, il “non voglio andare” di un bambino è una silenziosa supplica a essere ascoltato e protetto.

Forse la situazione dei vostri figli è completamente diversa. Però, se c’è una cosa che ho imparato come madre è che la pazienza è essenziale. E spesso è proprio ciò che ci manca.

Non sempre capirai immediatamente cosa succede e non sempre avrai le risposte. Ma Dio ti ha dato quel bambino con la promessa di accompagnarti anche come Padre. Quindi ascolta con calma, osserva senza disperare e prega con perseveranza. Se non sai cosa fare, cerca sostegno. Un atteggiamento calmo può aprire porte che la fretta e l’ansia chiudono.

A volte, ciò di cui tuo figlio ha più bisogno non è una soluzione rapida, ma semplicemente una mamma e un papà disposti a stargli vicino e ad aspettare con fede.

Cuca Lapalma, laureata in psicopedagogia e lettere, collabora con i Ministeri in favore dei Bambini della Chiesa avventista in Sudamerica.

[Fonte: noticias.adventistas.org. Traduzione e adattamento: Lina Ferrara, HopeMedia Italia]
[Foto di copertina: MabelAmber, pixabay,com] 

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