Cesare Zausa, laureato in teologia, ci invita a riflettere sull’universalità del Natale. La necessità di riscoprire il vero messaggio di Gesù è ciò che ci unisce.
“Ma voi non siete macchine! Voi non siete bestie! Siete uomini! Voi portate l’amore dell’umanità nel cuore. Voi non odiate. Coloro che odiano sono solo quelli che non hanno l’amore altrui. Soldati, non difendete la schiavitù, ma la libertà! Ricordate che nel Vangelo di Luca è scritto: «Il Regno di Dio è nel cuore dell’Uomo»”.
Nel film “Il grande dittatore”, del 1940, Charlie Chaplin fa un paradossale discorso all’umanità di cui abbiamo riportato un breve stralcio. Dobbiamo avere la consapevolezza che la vera pace può essere donata solo da Gesù, il Principe della pace.
Mario Calvagno e Carmen Zammataro commentano il testo della riflessione di Paolo Todaro, pastore avventista.
Proseguono gli appuntamenti con la Federazione delle donne evangeliche in Italia (FDEI). Questa settimana in apertura ascoltiamo un’intervista di Roberto Vacca a Elisabetta Raffa, giornalista, della Federazione femminile evangelica valdese e metodista (FFEVM), che ci parla della sua esperienza di conversione e degli obiettivi della FFEVM. Nella seconda parte della trasmissione Elisabetta Raffa ci propone una riflessione sul tema dell’amore universale, prendendo spunto dalla prima lettera ai Corinzi dell’apostolo Paolo.
Proseguono gli appuntamenti con la Federazione delle donne evangeliche in Italia (FDEI). Questa settimana in apertura ascoltiamo un’intervista di Roberto Vacca a Elisabetta Raffa, giornalista, della Federazione femminile evangelica valdese e metodista (FFEVM), che ci parla della sua esperienza di conversione e degli obiettivi della FFEVM. Nella seconda parte della trasmissione Elisabetta Raffa ci propone una riflessione sul tema dell’amore universale, prendendo spunto dalla prima lettera ai Corinzi dell’apostolo Paolo.
Il pastore avventista tirocinante Nicolò D’Elia ci guida nel commento del Salmo 117: “Lodate il Signore, voi nazioni tutte! Celebratelo, voi tutti i popoli! Poiché la sua bontà verso di noi è grande, e la fedeltà del Signore dura per sempre. Alleluia”.
Il burattino giace in un angolo e, non appena Pinocchio lo vede, esclama: «Com’ero buffo, quand’ero un burattino». Non è un burattino «trasformato» in bambino, come nella edulcorata versione Disney, ma è «un altro».
Non è trasformazione, ma nascita: è morto l’io-schiavo (burattino) ed è nato l’io-libero (figlio). Si è compiuto il destino: l’avventura di ogni vita è diventare vivi per amore, attraversando la morte dell’io chiuso in sé e ancora incapace di amare.
Dall’articolo di Alessandro D’Avenia
“Una bambinata universale” del Corriere della Sera del 13 gennaio 2020
In questo numero Claudio Coppini e Roberto Vacca intervistano il pastore e scrittore Rolando Rizzo sulle suggestioni che ci offre ancora oggi il Pinocchio di Collodi, riproposto in questi giorni nella versione cinematografica di Matteo Garrone.