Ho assistito, in diretta, alla «resurrezione» di un uomo sul campo di calcio in cui si disputava la partita degli Europei: Danimarca-Finlandia. Eriksen, ventinovenne faro del calcio danese, al 43’ del primo tempo si è spento. Stavo guardando — da fanatico di questo sport meraviglioso — la partita e sono rimasto paralizzato: perché morire così? Potrei essere io. Ho cercato di contrastare lo smarrimento con la risorsa che ho per affrontare il mistero: pregare. Non nel tentativo di cambiare la realtà, ma perché le persone coinvolte avessero la forza di affrontarne le conseguenze. La preghiera non serve a cambiare i