Duecentocinquanta persone hanno partecipato alla simbolica iniziativa. Un organizzatore: “Qui una storia tragica. Noi vogliamo dare speranza a chi l’ha persa”.
La Provincia di Lecco – Duecentocinquanta sì alla vita, nonostante le difficoltà e i problemi che tutti possono incontrare. Ieri pomeriggio, a gridarlo con tutto il fiato che avevano in gola, sono stati duecentocinquanta ragazzi della chiesa avventista del settimo giorno, provenienti da molti paesi della Lombardia ma anche da Genova e Torino che si sono dati appuntamento davanti al ponte San Michele di Paderno d’Adda, tristemente noto per i suicidi.
Riunitisi nel piazzale davanti all’Auchan di Merate, scortati prima dalla polizia locale meratese e quindi da quella robbiatese, i ragazzi hanno percorso a piedi gli oltre due chilometri per arrivare al ponte. Davanti a loro, cartelli e striscioni inneggianti alla vita con slogan come “No al ponte, sì alla vita”, “Dalle difficoltà nascono miracoli” e “Non lasciarti abbattere, vivi la vita”.
Arrivati all’altezza del monumento agli alpini, si sono radunati lasciandosi il ponte alle spalle e hanno manifestato la loro voglia di vivere cantando e sorridendo. “Quando abbiamo saputo la storia di questo ponte – ha raccontato Vincenzo Badica, ministro del culto della chiesa avventista di Olgiate Molgora – siamo rimasti molto colpiti. Abbiamo allora deciso che oggi, giorno della gioventù, che si celebra in contemporanea in tutto il mondo, fosse giusto organizzare un corteo fino al ponte, perché solo stando insieme si possono affrontare e superare le difficoltà”.
“Per alcuni, questo ponte – ha spiegato un altro ministro – rappresenta una soluzione ai problemi che incontrano nella propria vita. Le difficoltà però vanno affrontate, le montagne scalate, i giganti abbattuti. Noi siamo qui per gridare il nostro inno alla vita. No al ponte e sì alla vita”.
Dopo averlo gridato tre volte, tutti hanno lasciato i palloncini blu che sono volati in cielo. “Con questa manifestazione – ha proseguito Paolo Giametta – vogliamo dare speranza a chi l’ha persa. Vivendo a Bergamo, passo spesso di qui e tante volte ho visto mamme e papà fermi a piangere i figli. Ho saputo di storie di ragazzi di ogni estrazione sociale che qui si sono tolti la vita. Secondo noi, se si vive la vita avendo certi valori, non si fanno scelte sbagliate. Per questo, abbiamo portato avanti questo progetto, condividendolo a livello di Lombardia, e abbiamo organizzato il corteo. Convinti che lavorando per rinforzare nei giovani i valori, li si aiuta ad affrontare la vita”. (La Provincia di Lecco del 19 marzo)