ARnews/Maol – Un pastore ed evangelista avventista della Russia si è addormentato nel Signore il 22 giugno, a 88 anni, dopo una vita fedele e fruttuosa. Vladimir Stepanovich Zaitsev era nato nel 1929 nella regione di Novosibirsk, in una grande famiglia avventista. Era il maggiore di cinque fratelli. Il padre, Zaitsev Stepan Isaakovich, era pastore consacrato della chiesa cristiana avventista.

Nel 1937, la famiglia di Stepanovich rimase senza padre perché arrestato e condannato come nemico del popolo. Il bambino, che allora aveva 8 anni, dovette crescere nel giro di una notte. Negli anni difficili della seconda guerra mondiale, diede una mano alla madre e alla sorella maggiore nel portare avanti la famiglia. Fu anche costretto a smettere di frequentare la scuola perché stigmatizzato come «figlio del nemico del popolo».

Dopo aver servito nell’Armata rossa quando la guerra finì, Vladimir decise di dedicarsi al servizio del Signore. Nel 1953 sposò Isupova Klara Filippovna e si trasferì nella piccola cittadina di Tarasovka, nella regione di Rostov, dove cominciò il suo ministero come pastore locale.

Con l’inizio della campagna anti-religiosa sotto Khrushchev, il luogo di culto di Tarasovka fu chiuso e confiscato. La famiglia del giovane pastore, che era stata allietata dalla nascita di 3 figli, dovette trasferirsi a Gorky (ora Nizhny Novgorod) e vivere con i genitori di sua moglie in una casa piccolissima, riscaldata solo da una stufa.

Per evitare di cadere nella categoria dei «parassiti», Stepanovich si impegnò in diversi lavori, poiché ogni volta doveva affrontare il problema del sabato libero. Per anni, il suo posto di lavoro cambiò costantemente, nonostante svolgesse principalmente lavori di pulizia e manutenzione.

Ma contro ogni previsione, Stepanovich alla fine poté dedicarsi nuovamente al ministero pastorale in varie città e regioni. Fu presto conosciuto per aver dato importanza al servizio verso i giovani e a quello sociale. Diventò famoso per la sua capacità di collegare, nei sermoni, il messaggio avventista con le realtà della vita moderna.

Alla fine degli anni ’80, le restrizioni religiose si attenuarono e Stepanovich capì che la chiesa cristiana avventista aveva un’opportunità senza precedenti nell’evangelizzazione e nella testimonianza. Così, mentre svolgeva il suo ministero a Ryazan, diede vita alla Società di soccorso volontario, per servire la comunità.

Stepanovich era molto attento alle relazioni pubbliche e sempre pronto ad aprire canali di comunicazione con i funzionari governativi. Era anche in costante dialogo con i rappresentanti delle altre fedi. Durante un periodo difficile per la chiesa cristiana avventista a causa di ateismo e continue violazioni dei diritti dei credenti, non ebbe paura di parlare pubblicamente in difesa dei perseguitati, indipendentemente dalla loro fede.

Stepanovich è ricordato come un pastore umile e instancabile, con una ferma fiducia nell’imminente ritorno di Gesù. È una fede che ha tramandato ai suoi figli e nipoti, e a coloro che hanno avuto il privilegio di lavorare con lui.

 

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