Tolleranza e dignità
17 Novembre 2025

In collaborazione con la redazione della rivista Il Messaggero Avventista.

Tolleranza e dignità
17 Novembre 2025

In collaborazione con la redazione della rivista Il Messaggero Avventista.

Il coraggio di dire basta.

In un mondo lacerato da contrasti e violenze, la tolleranza è un valore da riscoprire. Ma cosa significa davvero “tollerare” quando ci si trova a subire o a essere testimoni di situazioni di abuso, oppressione, ingiustizia?

Due ricorrenze ci aiutano a riflettere, la Giornata della tolleranza (16 novembre), e la campagna enditnow® (12 ottobre) dei Ministeri Femminili della Chiesa avventista, che invita a porre fine alla violenza, in particolare quella domestica. Queste date, apparentemente distanti, si intrecciano in un tema comune: fino a dove può spingersi la tolleranza, prima di diventare omertà? Cristianamente, cosa possiamo tollerare?

La tolleranza evangelica non è mai complicità. Cristo stesso, mite e umile di cuore, non ha mai taciuto davanti all’ingiustizia. Ha perdonato, sì, ma non ha mai accettato che il male fosse chiamato bene. La fede cristiana non chiede a nessuno, tanto meno a una donna, di subire passivamente la violenza in nome della pazienza o del dovere coniugale.

La dignità della persona è sacra, perché nasce da Dio (1 Corinzi 3:16). Chi colpisce, umilia, manipola, tradisce, disprezza, non solo ferisce un altro essere umano, viola anche un’immagine del Creatore.

Una donna non è chiamata a rimanere in silenzio, ma a custodire la propria vita con fermezza, cercando sostegno, rompendo l’isolamento, rialzandosi nella verità. “Per amore di Sion non tacerò” (Isaia 62:1). Così dovrebbe dire ogni donna ferita: “Non tacerò più, per amore mio, per amore dei figli, per amore della giustizia”.

La vera tolleranza nasce dalla verità. È la capacità di convivere con la differenza, ma non con l’oppressione. La tolleranza evangelica è quella che dice: “Non ti odio, ma non accetto che tu calpesti il dono di Dio in me”.

Dio non vuole che qualcuno resti intrappolato nella paura. Il vangelo è liberazione, guarigione, verità che fa rinascere. Ogni comunità di fede dovrebbe essere luogo di accoglienza e non di giudizio; rifugio sicuro e non rifugio del silenzio.

Nel mese di novembre, lasciamo che queste giornate non siano solo date da ricordare, ma semi da piantare. In ogni casa, in ogni chiesa, in ogni cuore.

Abigaela Trofin 

[Fonte: Il Messaggero Avventista, novembre 2025]
[Immagine di copertina: Juandisalinas su pixabay.com] 

Condividi su:

Notizie correlate

Torino. Gemellaggio con l’AISA di Genova

Torino. Gemellaggio con l’AISA di Genova

Nel weekend 21 - 23 novembre, gli scout della chiesa avventista di Torino  hanno accolto con entusiasmo il gruppo AISA di Genova per un gemellaggio ricco di attività, spiritualità e tanto divertimento. Venerdì. Accoglienza e primi legami Gli scout ospiti sono arrivati...

Per Natale regala qualcosa di veramente utile

Per Natale regala qualcosa di veramente utile

Le proposte ADV dei “freschi di stampa”. In questo periodo dell’anno siamo alla ricerca di regali per i nostri cari. Un buon libro può essere un’ottima idea. Inoltre, è più di un semplice dono, è un rifugio, una scoperta, un viaggio verso esperienze profonde. Le...

Forlì. Seminario sulla salute

Forlì. Seminario sulla salute

La chiesa avventista di Forlì ha organizzato a Predappio (FC) una serie di incontri sulla salute. Qualche settimana prima dell’evento, il 18 ottobre, gli stand della SalutExpò hanno movimentato il sabato pomeriggio nella cittadina, per fare da apripista alle...

La straordinaria storia di un pianoforte

La straordinaria storia di un pianoforte

Una scoperta "casuale" ha cambiato la vita di una donna e di sua figlia. Una testimonianza sorprendente che ha per protagonista un piano. Ogni seme piantato ha il potenziale di far germogliare fede e speranza. Nel 1955, un volontario di una chiesa della zona ovest di...

Pin It on Pinterest