Jud Lake – «Centinaia di migliaia di uomini coraggiosi sono entrati in servizio» lamentava James White nel numero del 31 gennaio 1865 della rivista The Advent Review e Sabbath Herald, «e hanno sofferto, sono stati feriti e sono morti sul campo di battaglia, negli ospedali, e nelle carceri meridionali. Oh! Quanta angoscia umana è stata strappata dalla nazione! La ribellione ingiustificata, da parte di coloro le cui mani erano macchiate dal peccato della schiavitù, ha fatto sì che questa ondata di dolore continuasse a scorrere per circa quattro anni! Signore, quando finirà?».1

La guerra di secessione americana si trascinava e le parole di James White fermarono i sentimenti non solo del popolo avventista, ma dell’intera nazione. Per quanto tempo ancora, si chiedevano, questa guerra sarebbe continuata con il suo bagaglio di sofferenza e morte, il suo tributo all’economia americana, il suo impatto sulla vita quotidiana e la sua morsa sull’opera della chiesa?

I sentimenti di J. White e l’angoscia degli americani nel 1865 sono sorprendentemente paralleli alle preoccupazioni di molti oggi. Per quanto tempo ci paralizzerà il virus della Covid-19? Per quanto tempo le economie del mondo rimarranno chiuse? Per quanto tempo resteremo confinati nelle nostre case e parleremo dei tristi aggiornamenti dei notiziari? Per quanto tempo dovremo praticare il distanziamento sociale ed evitare il contatto umano basilare? Per quanto tempo le nostre istituzioni educative rimarranno chiuse e le nostre chiese resteranno vuote per il culto? E cosa ancora più importante, per quanto tempo questo terribile virus prenderà la vita di esseri umani che non sono pronti a morire?2 Anche noi gridiamo: «Signore, quando finirà?

Il 21 febbraio 1865, The Advent Review e Sabbath Herald pubblicò un appello a tutte le chiese e ai credenti per «dedicare quattro giorni, a partire da mercoledì 1 marzo 1865 e fino alla fine del sabato successivo, alla preghiera seria e insistente».3 I credenti pregarono insieme nei quattro giorni, 1-4 marzo 1865, implorando specificamente Dio di porre fine alla guerra. Avvenne un risveglio spirituale e ebbero la certezza che il cielo avesse ascoltato le loro suppliche. È interessante notare che quando Abraham Lincoln, presidente del Stati Uniti, tenne il suo secondo discorso inaugurale il 4 marzo, gli avventisti erano in ginocchio a pregare.

Questa risposta di preghiera dei pionieri avventisti alla crisi della guerra civile, nella primavera del 1865, contiene una lezione molto importante per noi che viviamo l’emergenza Covid-19 nella primavera del 2020.

Potenza della preghiera
Oggi, nell’ambito dell’iniziativa dei 100 giorni di preghiera, le suppliche salgono già a Dio per una miriade di questioni. Prima di tutto ci sono le richieste di protezione per i nostri cari, la nostra chiesa e il suo lavoro, per i medici e gli operatori sanitari, per i leader locali e nazionali, e specialmente per le famiglie ammalate, sofferenti e colpite dal dolore per la perdita dei loro cari a causa del virus. Preghiamo certamente per ricevere saggezza e discernimento su come interpretare correttamente gli eventi che accadono intorno a noi alla luce della profezia biblica. Ma la lezione più importante… di quegli avventisti che vivevano nella primavera del 1865 fu la loro specifica e collettiva preghiera affinché la guerra finisse. Le loro preghiere erano persistenti, tenaci e determinate.

Oggi siamo chiamati a pregare con la stessa disposizione spirituale affinché Dio eserciti il suo potere e faccia in modo che la pandemia, con tutta la sua sofferenza e miseria, si riduca drasticamente. «Rientra nel piano di Dio accordarci, in risposta alla preghiera della fede, quello che non otterremmo se non lo avessimo domandato».4 La preghiera della fede si appropria delle promesse di Dio, contenute nelle Scritture, e le ripresenta di nuovo a lui, e ringrazia per la risposta.5 Una delle promesse più appropriate per questa occasione è «se il mio popolo, sul quale è invocato il mio nome, si umilia, prega, cerca la mia faccia e si converte dalle sue vie malvagie, io lo esaudirò dal cielo, gli perdonerò i suoi peccati, e guarirò il suo paese» (2 Cr 7:14).6 Soddisfatte le condizioni, possiamo applicare questa promessa alla pandemia di Covid-19 e pregare di nuovo a Dio per la guarigione nella nostra terra, nelle nostre città, stati, province e nazioni, e per la guarigione in tutto il mondo (cfr. Is. 55:11).

Alla fine, è solo Dio che può porre fine a questa crisi. Solo lui può fornire una svolta alle grandi menti scientifiche che lavorano tutto il giorno per trovare terapie e un vaccino. Solo lui può fermare le morti per il virus…. La nostra parte è quella di cercare Dio e pregare sinceramente per il suo intervento. Qualcuno potrebbe sostenere che questa pandemia dovrebbe indugiare per dare una lezione al mondo, o che sia l’inizio degli eventi finali ad accadere sulla terra prima che Cristo venga. Ma con il cuore che brama la fine della sofferenza e che il Vangelo vada avanti, dobbiamo pregare seriamente, come hanno fatto i pionieri avventisti nel 1865, affinché questa crisi finisca ora.

Nel giro di poche settimane dopo che gli avventisti pregarono per la fine della guerra di secessione, dall’1 al 4 marzo 1865, essa terminò.7 è vero, ci furono molte forze che condussero alla conclusione della guerra, non ultima la determinazione dei generali di Lincoln di sconfiggere la Confederazione. Ma alla fine, i nostri pionieri credevano che Dio avesse risposto alle loro preghiere e fornito una «manifestazione visibile della sua mano nei nostri affari nazionali».8 Dopotutto, Ellen White aveva dichiarato, all’inizio della guerra, che «Dio aveva questa nazione nelle sue mani».9 Allo stesso modo, oggi, Dio ha ancora in mano questa nazione (gli Stati Uniti) e tutte le altre nazioni del mondo.10 In questa crisi, preghiamo collettivamente e seriamente affinché agisca ora. E nel frattempo, possiamo ringraziare Dio per aver ascoltato la nostra preghiera.

[Jud Lake insegna omiletica e studi avventisti alla Southern Adventist University di Collegedale, in Tennessee. Il suo articolo è stato pubblicato da Adventist World. Foto: Getty Images]

 

Note
1 J. White, «Non-combatants», The Advent Review and Sabbath Herald, 31 gennaio 1865, p. 76.
2 Per questo period è appropriato il Salmo 13  con il suo lamento, ripetuto quattro volte, «Fino a quando», e la conclusione ai versetti 5 e 6.
3 J. Byington, J. White, «The Time Has Come!», The Advent Review and Sabbath Herald, 21 febbraio 1865, p. 100.
4 E. G. White, Il gran conflitto, Edizioni Adv, p. 525.
5 Cfr. E. G. White, Principi di eduzazione Cristiana, Edzioni Adv, pp. 253, 257, 258; anche J. R. Beeke, J. A. La Belle, Living by God’s Promises, Reformation Heritage Books, Grand Rapids, Mich., 2010, pp. 65-70.
6 citazione tratta dalla Bibbia Nuova Riveduta.
7 Cfr. J. Lake, A Nation in God’s Hands: Ellen White and the Civil War, Pacific Press Pub. Assn. Nampa, Idaho, 2010, pp. 240-243, 447-449.
8 U. Smith, «The Prospects of Peace», The Advent Review and Sabbath Herald, 11 aprile 1865, p. 148.
9 E. G. White, Testimonies for the Church Pacific Press Pub. Assn., Oakland, Calif., 1885, vol. 1, p. 267.
10 Cfr. J. Lake, Op. cit., pp. 455, 456.

 

 

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