I dilemmi sulla carne coltivata

I dilemmi sulla carne coltivata


Torniamo a parlare di carne coltivata (o carne sintetica, come preferiscono chiamarla i suoi detrattori) con Mariangela Corrieri, presidente dell’associazione animalista Gabbie Vuote di Firenze. Come è noto, l’Italia è diventata di recente il primo Paese che ha messo al bando ricerca e commercializzazione della carne coltivata in laboratorio, sulla base del principio di prevenzione per possibili effetti negativi sulla salute umana. Tuttavia non mancano le voci critiche, come quella di Mariangela, che sostiene che si tratta di un provvedimento prematuro, visto che la ricerca – pur in uno stadio avanzato – richiederà ancora diversi anni prima di approdare alla commercializzazione del prodotto, con tutte le garanzie del caso. In ballo c’è la salute umana, ma anche la salvezza dell’ambiente, che l’allevamento intensivo sta devastando a vari livelli. E tuttavia manca un tassello fondamentale in questa polemica: una campagna mediatica per diminuire drasticamente anche in Italia  – come è già avvenuto in altre parti del mondo – l’uso della carne nella nostra dieta.

Carne “sintetica” a tavola? Perchè potrebbe salvare il mondo (e milioni di animali)

Carne “sintetica” a tavola? Perchè potrebbe salvare il mondo (e milioni di animali)


Dal tema degli insetti nel cibo a quello dei cibi e della carne sintetica, tutto in 48 ore o poco di più. Una rivoluzione annunciata da anni quella che arriva nei piatti, ma che ora diventa di stretta attualità e affrontata a livello governativo, con la discussione in Consiglio dei ministri di un disegno di legge che ne vieta produzione e vendita (da Repubblica del 28/03/2023). Roberto Vacca ha chiesto un parere a Mariangela Corrieri, presidente dell’associazione fiorentina Gabbie Vuote.

Pin It on Pinterest