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Una riduzione del consumo medio del sale di circa il 12% in 10 anni quella emersa dal monitoraggio nella popolazione italiana adulta dei livelli urinari giornalieri di sodio, quale indicatore del consumo abituale di sale. I risultati sono disponibili online sulla rivista scientifica Nutrition, Metabolism and Cardiovascular Diseases. L'indagine, promossa e finanziata dal Ministero della Salute è stata condotta dall’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Valutati anche i livelli urinari di potassio, come indicatore del consumo di frutta, verdura e legumi, alimenti fra tutti più ricchi in potassio, il cui apporto, contrariamente a quello del sale, deve aumentare, in quanto associato ad un minor rischio di diverse malattie non trasmissibili, tra cui patologie cardiovascolari, calcolosi renale e osteoporosi. Nonostante l’incoraggiante riscontro di una significativa riduzione, il consumo di sale della popolazione italiana adulta resta ancora ben al di sopra di quello raccomandato dall’OMS, inferiore ai 5 g al giorno, sia per gli uomini che per le donne. Questi risultati offrono importanti indicazioni per la salute pubblica basate sull’evidenza scientifica.
Mario Calvagno e Carmen Zammataro intervistano la Dr.ssa Chiara Donfrancesco, ricercatrice dell’Istituto Superiore di Sanità, responsabile dell’indagine condotta nell’ambito del “Progetto Cuore”.
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