Papà. Il docufilm sulla paternità

Papà. Il docufilm sulla paternità

“Papà” è il film documentario interculturale che raccoglie l’esperienza di sei padri di altrettante nazioni diverse durante una giornata in famiglia: dalla sveglia mattutina alla colazione, ai compiti, al tempo libero, alla preghiera della buona notte. La routine è fatta di preziosi istanti che accomunano la vita quotidiana di tanti papà e dei loro figli in ogni parte della terra.

Il progetto, realizzato dai centri media della Chiesa cristiana avventista in Europa (Eud e Ted), valorizza una figura che spesso tende a restare nell’ombra rispetto al ruolo materno nell’immaginario comune. La paternità è un’esperienza complessa nella società di oggi.

Cosa significa essere papà? Quali sono le difficoltà, le gioie, le paure? Questi gli interrogativi cui il lungometraggio prova a dare una risposta.

Guarda il film.

 

Prima visione – “Green Book”

Prima visione – “Green Book”


In questo numero di Prima Visione, parliamo con Peter Ciaccio, dell’associazione protestante Cinema Roberto Sbaffi, di Green Book un film di genere drammatico, commedia del 2018, diretto da Peter Farrelly, con Viggo Mortensen e Mahershala Ali.

New York City, 1962. Tony Vallelonga, detto Tony Lip, fa il buttafuori al Copacabana, ma il locale deve chiudere per due mesi a causa dei lavori di ristrutturazione. Tony ha moglie e due figli, e deve trovare il modo di sbarcare il lunario per quei due mesi. L’occasione buona si presenta nella forma del dottor Donald Shirley, un musicista che sta per partire per un tour di concerti con il suo trio attraverso gli Stati del Sud, dall’Iowa al Mississipi. Peccato che Shirley sia afroamericano, in un’epoca in cui la pelle nera non era benvenuta, soprattutto nel Sud degli Stati Uniti. E che Tony, italoamericano cresciuto con l’idea che i neri siano animali, abbia sviluppato verso di loro una buona dose di razzismo.

Prima visione – “Spiderman: un nuovo universo”

Prima visione – “Spiderman: un nuovo universo”


In questo numero di Prima Visione, parliamo con Peter Ciaccio, dell’associazione protestante Cinema Roberto Sbaffi, di Spider-Man: Un Nuovo Universo, un film di genere animazione, azione, family, fantascienza, del 2018, diretto da Bob Persichetti, Peter Ramsey, Rodney Rothman, con Shameik Moore e Jake Johnson.

Miles Morale è un ragazzo afro-ispanico di New York che è appena entrato in una scuola relativamente esclusiva, dove però si sente fuori luogo. Qui infatti non conosce nessuno e suo padre, un poliziotto che detesta Spider-Man, non lo aiuta mettendolo in imbarazzo. Miles si rifugia dallo zio, che asseconda invece la sua passione da street artist, ma durante una escursione nei sotterranei di New York Miles viene morso da un ragno radioattivo. Il giorno dopo, sconvolto da sorprendenti poteri che somigliano a quelli di Spider-Man, torna a cercare il ragno e finisce per assistere a uno scontro tra l’eroe e vari villain, durante il quale un esperimento per aprire un varco dimensionale ha effetti imprevisti. Presto Miles scoprirà che non c’è un solo Uomo Ragno!

(da comingsoon.it)

Prima visione – “Cold War”

Prima visione – “Cold War”


In questo numero di Prima Visione, parliamo con Peter Ciaccio, dell’associazione protestante Cinema Roberto Sbaffi, di Cold War, film di genere drammatico del 2018, diretto da Pawel Pawlikowski, con Joanna Kulig, Tomasz Kot, Borys Szyc, Agata Kulesza, Cédric Kahn, Jeanne Balibar.

Nella Polonia comunista degli anni Cinquanta/Sessanta due giovani si amano ma devono affrontare gli ostacoli dell’epoca.

Prima visione – “Il ritorno di Mary Poppins”

Prima visione – “Il ritorno di Mary Poppins”


In questo numero di Prima Visione, parliamo con Peter Ciaccio, dell’associazione protestante Cinema Roberto Sbaffi, di Il ritorno di Mary Poppins, un film di genere family, fantasy, musicale del 2018, diretto da Rob Marshall, con Emily Blunt e Meryl Streep.

Vent’anni prima danzavano tra i comignoli di Londra, scortati dalla tata magica Mary Poppins e un bizzarro gruppo di spazzacamini saltellanti.
Il Ritorno di Mary Poppins, ambientato negli anni 30, vede i piccoli Michael e Jane Banks ormai cresciuti. Mary Poppins torna per aiutare la nuova generazione della famiglia Banks a ritrovare la gioia di vivere e il senso della meraviglia.

Prima visione – “Bohemian Rhapsody”

Prima visione – “Bohemian Rhapsody”


In questo numero di Prima Visione, parliamo con Peter Ciaccio, dell’associazione protestante Cinema Roberto Sbaffi, di Bohemian Rhapsody, un film di genere Biografico, Drammatico, Musicale del 2018, diretto da Bryan Singer, con Rami Malek, Lucy Boynton, Gwilym Lee, Ben Hardy, Joseph Mazzello, Aidan Gillen.

Il film ricostruisce la meteorica ascesa della band attraverso le sue iconiche canzoni e il suo sound rivoluzionario, la sua crisi quasi fatale, man mano che lo stile di vita vita di Mercury andava fuori controllo, e la sua trionfante reunion alla vigilia del Live Aid, quando Mercury, afflitto da una gravissima malattia, condusse la band in una delle performance più grandiose della storia del rock.

La storia di Operazione Whitecoat raccontata in un documentario

La storia di Operazione Whitecoat raccontata in un documentario

Migliaia di avventisti obiettori di coscienza furono utilizzati come volontari nelle ricerche americane di biodifesa durante la guerra fredda.

Notizie Avventiste – Operazione Whitecoat è diventato un documentario che racconta la storia di oltre 2.300 avventisti, non combattenti e obiettori di coscienza, che hanno partecipato come volontari ai test delle ricerche di biodefensa americana dal 1954-1973, durante la guerra fredda. Il filmato evidenzia anche la straordinaria dedizione di questi uomini ai loro principi di fede (per cui non volevano svolgere il servizio di leva armata) e il loro grande coraggio nel partecipare a test i cui risultati vanno ben oltre la biodefesa militare.

151 studi medici in 19 anni hanno permesso di raccogliere una vasta quantità di dati sulle malattie che si verificano naturalmente. Anche se si tratta di una questione non esente da controversie, rimane il fatto che tredici importanti vaccini, utilizzati ancora in tutto il mondo, sono stati sviluppati e testati per la sicurezza e l’efficacia durante Operazione Whitecoat. I vaccini ancora in uso oggi sono: febbre gialla, epatite A, peste, tularemia, tifo, febbre della Rift Valley, febbre Q, encefalite equina venezuelana, encefalite equina occidentale, encefalite equina orientale, febbre purpurica delle Montagne Rocciose, chikungunya e adenovirus.

In un’intervista pubblicata da Adventist Review, il colonnello Randall Larsen, regista del filmato, spiega che cosa lo ha portato a realizzare questo documentario e che cosa spera che la sua visione lasci nel pubblico.

Il colonnello, ex pilota e formatore dell’aeronautica statunitense, ha iniziato a lavorare nel campo della biodifesa nel 1994. “Ho sentito parlare degli uomini di Whitecoat nel 1996 ma non conoscevo praticamente nessun dettaglio importante”, racconta Larsen, “Poi un collega mi ha suggerito di realizzare un film sulla vicenda”.

Dopo aver terminato di girare “If Not Me, Then Who?” (Se non io, chi?) un cortometraggio che racconta l’esperienza del dott. Lewis Rubinson, partito volontario nel 2014 per lavorare in un ospedale della Sierra Leone durante l’epidemia di ebola, Larsen ha iniziato le ricerche su Operazione Whitecoat. Era il 2015 e durante i 18 mesi trascorsi a raccogliere foto, clip video e altro materiale per il documentario, il colonnello ha avuto occasione di incontrare alcuni volontari di Whitecoat e ascoltare le loro testimonianze.

“Ho intervistato più di due dozzine di volontari”, continua Larsen, “in varie città e stati, viaggiando da una costa all’altra: Riverside in California, Loveland in Colorado, Hays in Kansas, Orlando in Florida; Alessandria in Virginia, e Frederick nel Maryland. Tutti questi uomini mi hanno fatto venire in mente una sola parola per definirli, ‘signori’. Erano così educati, così per bene, e alcuni di essi erano anche medici. Sono rimasto veramente impressionato dalla loro dedizione e del loro impegno nel servizio verso la comunità e il Paese. Gli oltre 2.300 avventisti che hanno partecipato a Operazione Whitecoat, dal 1954 al 1973, hanno servito il loro Paese in qualità di obiettori di coscienza non combattenti o, come preferiscono essere riconosciuti, ‘cooperatori coscienziosi’”

Fin dal primo giorno di realizzazione, il regista ha voluto evidenziare tre aspetti: la fedeltà dei volontari ai loro principi religiosi e patriottici, il loro coraggio nel farlo e il loro contributo che va ben oltre la biodifesa.

“Uno dei grandi piaceri che ho sperimentato durante questo progetto cinematografico è stato far capire ai volontari di Whitecoat lo straordinario contributo che hanno dato (e continuano a dare) alla salute pubblica globale. Tredici dei vaccini testati su di loro in Operazione Whitecoat sono ancora in uso oggi. Molte delle procedure di sicurezza utilizzate attualmente nei laboratori di tutto il mondo, sono state sviluppate durante operazione Whitecoat. Molti di questi uomini non si rendevano conto di aver contribuito a salvare numerose vite umane”.

Il documentario vuole essere, per il regista, un omaggio all’impegno, al coraggio e al contributo dei partecipanti a Operazione Whitecoat.
“Sono loro e le loro famiglie il pubblico primario”, conclude Larson, “Spero anche che gli avventisti possano conoscere meglio questi uomini straordinari e che la chiesa utilizzi il film per facilitare la discussione sugli obiettori di coscienza non combattenti, l’etica e il servizio verso la propria comunità e il proprio Paese. Infine vorrei che questa storia raggiunga un pubblico più ampio”.

Per saperne di più: www.operationwhitecoatmovie.com

(Foto: Randall Larsen)

 

La storia dietro il film su Desmond Doss

La storia dietro il film su Desmond Doss

Notizie Avventiste – Il mese scorso, il medico e colonnello in pensione Charles Knapp, presidente del Desmond Doss Council, ha spiegato alla rivista Spectrum com’è stata realizzata “La battaglia di Hacksaw Ridge”. Attualmente in proiezione nei cinema italiani, il film racconta le vicende dell’infermiere avventista Desmond Doss, eroe della seconda guerra mondiale e obiettore di coscienza, che salvò 75 soldati feriti nella battaglia di Okinawa. Per questo fu insignito della medaglia d’onore della Congresso statunitense, la più alta onorificenza mai assegnata a un obiettore di coscienza. Pubblichiamo un estratto dell’intervista.

Che cos’è il Desmond Doss Council?
È un organismo formato nel 2000 su richiesta specifica di Desmond Doss, per curare la sua documentazione e la sua immagine una volta scomparso (Desmond Doss è morto nel 2006). Era un personaggio pubblico, aveva ricevuto la Medaglia d’Onore, e il Council doveva salvaguardare i diritti intellettuali della sua storia.

L’idea di realizzare un documentario è stata discussa a lungo, ma Doss chiedeva che si tenesse conto di alcune specifiche richieste. Precedenti accordi con case di produzioni (negli anni 1970 e all’inizio del 1980) erano sfumati perché non voleva che la sua storia fosse romanzata. Chiedeva che fosse raccontata in maniera accurata e secondo i fatti realmente accaduti.

Il Council è stato formato appositamente per sondare la possibilità di realizzare un documentario. Ottimo il lavoro di Terry Benedict che ha prodotto il documentario “The Conscientious Objector”, molto ben accolto e vincitore di diversi premi nel 2004 al Cinequest Film Festival in California. Il Council mette a disposizione diverso materiale sul sito desmonddoss.com.

Guarda un breve video sull’obiezione di coscienza.

Era necessario avere un altro film su Doss?
Il documentario è completamente diverso dal film “La battaglia di Hacksaw Ridge”. È in qualche modo il retroscena della storia. Terry Benedict è riuscito a trovare una mezza dozzina di commilitoni di Doss o che erano stati salvati da lui. Nel documentario sono loro che raccontano la storia, ed è molto toccante.

Si aspettava le 6 nomination agli Oscar?
Mi limito a dire che i critici continuano a lodare Hacksaw Ridge. È definito uno dei migliori film di guerra mai prodotto. Ha ottenuto il 93 per cento su Rotten Tomatoes, il sito che presenta le votazioni della critica dei film. Al termine della proiezione all’Academy degli Oscar, il regista Mel Gibson e l’attore Andrew Garfield (che interpreta Desmond Doss) hanno ricevuto una standing ovation. Il film ha ottenuto una standing ovation di dieci minuti al Festival di Venezia, dove è stato presentato in anteprima internazionale. Sono fiducioso.

La fede avventista di Doss è presentata positivamente nel film. Come si è arrivati a dare questo taglio finale?
Realizzare “La battaglia di Hacksaw Ridge” è stato un processo lungo. Abbiamo iniziato con l’aiuto di Terry Benedict. Abbiamo trascorso circa un anno e mezzo a negoziare su come raccontare la storia della vita di Desmond Doss, quale linguaggio usare. Secondo le nostre richieste, gli sceneggiatori non potevano romanzare i fatti, le credenze di Doss dovevano essere espresse correttamente, la chiesa doveva essere adeguatamente rappresentata. Alla fine, nel febbraio 2015, la realizzazione del film è stata affidata a Mel Gibson. Ho avuto il privilegio di essere sul set varie volte durante le riprese.

Che cosa dire delle scene crude presenti nel film?
Il film di Gibson “La passione di Cristo”, è stato criticato. Non vogliamo vedere l’orrore della tortura o l’orrore della guerra. Ma qui non c’è violenza gratuita. Abbiamo parlato con i sopravvissuti della guerra, ora novantenni, che hanno visto il film e hanno tutti riconosciuto: “Sì, è esattamente com’era”. L’accordo sui diritti non prevedeva che il film fosse vietato ai minori di 13 anni, anche se c’era la preferenza. Mel Gibson ha detto che, a causa della violenza, sarebbe stato vietato ai minori di 16 anni non accompagnati da un adulto. Mi hanno chiesto e ho risposto di sì, e il Desmond Doss Council ha approvato.

Ho invitato i leader della chiesa mondiale e nordamericana a visionare il film prima che uscisse. Il messaggio del film è potente. Racconta la storia senza moralismi, prediche, giudizi, ecc. Gli spettatori escono dal cinema apprezzando il film oppure no. Ma questo non è importante. Non è un film che si dimentica presto. Darà lo spunto per tante conversazioni sulla fede, la coscienza personale, il bullismo e la redenzione. Il ragazzo che bullizza Doss muore tra le sue braccia sul campo di battaglia e c’è una scena di riscatto tra Doss e suo padre. Il tema della redenzione percorre tutto il film.

Ho guardato “La battaglia di Hacksaw Ridge” con i dirigenti dell’Associazione dei veterani di guerra, dell’American Legion e dei cappellani militari. Hanno detto che il film è un testimonial del PTSD (disturbo da stress post traumatico). Il film non usa la parola specifica, ma sullo schermo si può vedere il PTSD acuto. Questo fa spiccare il carattere di Desmond.

È crudo, non c’è dubbio, ma non avrebbe lo stesso impatto se non mostrasse che cos’è veramente una battaglia. Il pubblico americano ha bisogno di capire che la guerra è un inferno. Sono un medico veterano. Ho partecipato all’operazione Desert Storm e al conflitto in Vietnam. Questo film mostra ciò che questi ragazzi hanno vissuto nella realtà.

Pensa che Desmond Doss avrebbe voluto vedere questo film?
Penso proprio di sì. Il figlio di Desmond dice che suo padre sarebbe molto felice nel constatare la fedeltà del film alla sua storia. Ciò significa che abbiamo fatto il nostro lavoro. Non so se Desmond sia mai andato a vedere un film, ma questo, sono certo, lo vedrebbe.

Segui il filmato sui temi etici e l’obiezione di coscienza.

Intervista a Mel Gibson

La storia di Operazione Whitecoat raccontata in un documentario

Hacksaw Ridge sarà nelle sale americane in autunno

hacksaw_jpg_1003x0_crop_q85Il film di Mel Gibson racconta la storia dell’obiettore di coscienza avventista che nella seconda guerra mondiale salvò 75 soldati.

Notizie Avventiste – La storia di Desmond T. Doss, l’avventista che divenne il primo obiettore di coscienza a ricevere la Medaglia d’onore del Congresso degli Stati Uniti, è diventata un film e arriverà nella sale cinematografiche americane il 4 novembre.

La casa di produzione, Lionsgate, ha già diffuso la prima locandina di Hacksaw Ridge, diretto da Mel Gibson e interpretato da Andrew Garfield e Vince Vaughn.

Gibson, regista e premio Oscar per il suo film del 1995, Braveheart, ha portato sulla scena la vera storia di Desmond T. Doss, cristiano convinto e avventista del settimo giorno.

Doss fu chiamato alle armi nel 1942, a 23 anni, per combattere nella seconda guerra mondiale, ma per motivi religiosi si rifiutò di portare pistola o fucile, o di uccidere. Servì come medico tra le truppe nel Pacifico, dove era preso in giro e ostracizzato da altri soldati per le sue convinzioni avventiste. Eppure, fu determinato a fare del suo meglio e fu dichiarato eroe di guerra quando da solo salvò 75 uomini nella sanguinosa battaglia di Okinawa. Il presidente Harry S. Truman presentò Doss con la sua raccomandazione il 1° novembre 1945, citando numerosi atti di coraggio e di sacrificio compiuti dall’uomo in guerra. Doss è morto nel 2006 a 87 anni.

La storia di questo obiettore di coscienza è forse ben conosciuta dagli avventisti grazie al libro The Unlikeliest Hero scritto da Booton Herndon e pubblicato nel 1967 da Pacific Press. Le generazioni più giovani, invece, possono averne sentito parlare grazie a Conscientious Objector, un film documentario del 2004, realizzato con la sua partecipazione.

Il film Hacksaw Ridge prende il nome dalla località dove avvenne uno degli scontri più cruenti, durato due settimane, tra le truppe americane e giapponesi. Il soggetto era rimasto sul tavolo per 13 anni, in attesa della realizzazione.

Non è la prima volta che un film di Hollywood ha come protagonisti gli avventisti. La storia di Lindy Chamberlain, la moglie di un pastore avventista in Australia, che lottò diversi anni per dimostrare la sua innocenza dopo che, nel 1980, la sua bambina di nove settimane scomparve durante un campeggio, fu  raccontata nel film “Un grido nella notte ” (1988), con Meryl Streep. L’attrice ricevette anche una nomination all’Oscar per la sua interpretazione di Lindy Chamberlain.

(Immagine: www.bestmovie.it)

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