È scomparso lunedì 3 giugno a Tubinga, in Germania. Aveva 98 anni. È stato uno dei maggiori teologi del nostro tempo e l’iniziatore della “teologia della speranza”.
“Nella vita cristiana la priorità appartiene alla fede, ma il primato alla speranza. Senza la conoscenza di Cristo che si ha per la fede, la speranza diverrebbe un’utopia sospesa in aria. Ma, senza la speranza, la fede decade divenendo tiepida e poi morta. Per mezzo della fede l’uomo trova il sentiero della vera vita, ma soltanto la speranza ve lo mantiene” (dal libro Teologia della speranza, 1964; citazione su Riforma.it).
Pubblichiamo un ricordo del prof. Hanz Gutierrez, docente alla Facoltà avventista di teologia di Firenze, che lo ha conosciuto.
Hanz Gutierrez – È deceduto Jürgen Moltmann, il teologo della speranza. Il primo libro che di lui mi colpì, per la creatività e per la capacità di rinunciare ad essere esaustivo, pur di creare un’asimmetria, un paradosso che rendesse possibile qualcosa di nuovo, fu Teologia della speranza. Erano i primi anni ’80 quando lo lessi, insieme a Principio speranza di Ernst Bloch. Allora ventiduenne, fui dunque quasi costretto dalla mia coscienza e dal destino a fare la mia tesi di dottorato all’Università di Strasburgo sulla sua “teologia politica”.
Nel 1984 apparve poi il suo libro Dio nella creazione, e il mio direttore di tesi, il teologo Gérard Siegwalt, mi costrinse gentilmente a leggerlo in tedesco. Rimasi allora doppiamente folgorato. La sua “teologia della speranza” mi sembrava aprire una pista arricchente per un avventismo bloccato dall’apocalittica e da una eticizzazione dell’escatologia, e il suo libro Dio nella creazione potenzialmente liberava un avventismo eccessivamente imprigionato da una comprensione quantitativa e cronologica del sabato e dal suo antropocentrismo, per aprirlo a una dimensione ecologica e multiculturale più vasta e più nobile.
Sabato e avvento, l’origine e il futuro, la protologia e l’escatologia, due pilastri portanti dell’avventismo, sbloccati da un pensiero irrequieto, creativo e intuitivo più che sistematico ed esaustivo come era quello di Moltmann.
Solo negli anni compresi che non erano i pensieri dell’origine e del futuro, il maggior contributo di Moltmann ma soprattutto il paradosso (teologia della croce) e la sua concezione relazionale della Trinità, espressa in una pneumatologia della vita.
Nel 2008 ci visitò a Firenze, nella Facoltà avventista di teologia, per tenere un corso intensivo. Concluse quella visita parlando del sabato (articolo poi apparso nella rivista Adventus del 2009) e sorprendendo tutti quando disse che lui osservava il sabato come ricordo della creazione e la domenica in nome della risurrezione. Poiché 48 ore di risposo spirituale sono quasi impossibili, allora lui cominciava il suo giorno d’adorazione sabato a mezzogiorno e lo concludeva la domenica a mezzogiorno. Non capimmo mai veramente se quella fosse stata una battuta o se quel detto esprimeva una vera convinzione. Ad ogni modo, però, quella battuta racchiudeva certamente la sua grande ammirazione teologica e umana per il sabato.
In quella stessa occasione mi colpì la sua vitalità. Era arrivato all’aeroporto di Firenze una domenica verso le 15. Non volle mangiare e nemmeno riposare. Mi chiese di portarlo a Piazza San Marco, al convento che custodisce le opere del Beato Angelico. Rimase nel museo tre ore solo per vedere nel dettaglio un unico dipinto, l’Annunciazione, lui che aveva introdotto molti dei suoi libri con un riferimento artistico.
La sera dopo, a cena a casa nostra, insieme a vari studenti, per coincidenza era presente anche Baily Gillespie (professore e ricercatore all’università avventista La Sierra University) che aveva appena finito di presentare lo studio “Valuegenesis” alla nostra facoltà. Fu una serata spettacolare, di condivisione, di empatia, di sana confusione nella consapevolezza di aver trovato in Moltmann un amico, un amico degli studenti di ogni sensibilità e di ogni latitudine, e soprattutto un amico della vita, un personaggio biofilico.
Clicca qui per leggere la biografia pubblicata da Riforma.
Ascolta l’intervista di radio Rvs a Moltmann, realizzata nel 2008 a margine del seminario alla Facoltà avventista di teologia di Firenze.
[Foto di copertina: Wikicommons. Foto nel testo: Iacb]