Australia. Capi religiosi denunciano le recenti manifestazioni di razzismo nel Paese

Australia. Capi religiosi denunciano le recenti manifestazioni di razzismo nel Paese

Il past. Jorge Munoz tra i firmatari di una dichiarazione congiunta contro i pregiudizi legati al coronavirus.

Notizie Avventiste – Il presidente della chiesa avventista del settimo giorno in Australia, past. Jorge Munoz, è tra i sei firmatari della dichiarazione congiunta che denuncia e condanna le manifestazioni di razzismo contro le persone asiatiche verificatesi nel Paese a causa del coronavirus. Hanno sottoscritto il documento anche il dott. Michael Stead, vescovo anglicano di South Sydney; Peter Wertheim, co-amministratore delegato del Consiglio esecutivo degli ebrei australiani; l’imam Shadi Alsuleiman, presidente del consiglio nazionale degli imam australiani; Hussein Faraj, dell’United Shia Islamic Foundation; e il dott. Con Kafataris, presidente dell’Alleanza cristiana australiana.

Nella dichiarazione i capi religiosi affermano:
“La rapida diffusione del Covid-19, virus potenzialmente mortale, ha giustificatamente e profondamente turbato le persone in tutto il mondo. A ragione la gente ha preso precauzioni sensate per evitare di contrarre il virus. La copertura mediatica ha aumentato la nostra consapevolezza sui pericoli del virus e sui comportamenti da adottare per proteggere noi stessi e i nostri cari.

Allo stesso tempo, la linea di demarcazione tra pubblica vigilanza e reazione eccessiva a volte si confondono. Mentre gli operatori sanitari e molti altri hanno mostrato grande dedizione e responsabilità nel tentativo di contenere la diffusione del virus, una minoranza di persone ha agito in modo contrario, cedendo alla paura irrazionale e al pregiudizio.

Le peggiori manifestazioni di quest’ultimo comprendono l’abuso verbale, “othering” (diversità in senso negativo) e molestie nei confronti di australiani di origine asiatica o presunta asiatica, solo perché tali, indipendentemente dal fatto che siano stati o meno all’estero di recente o presentino sintomi. Assurdamente questo comportamento è stato rivolto anche a medici e altri operatori sanitari di aspetto asiatico, ognuno dei quali potrebbe essere necessario per superare questa crisi.

L’insensato atteggiamento di cercare un capro espiatorio in persone innocenti è codardo e ignobile. Viola gli insegnamenti etici più fondamentali di ciascuna delle nostre rispettive religioni, che costituiscono le basi del nostro sistema legislativo e costituzionale, e delle idee tipicamente australiane di tolleranza, rispetto ed equa opportunità per tutti.

Plaudiamo al Primo Ministro e al leader dell’opposizione per la condanna di xenofobia e razzismo, e per aver espresso simpatia e solidarietà nei confronti degli australiani di origine cinese. Appoggiamo il richiamo alla ragione fatta dal Race Discrimination Commissioner (Commissario responsabile della discriminazione razziale)”.

La dichiarazione dei leader religiosi in Australia termina con un appello ai credenti a unirsi in preghiera perché l’emergenza coronovirus termini presto, a dare l’esempio “esprimendosi contro il pregiudizio razziale ogni volta che lo vedono”, a essere solidali con le persone e le famiglie colpite dalla discriminazione.

“Invitiamo gli australiani, persone di fede e non” conclude il documento “a lavorare insieme in modo solidale per ridurre al minimo l’impatto del virus nella misura in cui ciò rientra nelle nostre competenze”.

 

[Fonte: Adventist Record. Foto: Gerd Altmann da Pixabay]

La dichiarazione congiunta sulla  giustificazione per sola fede

La dichiarazione congiunta sulla giustificazione per sola fede


Il 31 ottobre 1999 la Chiesa Cattolica e la Federazione Mondiale Luterana hanno sottoscritto un’importante dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione, cancellando le reciproche condanne che furono alla base dello scisma dell’Occidente del XVI secolo.
In questo numero di A tu per tu, ne abbiamo parlato con il professore Hanz Gutierrez, docente di teologia sistematica presso la Facoltà avventista di teologia di Firenze.

La Chiesa avventista mondiale lavora per chiarire la sua posizione sull’aborto

La Chiesa avventista mondiale lavora per chiarire la sua posizione sull’aborto

Al dialogo partecipa un gruppo variegato formato da teologi, medici e dirigenti della denominazione.

Notizie Avventiste – Per chiarire la posizione ufficiale della Chiesa avventista sulla controversa questione dell’aborto, la denominazione ha nominato un gruppo di medici, teologi, esperti sanitari ed etici che attualmente è impegnato nella discussione. Il documento votato nel 1992 contiene delle linee guida, ma non una dichiarazione ufficiale sull’aborto.

Due anni fa, il Biblical Research Institute (Bri), che offre approfondimenti biblici e teologici alla Chiesa su molte questioni, è stato incaricato di preparare una dichiarazione che rifletta i principi biblici relativi alla discussione sull’aborto.

Il Comitato etico del Bri ha scritto più bozze di un documento proposto sul quale è in corso un dialogo con il Dipartimento dei Ministeri per la promozione della Salute e il Comitato di bioetica della Chiesa mondiale. Fanno parte del Comitato di bioetica i rappresentanti degli ospedali e dei sistemi sanitari della denominazione, nonché amministratori e operatori sanitari avventisti indipendenti.

Il 27 agosto, il Comitato amministrativo della Chiesa mondiale ha istituito un gruppo di lavoro sull’aborto. Comprende 26 membri tra rappresentanti dei Dipartimenti Salute, della Famiglia, Educazione, Comunicazioni, Affari Pubblici, Ministeri Femminili e Ministeri in favore dei Bambini, dell’Ellen G. White Estate, del Bri, della Cappellania avventista, dell’Adventist Review e altri ancora.

“Il processo di redazione di una qualsiasi dichiarazione dovrebbe includere rappresentanti di tutti i segmenti della Chiesa” ha affermato Artur Stele, vice presidente della Chiesa avventista mondiale “Questa importante dichiarazione implica la partecipazione di teologi, medici e specialisti, amministratori sanitari, amministratori della Chiesa, uomini e donne”.

Ha poi chiarito il ruolo del gruppo di lavoro. “Il gruppo è stato incaricato di studiare il documento del Comitato etico del Bri, insieme alle linee guida del 1992” ha spiegato “Inoltre, studia e tiene conto anche degli input e dei feedback che arrivano da varie fonti, incluso il Comitato di bioetica”.

Infine, il gruppo ha la responsabilità di “preparare una bozza di dichiarazione unificata basata chiaramente sui principi biblici che sottolineano la santità della vita e riconoscono i casi difficili, eccezionali e anomali in cui le donne possono venire a trovarsi”.

L’obiettivo è portare un documento al Consiglio annuale del Comitato esecutivo della Chiesa mondiale, che si riunirà dal 9 al 16 ottobre, a Silver Spring, negli Stati Uniti.

“Si tratta di un argomento profondamente delicato” ha dichiarato Peter Landless, direttore dei Ministeri per la promozione della Salute della Chiesa mondiale “La mia preghiera è che il risultato delle discussioni potrà essere benefico e rafforzerà positivamente il lavoro e la pratica della nostra missione in tutti gli ambiti”.
[lf]

[Fonte: Adventist News Network]

Condoglianze per la tragedia di Magnitogorsk

Condoglianze per la tragedia di Magnitogorsk

Dopo l’esplosione in un condominio, il presidente della Chiesa avventista in Euro-Asia ha espresso dolore per i morti e i feriti.

Notizie Avventiste – “Con profondo dolore, i cristiani avventisti, insieme a tutto il popolo russo, hanno appreso la notizia dei tragici eventi che si sono verificati il 31 dicembre 2018 a Magnitogorsk”, afferma Mikhail Kaminsky, presidente della Chiesa avventista nella Regione Euroasiatica, in una dichiarazione rilasciata all’indomani della tragica esplosione dfi gas che ha provocato il crollo di un edificio nella città russa.

La settimana scorsa, i soccorritori hanno completato le operazioni di salvataggio. Dei 110 residenti nel condominio, 39 sono morti e numerosi altri sono rimasti feriti.

“A nome della Chiesa avventista” continua il presidente “esprimiamo profonda solidarietà alle famiglie delle vittime e di coloro che sono rimasti feriti nell’esplosione e nel successivo crollo dell’ingresso dell’edificio residenziale di Magnitogorsk. Preghiamo il Signore per la salute di tutti coloro che soffrono per questa disgrazia e chiediamo in particolare a Dio di dare consolazione e forza a quanti hanno perso i loro cari, affinché possano sopportare il peso di tali insostituibili perdite”.

Solidarietà della Chiesa avventista nordamericana alla comunità ebraica di Pittsburgh

Solidarietà della Chiesa avventista nordamericana alla comunità ebraica di Pittsburgh

Il dolore per le vittime della sparatoria. Un appello alla preghiera e a “unirsi per aiutare tutti coloro che sono stati colpiti da questi atti odiosi”.

Notizie Avventiste – In una dichiarazione, la Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno del Nord America ha espresso profonda tristezza e preoccupazione dopo la sparatoria avvenuta il 27 ottobre, durante i servizi sabatici, in una sinagoga di Pittsburgh, in Pennsylvania. Undici persone hanno perso la vita e altre quattro sono rimaste ferite.

“La nostra solidarietà e le nostre preghiere vanno alle famiglie delle persone uccise e a tutti i nostri fratelli e sorelle ebrei” afferma il documento che porta la firma del presidente Daniel R. Jackson, del segretario Alexander Bryant e del tesoriere Thomas Evans, le tre più alte cariche della denominazione in America del nord.

“Gli Stati Uniti” continua “sono stati fondati sulla promessa della libertà religiosa e quando a un gruppo di fede è tolto questo diritto, tutti noi soffriamo. Niente è più sacro del diritto di adorare il nostro Dio nella sicurezza dei nostri santuari con coloro che amiamo”.

La dichiarazione prosegue affermando la ricchezza della diversità.
“Siamo anche turbati per gli altri recenti atti di violenza e di odio che servono a dividere questo paese” aggiungono i tre vertici della Chiesa “La nostra diversità ci rende più forti; riflette le culture, le religioni e le etnie del mondo”.

Un appello alla solidarietà e alla preghiera chiude il documento.
“È in momenti come questi che gli americani devono unirsi per aiutare tutti coloro che sono stati colpiti da questi atti odiosi. Non c’è razza, genere, etnia o religione nel momento del bisogno. Siamo tutti figli di Dio e abbiamo bisogno della compassione e del suo amore. Chiediamo a tutte le persone, indipendentemente dalla loro fede, di pregare per la guarigione dei cuori spezzati, dei feriti e di coloro che piangono la perdita dei loro cari. Dio ci chiama a trattare tutti con compassione e amore, specialmente le persone diverse da noi stessi. Possiamo e dobbiamo fare meglio”. (lf)

 

Profonda preoccupazione della Chiesa avventista europea sulla situazione dei rifugiati

Profonda preoccupazione della Chiesa avventista europea sulla situazione dei rifugiati

“Facciamo appello a tutti i leader perché trovino una soluzione adeguata per arrestare questo massacro”, affermano i dirigenti della denominazione in una dichiarazione diffusa il 4 luglio.

Notizie Avventiste – I dirigenti della Regione intereuropea (Eud) della Chiesa, organismo che raggruppa le Unioni avventiste di vari Paesi del vecchio continente, hanno diffuso un documento in cui esprimono grande preoccupazione sulla situazione di rifugiati e migranti.

“Non si può restare insensibili davanti alla sofferenza di così tante persone” evidenzia la dichiarazione che rivolge un appello ai governanti perché trovino presto una soluzione adeguata.

Il documento afferma:

“Da mesi ormai, quasi ogni giorno, le prime pagine di giornali, europei e non, trasmettono la tragedia in corso nel Mediterraneo. Ci sono rifugiati che arrivano dalle coste dell’Africa con la speranza di porre fine alla loro disperazione. Ma sfortunatamente non è così. Molti rifugiati non sanno cosa li aspetta lungo il loro esodo. Sfortunatamente, sono coinvolti anche bambini innocenti, costretti a vivere una tragedia che porteranno con loro per sempre, se sopravvivono.

La situazione dei migranti continua a essere traumatica.

I membri della Regione intereuropea della Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno esprimono dolore nell’apprendere notizie dei migranti in fuga e dei tanti che annegano in mare. Non siamo insensibili all’angoscia di coloro che non vengono salvati, specialmente allo sguardo dei genitori che vedono affogare i propri figli o dei bambini che vedono annegare i loro genitori.

Non siamo insensibili alle immagini riportate dai giornali, dove ancora una volta vediamo bambini senza vita. Una situazione raccapricciante e inaccettabile.

Mentre i leader sono impegnati a discutere la soluzione appropriata, che sembra essere sempre più remota, l’elenco degli annegati e dei dispersi continua ad aumentare.

Come Chiesa avventista esprimiamo profonda preoccupazione per il prolungamento di questa tragedia e facciamo appello a tutti i governanti che hanno il compito di cercare una soluzione adeguata, di trovarla rapidamente per fermare questo massacro.

Come cristiani e credenti, non possiamo e non vogliamo rimanere insensibili davanti a ogni vita umana che soccombe così violentemente, specialmente quando si tratta di bambini.

Comprendiamo quanto sia importante per un governo proteggere i suoi confini, ma chiediamo anche ai leader stessi di considerare il valore del loro intervento risolutivo.

Siamo consapevoli che la stragrande maggioranza di questi migranti cerca rifugio dalla disperazione che li ha assaliti da tempo. Nessuno vuole lasciare il proprio Paese, la propria città dove è nato e cresciuto. Non stiamo parlando di abitudini, ma piuttosto di necessità da soddisfare e di protezione che è in cima alla lista. E quando ciò non avviene, la disperazione prende il sopravvento e la gente decide anche di gettarsi nel vuoto. Molti purtroppo non saranno in grado di parlarne.

Non è difficile immaginare lo stato d’animo di coloro che intraprendono il viaggio in mare, costretti a salire su barche che, lo sanno già, non sono assolutamente sicure. Ma purtroppo la disperazione si aggiunge alla fuga dalla tortura, dalle violenze, dalla schiavitù che hanno incontrato lungo il loro esodo. Non siamo insensibili a questo scenario.

Come Chiesa avventista abbiamo stabilito una giornata mondiale dedicata ai migranti, in cui li incontriamo, li facciamo parlare, li invitiamo a condividere le ragioni delle loro scelte coraggiose. Le loro storie non hanno bisogno di commenti.

In tutto il mondo, e specialmente in Europa, Adra (Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso) offre il suo sostegno incomparabile per venire incontro alle esigenze dei migranti dove ciò è possibile.

Nella Bibbia, la questione del migrante è chiaramente espressa dal Signore stesso, che fa appello a prendere in considerazione coloro che sono costretti a lasciare il loro Paese.

Come Chiesa avventista, chiediamo a tutte le autorità, religiose o meno, di unirsi in preghiera per chiedere al Signore di convincere coloro che devono intervenire perché lo facciano il più presto possibile e con decisione”.

[Foto: Adventist Help Archive]

Dichiarazione sull’escatologia riafferma il ruolo della profezia biblica e le sue implicazioni missionologiche

Dichiarazione sull’escatologia riafferma il ruolo della profezia biblica e le sue implicazioni missionologiche

EudNews/Maol – Teologi e amministratori avventisti si sono incontrati a Roma per la quarta Conferenza biblica internazionale. Insieme hanno votato una dichiarazione di consenso al termine dell’evento, il 20 giugno. Il tema della conferenza era l’escatologia biblica, che studia gli eventi della fine secondo la Bibbia. Il documento votato ribadisce la comprensione avventista della profezia biblica, degli eventi finali e delle sue implicazioni missionologiche per la chiesa. Riportiamo il testo completo del documento approvato.

Dichiarazione di consenso

Introduzione
La IV Conferenza biblica internazionale si è tenuta a Roma, dall’11 al 21 giugno 2018, sul tema «Escatologia biblica». Circa quattrocento studiosi, pastori, professori e leader avventisti, che condividono un profondo impegno per la Scrittura e una visione biblica del mondo, sono arrivati da tutto il mondo per esplorare le prospettive bibliche, teologiche, storiche, etiche, missionologiche e scientifiche dell’escatologia. L’obiettivo della Conferenza era quello di affermare e studiare l’escatologia biblica, favorire l’amicizia e l’unità, e realizzare un rinnovato senso dei tempi in cui viviamo, in modo da essere meglio equipaggiati per servire il Signore e la sua chiesa. Abbiamo ricevuto arricchimento spirituale e intellettuale tramite lo studio della Bibbia, le meditazioni, i momenti dedicati alla preghiera, le conferenze, le discussioni e le visite istruttive a importanti siti biblici, storici e archeologici.

Come avventisti del settimo giorno, siamo spinti dalla personale e profonda convinzione dell’imminenza del ritorno di Cristo in quanto evento letterale, visibile, personale e mondiale. Siamo profondamente consapevoli delle sfide che presenta l’approccio storicistico all’escatologia biblica. Queste sfide includono: gli approcci preterista, futurista e idealista ai libri di Daniele e Apocalisse; le cosmologie scientifiche che generano scetticismo verso una risoluzione divina e soprannaturale del problema del peccato e della morte; e la speculazione su cose che non sono state rivelate.

Dichiarazione di affermazione
Fedeli ai principi sola e tota Scriptura, affermiamo che la Chiesa avventista del settimo giorno, sorta all’adempimento della profezia biblica sulla vicinanza della fine della storia terrena, ha una prospettiva escatologica quale parte integrante della sua teologia, del suo messaggio e della sua missione.

Affermiamo che l’escatologia ha origine nel Dio trino. Quando il tempo previsto si adempì, Dio Padre mandò suo Figlio, Gesù Cristo, per riscattarci e adottarci come suoi figli (cfr. Ga 4:4-5) e portare avanti il suo progetto di salvezza, che culminerà nel glorioso regno di Gesù dopo la sua parusia.

Affermiamo che Gesù Cristo, vissuto sulla terra, morto ed risorto, è il centro della nostra speranza escatologica. Egli, attraverso lo Spirito Santo, conferma i singoli credenti quali figli ed eredi di Dio, mentre attendono con impazienza la liberazione finale da ogni corruzione (cfr. Ro 8:14-25). Per mezzo dello Spirito Santo, Cristo guida la sua chiesa alla corretta comprensione e interpretazione della Scrittura, e verso l’adempimento della sua missione; e ci conduce a una gioiosa obbedienza alla sua parola.

Affermiamo che l’escatologia biblica rappresenta la soluzione storica e completa di Dio ai problemi causati dall’ingresso del peccato nell’universo.

Affermiamo che nell’escatologia biblica Dio conferma le sue promesse e incoraggia il suo popolo a vivere in modo significativo alla luce dell’eschaton.

Affermiamo che l’accuratezza storica del resoconto biblico sulla creazione, la caduta [nel peccato] e il diluvio universale è essenziale per una corretta comprensione dell’escatologia biblica.

Affermiamo che i libri apocalittici di Daniele e Apocalisse sono fondamentali per comprendere l’escatologia biblica e che il metodo storicistico è l’approccio giusto per interpretarli.

Affermiamo i messaggi dei tre angeli di Apocalisse 14, le loro verità interconnesse sul vangelo eterno, il ministero di Cristo nel santuario in cielo, i comandamenti di Dio, incluso il sabato e la testimonianza di Gesù, il giudizio pre-avvento, il ritorno di Cristo che risusciterà e redimerà il suo popolo dalla terra, il millennio in cielo, il giudizio finale sul peccato e sui peccatori e la loro distruzione nel lago di fuoco, che è la morte seconda, la ri-creazione da parte di Dio di questa terra quale dimora eterna del suo popolo.

Affermiamo la nostra responsabilità nella cura della creazione di Dio, incluso il nostro corpo in quanto tempio dello Spirito Santo, e nel riflettere il carattere d’amore di Dio verso tutte le persone, esortandole ad accettare questo messaggio finale di speranza per un mondo che sta morendo.

Implicazioni missionologiche
Tutti i membri della Chiesa cristiana avventista del settimo giorno dovrebbero condividere questa visione escatologica con il mondo intero. Tra il cresciuto scetticismo nei confronti di questa speranza futura e i futili tentativi di costruire un paradiso sulla terra, accettiamo la sfida di proclamare questa escatologia biblica nei nostri vari contesti e ci impegniamo a trovare approcci efficaci per affrontare queste sfide.

[Foto credit: Andreas Mazza]

Il coraggio della pace

Il coraggio della pace

Dichiarazione della Chiesa cristiana avventista in Germania nel Centenario della fine della Prima guerra mondiale.

Notizie Avventiste – In occasione del Centenario della fine della Prima guerra mondiale, la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno in Germania ha rilasciato la dichiarazione “Il coraggio della pace”, pubblicata nel numero di febbraio della rivista Adventisten heute. Nel documento, informa l’agenzia stampa Apd dal sito Eud, i dirigenti della Chiesa raccomandano ai fedeli di non partecipare, direttamente o indirettamente, a nessun conflitto armato.
“Quando termina una guerra non significa che abbia inizio la pace”, esordisce la dichiarazione. Si tratta di una lezione appresa dal primo conflitto mondiale, preludio alla guerra moderna che si avvale delle nuove tecnologie. Guerra informatica, attacchi con droni, minacce di armi chimiche, terrorismo globale, il modo di combattere oggi è cambiato ancora una volta in maniera radicale, e spesso non si distinguono più chiaramente i fronti e le parti in conflitto.

Non solo guerra
In ricordo della fine della Prima guerra mondiale, avvenuta l’11 novembre 1918, e in considerazione dei nuovi potenziali pericoli, i leader della Chiesa avventista tedesca hanno voluto ribadire la loro posizione cristiana, come era già avvenuto nella dichiarazione “Schuld und Versagen” (Colpa e fallimento) del 2014. Bisogna tener presente che la guerra non è mai giusta. “Dietro ogni conflitto militare si celano interessi, aperti e nascosti, che non sono guidati dalla pura ricerca della giustizia”, afferma la dichiarazione. Il destino delle persone nelle aree di conflitto è spesso ritenuto di secondaria importanza. Per questo motivo, i comitati delle Unioni avventiste della Germania occidentale e meridionale già sottolineavano nel dicembre 1983: “Oggi ripudiamo la guerra in qualsiasi forma”. Il rischio di conflitti genera paura e porta a una continua corsa agli armamenti, così la pace è costantemente minacciata. Ma anche un eccessivo nazionalismo, demarcato in maniera aggressiva, suscita timori e minaccia la pace; inoltre la produzione industriale di armi è un importante fattore economico.

Ambasciatori di pace e riconciliazione
La dichiarazione evidenzia: “Gesù Cristo chiamò i suoi seguaci ad essere costruttori di pace”. Quando le persone vivono in pace con Dio, cercano anche la pace con gli uomini, perché essa è indivisibile e permea tutti gli aspetti della vita. Per questo motivo, la dichiarazione del 2014 della Chiesa avventista tedesca, in occasione dei 100 anni dallo scoppio della Grande guerra, afferma anche: “Crediamo che, agendo come ambasciatori di pace e riconciliazione nell’ambiente che li circonda, i seguaci di Gesù applichino meglio i consigli delle Sacre Scritture”.

Nessun servizio volontario nelle forze armate tedesche (Bundeswehr)
Pertanto, la Chiesa raccomanda agli avventisti, giovani e adulti, di “non partecipare in una guerra né direttamente, tramite il servizio volontario nelle forze armate tedesche, né indirettamente, aiutandone la preparazione tramite la produzione di armi e loro accessori, e l’informatica”. Dopo la cessazione del servizio militare obbligatorio nel 2011, le forze armate tedesche offrono incentivi alla leva volontaria, tra cui formazione professionale e laurea. “La nostra Chiesa non incoraggia a entrare nell’esercito, per la sua posizione di non combattente basata sulla Bibbia… “, precisa il documento, citando una frase del past. Ted N. C. Wilson, presidente della denominazione mondiale, che sottolinea come la Chiesa avventista non abbia mai abbandonato, sin dalla sua fondazione, la “testimonianza storica per la pace e il servizio di non combattente”.

La costruzione della pace inizia intorno a noi
“La pace inizia dalle relazioni umane intessute nel proprio ambiente e continua fino a raggiungere una più ampia responsabilità sociale”, dichiara ancora il documento. Contribuiscono anche alla pace l’impegno a favore della libertà religiosa, la lotta alla povertà tramite l’istruzione, la prevenzione della salute attraverso gli ospedali e l’educazione a uno stile di vita sano, il sostegno umanitario e alla qualità della vita grazie al servizio dell’Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso (Adra) e l’Associazione avventista per il benessere (Advent-Wohlfahrtswerk – Aww). Perdono, pace e giustizia prosperano solo sulla base della non violenza, proprio come Gesù Cristo ha dimostrato con la sua vita e la sua morte. Pertanto, gli avventisti del 7° giorno sono chiamati a esercitare la loro responsabilità in questo mondo, senza violenza. Crediamo che, con il ritorno di Gesù, “sopraggiungerà” il regno di pace di Dio, perciò, dovremmo già avvicinarci a questo regno oggi, tramite il nostro comportamento.

Una decisione quasi unanime
La dichiarazione “Il coraggio della pace” (Mut zum Frieden) è stata approvata, con un solo voto contrario, durante il Consiglio di fine anno, dai 51 membri del Comitato della Chiesa avventista tedesca, tenutosi ad Altena, in Vestfalia, nel dicembre 2017. In Germania ci sono circa 35.000 avventisti che si riuniscono in 558 chiese.

Non combattenti già durante la guerra civile americana
Il past. Holger Teubert, direttore del Dipartimento per l’obiezione di coscienza e la pace della denominazione in Germania, ha riferito che la Chiesa avventista fu organizzata mentre era in corso la guerra civile americana (1861-1865). A quel tempo gli avventisti erano solo 3.500 e vivevano tutti negli Stati dell’Unione (Stati del nord) degli Stati Uniti. Erano fermi oppositori della schiavitù. Tuttavia, a causa della loro convinzione cristiana, rifiutarono di porre fine alla schiavitù con la forza delle armi. Il governo dell’Unione riconobbe loro lo status di “non combattenti” e gli avventisti coscritti poterono svolgere il loro dovere nel servizio medico non armato. Ma accadde che ufficiali subordinati negarono questo diritto e in diversi furono inviati, contro la loro volontà, nelle truppe combattenti. Coloro che rifiutarono di imbracciare le armi furono minacciati di passare per la corte marziale e la fucilazione. In una tale situazione, fu lasciato alla coscienza dell’individuo di decidere se obbedire agli ordini dei propri superiori.

Non combattenti durante la Prima guerra mondiale, tranne in Germania
Il past. Teubert ha anche spiegato che questo atteggiamento verso il servizio militare caratterizza ancora oggi gli avventisti. Durante la Grande guerra, la Chiesa continuò a mantenere la posizione di non combattente negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in altri Paesi. In Inghilterra, circa 130 avventisti arruolati prestarono servizio militare non combattente. Costretti, alcuni di loro rifiutarono di imbracciare le armi e furono  inviati nella famigerata prigione di Dartmoor, dove subirono gravi abusi. In Russia, circa 500 avventisti vennero arruolati nell’esercito e molti erano non combattenti. 70 di loro furono mandati in prigione o nei campi di lavoro non avevano voluto prendere le armi.

Tuttavia, in una circolare del 2 agosto 1914, la dirigenza della Chiesa avventista in Germania e Austria-Ungheria raccomandò ai membri coscritti “di adempiere i nostri doveri militari con gioia e cordialità”, “fare uso delle armi” e anche di “svolgere azioni militari di sabato”. Non tutti gli avventisti furono d’accordo con questo atteggiamento, coloro che si rifiutarono di prendere le armi dovettero subire dure conseguenze. Il past. Teubert ha parlato dei 20 avventisti che furono condannati al confino in Germania, durante la Prima guerra mondiale: cinque morirono in prigione o subito dopo il loro rilascio, a causa dei maltrattamenti.

Nel 1920, i responsabili della Chiesa avventista tedesca ritirarono la loro dichiarazione sul servizio militare e si pentirono di averla emessa, ha riportato ancora il past. Teubert. La questione fu ripresa nella dichiarazione “Schuld und Versagen” (Colpa e fallimento) rilasciata nel 2014 in occasione dei 100 anni dallo scoppio della Grande guerra. La denominazione convenne che l’allora dirigenza “non fu all’altezza delle sue responsabilità nei confronti delle chiese e accusò ingiustamente i membri che non condivisero la loro opinione e si dichiararono non combattenti, subendo in alcuni casi le persecuzioni dalle autorità dello Stato”. La dirigenza della Chiesa si scusò con “i figli e i discendenti” di coloro che all’epoca furono ingiustamente accusati per il loro “fallimento” nella guerra: “Abbiamo imparato dalla nostra dolorosa storia che i figli di Dio sono chiamati ad essere persone di pace e a rifiutare tutte le forme di violenza contro persone innocenti”.

Servizio civile e soldati adibiti alle costruzioni
Prima della riunificazione, nella Repubblica Federale Tedesca non esisteva il servizio militare medico non combattente, per questo la Chiesa avventista della Germania dell’Ovest raccomandò ai membri in età di leva di avvalersi del loro diritto di obiezione di coscienza e di prestare servizio civile. Secondo il past. Teubert, quasi tutti gli avventisti seguirono l’indicazione. Nella Repubblica Democratica Tedesca (Rdt) non esisteva il servizio civile, ma solo la possibilità di prestare servizio non combattente come soldati adibiti alle costruzioni. La maggior parte degli avventisti di leva ingrossarono le fila dei soldati da costruzione, nonostante questo comportasse una serie di svantaggi professionali.

(Fonte: Agenzia Stampa Avventista – Apd; EudNews)

(Foto: Matthias Mueller/churchphoto.de)

La Chiesa avventista in America del nord ha diffuso un documento sull’importanza dell’uguaglianza di tutti gli abitanti degli Stati Uniti

La Chiesa avventista in America del nord ha diffuso un documento sull’importanza dell’uguaglianza di tutti gli abitanti degli Stati Uniti

Nella dichiarazione i dirigenti chiedono di difendere la diversità etnica come uno dei punti di forza della nazione.

Notizie Avventiste – Il 17 gennaio, le Chiesa avventista nordamericana ha rilasciato una dichiarazione in cui, ricordando di essere la denominazione cristiana che ha, nel suo seno, la più ampia diversità etnica nel Paese, afferma e difende i diritti e la dignità di tutte le persone e un trattamento equo degli immigrati.

Il documento dichiara:
“Sul piedistallo della Statua della Libertà, antico simbolo di libertà negli Stati Uniti, sono incise le seguenti parole: ‘Datemi i vostri stanchi, i vostri poveri, le vostre masse infreddolite desiderose di respirare liberi, i rifiuti miserabili delle vostre coste affollate. Mandatemi loro, i senzatetto, gli scossi dalle tempeste e io solleverò la mia fiaccola accanto alla porta dorata’. Tuttavia, alcuni oggi mettono in dubbio la presenza di coloro, sulle nostre coste, che provengono da Paesi alle prese con sfide politiche, economiche e disastri naturali.

In quanto denominazione cristiana più etnicamente diversa degli Stati Uniti, la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno difende con orgoglio i diritti di tutti gli uomini, le donne e i bambini, a prescindere dal loro Paese di origine; la parità di diritti garantita dalla Costituzione statunitense; e un trattamento equo degli immigrati e dei rifugiati nel nostro amato Paese.

Quasi ogni cittadino americano discende da genitori immigrati da un territorio straniero, e molti sono arrivati qui con la speranza e la promessa di una vita migliore, resa possibile da una nazione che ha riconosciuto il trattamento equo e paritario di tutti i suoi cittadini. Come gruppo religioso formatosi negli Stati Uniti più di 150 anni fa, celebriamo la libertà religiosa che viene data a tutti coloro che scelgono di vivere e praticare la fede qui. Il nostro Paese si esprime al meglio quando celebriamo la diversità etnica, le differenze culturali e la libertà di espressione religiosa di tutti gli americani.

La Chiesa avventista si unisce ad altre comunità di fede nel chiedere a tutti gli americani di sondare il proprio cuore e cercare la guida di Dio nelle interazioni quotidiane con gli altri. Dio crea tutte le sue creature uguali e offre il suo amore a tutti coloro che lo accettano, indipendentemente dalle loro origini, luogo di nascita o status economico. ‘Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?’ (Ro 8:31)”.

(Fonte: Ann)

Verità biblica e bontà nella fede e nella pratica

Verità biblica e bontà nella fede e nella pratica

Il presidente della Chiesa mondiale ha rilasciato una dichiarazione sull’omosessualità.

Ted N. C. Wilson – Negli ultimi decenni, la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno ha chiaramente affermato, con dichiarazioni e linee guida ufficiali, la sua posizione biblica riguardo alla sessualità. Recentemente, sono state sollevate domande sul credo e le pratiche della Chiesa sull’omosessualità e le questioni a essa correlate. Questa dichiarazione vuole riaffermare la nostra posizione, basata sulla Bibbia, e incoraggiare un approccio cristiano a questo complesso argomento.

In primo luogo, dobbiamo ricordare che “La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno riconosce che ogni essere umano è prezioso agli occhi di Dio e cerca di servire tutti gli uomini e le donne nello spirito di Gesù. Crediamo anche che, per la grazia di Dio e attraverso l’incoraggiamento della comunità di fede, un individuo possa vivere in armonia con i principi della Parola di Dio”.1

Come avventisti, crediamo “che l’intimità sessuale rientri unicamente a far parte della relazione coniugale tra uomo e donna. Questo era il piano stabilito da Dio alla creazione… In tutta la Scrittura viene ribadito questo modello eterosessuale. La Bibbia non offre compromessi in merito a relazioni o attività omosessuali. Atti sessuali al di fuori della sfera matrimoniale eterosessuale sono proibiti”.2

Ci rendiamo conto che questa comprensione non sia in linea con le mutevoli norme sociali, ma in quanto avventisti dobbiamo costruire la nostra fede e la nostra pratica solo sulla parola intramontabile e immutabile di Dio: la Bibbia.

Crediamo che “il matrimonio fu istituito da Dio in Eden e da Gesù fu definito un’unione d’amore, per tutta la vita, fra un uomo e una donna”,3 pertanto “le unioni omosessuali” non sono né bibliche né accettate all’interno della Chiesa cristiana avventista.

Pur capendo che “l’omosessualità è una manifestazione di disturbo e incrinatura delle inclinazioni e delle relazioni umane, causata dall’ingresso del peccato nel mondo”, affermiamo che, a prescindere dal suo orientamento sessuale, ogni individuo è amato da Dio. “Non ammettiamo che alcun gruppo sia messo alla berlina, lasciato in balia della derisione e tanto meno dell’abuso. Tuttavia, la parola di Dio, che trascende i tempi e le culture, non ammette uno stile di vita omosessuale”.4

Per far capire come praticare queste convinzioni, il Comitato esecutivo della Chiesa avventista mondiale ha votato, l’8 aprile 2014, delle linee guida ufficiali contenute nel documento “Responding to Changing Cultural Attitudes Regarding Homosexual and Other Alternative Sexual Practices”.5

Queste linee guida riesaminano l’ideale divino della sessualità e del matrimonio, e affrontano il rapporto della chiesa con la legislazione civile in materia di omosessualità e dei comportamenti sessuali alternativi. Il documento afferma che “la Chiesa Cristiana Avventista del 7° giorno dà valore all’intera parola di Dio come sua massima autorità per quanto riguarda la verità, la dottrina e il modo di vivere”.6

Un paragrafo fondamentale di questo documento, intitolato “The Moral and Religious Freedoms of the Church” (Le libertà morali e religiose della Chiesa), afferma:

“La Chiesa Cristiana Avventista del 7° giorno incoraggia tutte le sue congregazioni, i dipendenti, i pastori e i dirigenti, le organizzazioni e le istituzioni ad affermare gli insegnamenti della Chiesa e le pratiche religiose nei membri, nel lavoro, nell’istruzione e nelle cerimonie di nozze, ivi compresa la celebrazione dei matrimoni. Questi insegnamenti e pratiche religiose, basati sulle istruzioni della Bibbia circa la sessualità, sono ugualmente applicabili alle relazioni eterosessuali e omosessuali. Ammettere o mantenere al suo interno membri che praticano comportamenti sessuali incompatibili con gli insegnamenti biblici, non è coerente con la comprensione della Chiesa sugli insegnamenti della Scrittura. Né sarà accettato che pastori avventisti, o chiese, offrano servizi matrimoniali o strutture alle coppie omosessuali”.7

Il documento sottolinea inoltre che “ogni essere umano, di qualunque genere, razza, nazionalità, classe sociale, fede e orientamento sessuale, merita di essere trattato con rispetto e dignità dalla Chiesa Cristiana Avventista del 7° giorno e dalle entità e le organizzazioni attraverso le quali essa persegue la missione di Dio”.8

In un appello alla fedeltà fino alla fine, Ellen G. White, scrittrice ispirata e co-fondatrice della denominazione, scrisse: “L’intero universo osserva con grande interesse le scene conclusive del conflitto fra il bene e il male. Il popolo di Dio si avvicina ai confini del mondo eterno: che cosa ci può essere di più importante della fedeltà all’Altissimo? In ogni epoca, Dio ha avuto i suoi eroi della fede e ce ne sono ancora oggi. Eroi che, come Giuseppe, Elia e Daniele, non si vergognano di far parte del popolo eletto”.9

Riconoscendo di vivere alla fine dei tempi, restiamo fedeli al credo e al mettere in pratica la parola di Dio, mentre “esprimiamo la verità biblica con la stessa bontà di Gesù”.10

Ted N. C. Wilson è presidente della Chiesa avventista mondiale.

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Note

1 Dichiarazione della Chiesa avventista sull’omosessualità, votata dal Comitato esecutivo della Chiesa avventista mondiale, il 3 ottobre 1999, http://chiesaavventista.it/documenti-ufficiali/dichiarazione-della-chiesa-avventista-sullomosessualita-posizione-della-chiesa/
2 Ibidem.
3 “Dichiarazione della Chiesa avventista sulle unioni omosessuali. Una conferma del matrimonio cristiano”, votata dal Comitato esecutivo della Chiesa mondiale, il 17 ottobre 2012. http://chiesaavventista.it/documenti-ufficiali/dichiarazione-della-chiesa-avventista-sulle-unioni-omosessuali-una-conferma-del-matrimonio-cristiano/
4 Ibidem.
5 “Responding to Changing Cultural Attitudes Regarding Homosexual and Other Alternative Sexual Practices”, votata l’8 aprile 2014 dalla Chiesa avventista mondiale. www.adventist.org/en/information/official-statements/guidelines/article/go/-/responding-to-changing-cultural-attitudes-regarding-homosexual-and-other-alternative-sexual-practice/
6 Ibidem.
7 Ibidem.
8 Ibidem.
9 E. G. White, Prophets and Kings, p. 148.
10 “Responding to Changing Cultural Attitudes Regarding Homosexual and Other Alternative Sexual Practices”, votata l’8 aprile 2014.

 

Dichiarazione sulla «Consulta ecumenica delle chiese»

Dichiarazione sulla «Consulta ecumenica delle chiese»

Maol Il Dipartimento Affari pubblici e Libertà religiosa (Aplr) dell’Unione italiana ha diffuso la seguente dichiarazione:

In relazione a quanto recentemente riportato da talune agenzie di informazione, circa la nascita di una «Consulta ecumenica delle chiese cristiane presenti in Italia» di cui farebbe parte anche la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno, ci riserviamo di precisare quanto segue.

La Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno ha preso parte a una serie di incontri occasionati dalle celebrazioni del quinto centenario della Riforma protestante. Ovvero, diversi rappresentanti di molte chiese presenti in Italia, tra cui la Chiesa cattolica, la Federazione delle chiese evangeliche in Italia; rappresentanti qualificati dell’Ortodossia e della Chiesa anglicana; e rappresentanti dell’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del 7° Giorno, hanno partecipato a un tavolo di confronto e di dialogo finalizzati alla preparazione di alcuni convegni tematici connessi alla ricorrenza della Riforma del XVI secolo e alla sua attualità.

La Conferenza episcopale italiana ha per parte sua offerto alcune sedi prestigiose a Trento e ad Assisi, e una sincera ospitalità, al fine di realizzare i suddetti convegni e facilitarne l’elaborazione.

L’esperienza maturata nel corso della preparazione e della realizzazione di tali convegni è stata certamente positiva, poiché ciascuna chiesa ha potuto declinare con la massima franchezza la propria lettura dei principi che hanno ispirato la Riforma protestante, in spirito di fraterna attenzione e di reciproco ascolto.

Ciò detto, ci preme sottolineare senza ambiguità che questo tavolo di ascolto e di confronto tra esponenti di diverse chiese non dovrebbe ambire a diventare un organismo ecumenico strutturato e formalmente rappresentativo, ma soltanto un organo di collegamento tra chiese che reciprocamente si rispettano e si ascoltano nella comune consapevolezza che su alcune questioni socialmente importanti, come ad esempio la difesa della libertà religiosa e di culto, la solidarietà verso i migranti che giungono nel nostro Paese, potrebbe rivelarsi opportuno far sentire insieme la propria voce nello spazio pubblico.

Cionondimeno, qualora l’attuale tavolo di confronto e di dialogo evolvesse in un organismo strutturato e formalmente rappresentativo, che impegni le chiese ivi rappresentate, come ad esempio un «consiglio ecumenico delle chiese» o qualcosa di simile, i rappresentanti della Chiesa avventista valuterebbero la propria partecipazione solo ed esclusivamente in qualità di osservatori.

 

Sparatoria nella chiesa battista in Texas

Sparatoria nella chiesa battista in Texas


La Chiesa avventista europea esprime vicinanza alle famiglie delle vittime e dei feriti.

EudNews/Notizie Avventiste – Almeno 26 persone sono state uccise e molte altre sono state ferite dopo che un uomo, entrato in una chiesa battista a Sutherland Springs, in Texas, ha aperto il fuoco sui fedeli. È la peggiore strage di massa nella storia moderna del Texas. La vittima più giovane aveva appena 5 anni.

Il tiratore solitario è stato trovato morto dopo essere stato inseguito dai cittadini e dalla polizia.

Mario Brito, presidente della Regione intereuropea della Chiesa cristiana avventista, ha affermato in una dichiarazione: “Sgomenti e scioccati, esprimiamo vicinanza alle famiglie della chiesa battista di Sutherland Spring, in Texas, e soprattutto alle famiglie delle vittime. Non potremo mai consolare coloro che perdono i loro cari, soprattutto quando ciò avviene in modo così crudele.

In questo momento terribile, uniamo le nostre preghiere a quelle delle sorelle e dei fratelli battisti, chiedendo al nostro Signore di rafforzare la loro speranza di rivedere i propri cari un giorno, al ritorno di Cristo.

Preghiamo anche per la famiglia dell’assassino, un giovane di 26 anni che ha deciso di entrare nella storia come spietato criminale, senza rispetto per la vita umana che appartiene solo a Dio.

Viviamo in momenti difficili, in cui il crimine e il terrorismo sembrano prendere il comando. Tuttavia, crediamo fermamente che sia Dio ad avere il controllo della storia del mondo. Per questo ci affidiamo a lui e chiediamo la sua guida e protezione. Chiediamo umilmente a Dio di rendere forte la nostra fede con la sua potenza”.

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