Una riflessione sulla vergine Maria
3 Dicembre 2024

La madre di Gesù è nata pura e immacolata? Dobbiamo considerarla una mediatrice tra Dio e l’umanità? Leggiamo cosa dice la Bibbia.

Mary E. Walsh – Ogni cristiano considera la vergine Maria una donna molto rispettata. Maria aveva un profondo amore per Dio e la sua umiltà dovrebbe essere un esempio per tutti. Tuttavia, nessuno studioso delle Sacre Scritture potrebbe mai credere che sia stata concepita immacolata. Ecco la testimonianza della Parola di Dio: “Tutti hanno peccato” (Romani 3:23). “Dio lo ha fatto, mandando il proprio Figlio in carne simile a carne di peccato” (Romani 8:3).

Maria stessa non credeva di essere stata concepita immacolata e immune dal peccato. Si noti il suo Magnificat: “e lo spirito mio esulta in Dio, mio Salvatore” (Luca 1:47). Aveva bisogno di un Salvatore, come tutti i peccatori.

Le dichiarazioni che seguono sono tratte da opere cattoliche che definiscono la posizione della Chiesa sul dogma dell’Immacolata Concezione.
“La Chiesa, ad ogni modo, dichiara che la beatissima vergine Maria fu esentata dalla macchia del peccato originale per i meriti del nostro Salvatore, Gesù Cristo; e che, di conseguenza, non fu mai, nemmeno per un istante, soggetta al dominio di Satana. Qui sta il significato della dottrina dell’Immacolata Concezione” – Cardinale James Gibbons, Faith of Our Fathers, ed. 1917, p. 220.

“‘Definiamo che la beatissima vergine Maria nel primo istante del suo concepimento, per la singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in virtù dei meriti di Gesù Cristo, Salvatore della razza umana, fu preservata da ogni macchia di peccato originale'” – Ibid., p. 140.

La Parola di Dio resta in silenzio sulla teoria della “concezione passiva” della vergine Maria. E non accenna al fatto che sia stata santificata nel primo istante del suo concepimento, liberandola così dalla “macchia della colpa originale”.

Se quello che insegna la Chiesa cattolica è vero, cioè che Maria è nata immacolata, senza inclinazione al peccato, allora Cristo non potrebbe mai sodalizzare con noi poveri peccatori. Se Maria non era in grado di peccare e non fu “mai per un istante soggetta al dominio di Satana”, allora anche Cristo nacque con la stessa immunità. Ma questo non è il Cristo delle Sacre Scritture che affermano: “Dio lo ha fatto, mandando il proprio Figlio in carne simile a carne di peccato e, a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne” (Romani 8:3).

Il Redentore del mondo, mentre era qui sulla terra, si misurò con la stessa tendenza innata a cui l’umanità è sottoposta. Gesù non aveva una natura priva di peccato propria di un angelo, ma la propensione al peccato che ereditiamo dai nostri antenati. Assumendo la nostra natura, il Figlio di Dio è in grado di calarsi nella nostra esperienza e di consolarci, perché egli discendeva da una stirpe di trasgressori. Leggi la sua genealogia riportata in Matteo 1:1-7 e Luca 3:23-38, e potrai comprendere bene il tipo di eredità che ha ricevuto dai suoi predecessori.

È questo che rende il Figlio dell’uomo così prezioso per ciascuno di noi. “Infatti, Egli non viene in aiuto ad angeli, ma viene in aiuto alla discendenza di Abraamo. Perciò Egli doveva diventare simile ai suoi fratelli in ogni cosa, per essere un misericordioso e fedele sommo sacerdote nelle cose che riguardano Dio, per compiere l’espiazione dei peccati del popolo. Infatti, poiché egli stesso ha sofferto la tentazione, può venire in aiuto di quelli che sono tentati” (Ebrei 2:16-18).

Abbiamo un Salvatore e sommo sacerdote che “non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze” (Ebrei 4:15).

Nel 428 d.C., Anastasio tenne un sermone in cui si opponeva al titolo di madre di Dio, di frequente dato a Maria. Era favorevole a chiamarla madre di Cristo. Argomentava che la Deità, essendo autosufficiente, non potesse né nascere né morire, e quindi la sua nascita (di Gesù, ndr) doveva provenire da un genitore terreno, e Maria fu scelta per dargli il corpo umano. Questo è l’insegnamento delle Sacre Scritture, e la Chiesa avrebbe dovuto accogliere quello che Anastasio sosteneva.

La vera controversia sulla dottrina dell’Immacolata Concezione iniziò nel dodicesimo secolo. Bernardo di Chiaravalle (che morì nel 1153) si è scontrato con i canonici di Lione perché iniziarono a celebrare la festa della concezione di Maria prima che fosse stata approvata dalla Chiesa romana. Uomini come Pietro Damiani, Anselmo e Pietro Lombardo concordarono con l’opinione di Bernardo e dichiararono che quel punto di vista fosse prevalente prima e durante il suo tempo.

Duns Scotus, che si spense nel 1308, diede grande impulso alla dottrina dell’Immacolata Concezione, anche se inizialmente negò che la Maria fosse stata concepita senza peccato. Alla fine, l’8 dicembre 1854, papa Pio IX proclamò: la Chiesa riconosce che Maria è stata concepita immacolata. Ci vollero molti anni per arrivare a questa conclusione, ma ora è un principio di fede, e per un cattolico romano dubitarne sarebbe eresia.

Maria come mediatrice
Nessuno studioso della Bibbia potrebbe mai riconoscere come verità che Maria sia la mediatrice tra Cristo e la famiglia umana. La Sacra Scrittura afferma chiaramente che c’è “un solo mediatore tra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo” (1 Timoteo 2:5). La Bibbia non individua un intercessore femminile, ma riporta la promessa di Cristo di inviare un altro Paracleto, o avvocato, che è lo Spirito Santo (cfr. Giovanni 14:16, 17).
L’apostolo Pietro ha dichiarato che il nome di Gesù è l’unico “che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati” (Atti 4:12).

Le nozze di Cana illustrano bene l’atteggiamento di Cristo verso sua madre quando lei mostrò di voler assumere una posizione che non le spettava. Nota il seguente passo: “Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: ‘Non hanno più vino’. Gesù le disse: ‘Che c’è fra me e te, o donna? La mia ora non è ancora venuta’” (Giovanni 2:3, 4).
Con l’affermazione rivolta a sua madre in quella occasione, quando lei si mostrò troppo interessata a risolvere la situazione, Gesù stabilì per sempre la sua posizione presente e futura nella gestione delle “cose” del cielo. Maria si rimise umilmente al richiamo divino quando disse: “Fate tutto quello che vi dirà” (Giovanni 2:5). È Cristo, in congiunzione con suo Padre e lo Spirito Santo, che ha l’autorità legittima di dispensare i favori celesti.

Guardando al futuro, Cristo, in quanto Dio, sapeva cosa l’uomo avrebbe fatto per elevare l’umano a uno status divino. L’atteggiamento del Figlio di Dio verso l’intervento di sua madre terrena alle nozze di Cana ha lasciato scritto nel tempo e per l’eternità che Gesù non avrebbe mai abdicato a favore di nessun essere creato; nemmeno nei confronti della donna che gli diede il corpo umano.
Se Gesù in quel periodo, o in seguito, avesse innalzato Maria al livello di una divinità, sarebbe andato contro la sua stessa parola, scritta settecento anni prima della sua nascita nel mondo: “Io sono l’Eterno, questo è il mio nome; non darò la mia gloria ad alcun altro, né la mia lode alle immagini scolpite” (Isaia 42:8, ND).

Quando una chiesa stabilisce che un essere umano venga adorato, gli si rivolgano preghiere e sia implorato per la misericordia e il perdono divini, tutto questo è contrario al comandamento espresso del Signore e in disarmonia con gli insegnamenti più evidenti delle Scritture.
Il pensiero che Maria, dopo la sua morte, avrebbe dovuto essere elevata alla posizione di mediatrice e incoronata come regina del cielo, sarebbe stato indigesto alla chiesa primitiva. La Parola di Dio è molto precisa sul tema dell’idolatria. Il cielo non ha lasciato nulla di intentato o di non detto per impedire che il popolo celebrasse oggetti di culto. Il motivo per cui il Signore non permise che gli Israeliti vedessero la sua immagine quando apparve sul Monte Sinai è il seguente: “affinché non vi corrompiate e non vi facciate qualche scultura, la rappresentazione di qualche idolo, la figura di un uomo o di una donna” (Deuteronomio 4:16).

Quando la legge di Dio è messa da parte, l’uomo cercherà un oggetto materiale da adorare; anche se è opera delle sue stesse mani, gli renderà lode e adorazione. Il racconto del cosiddetto popolo di Dio, quando chiese ad Aaronne di fornirgli degli dèi che lo precedessero, e il modo in cui il Signore considerò tutta la questione, dovrebbe essere riletto ancora e ancora da ogni cristiano che si professa tale (cfr. Esodo 32).
Continua.

[Fonte: ministrymagazine.org. Traduzione: V. Addazio] 

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