Insegnare informatica in carcere. Intervista a Gianmarco Puglisi
11 Dicembre 2018

Daniele La Mantia – La mattina del 28 novembre, mi sono recato presso il  liceo «Leonardo da Vinci» Itis di Parma, dove il nostro Gianmarco Puglisi insegna informatica. Gianmarco è molto impegnato in vari dipartimenti della nostra chiesa e collabora attivamente con il «Laboratorio compiti» e nelle attività che come chiesa emiliana svolgiamo presso l’Istituto penitenziario di Parma. Mi incontro con lui nella caffetteria del liceo, approfittando dell’assemblea d’istituto gestita dagli studenti, per condividere alcune esperienze che ha maturato presso la casa circondariale.

Daniele La Mantia: È iniziato ormai il terzo anno del corso di informatica negli istituti penitenziari di Parma. Ricordiamo che questo progetto è nato dalla richiesta rivoltami dalla direzione carceraria di offrire un corso di formazione, dando la precedenza a detenuti con disabilità motoria, che sono i più esposti a gesti di autolesionismo e suicidio. Gianmarco, raccontaci qualcosa della tua esperienza. Cosa pensi di aver ricevuto durante le lezioni e cosa pensi di aver dato come docente e come cristiano?
Gianmarco Puglisi: Ho ricevuto molto. In primo luogo, nella mia veste di docente, rispetto e correttezza da parte dei  detenuti. Poi ho sperimentato una realtà umana che non conoscevo nelle loro diverse storie e in particolare nei disabili che sono i residenti più in difficoltà nella casa circondariale e questo per vari motivi facilmente comprensibili. Penso anche di aver dato ascolto nel gruppo, comprensione, speranza per il futuro, un ruolo che ben si addice al credente. Spesso anche forza e motivazione per andare avanti, riempiendo positivamente il tempo. Inoltre, sempre nella veste di docente, ho fornito loro un accompagnamento per superare le difficoltà dovute all’età, alla totale mancanza di conoscenza del computer e dell’informatica. Quindi non solo trasmettere dati e informazioni, ma ho potuto esercitare appieno il senso dell’insegnare, cioè di rendere più facile il loro percorso didattico attraverso il rapporto umano.

D. L. M.: Cosa ti aspetti e cosa auspichi per il futuro?
G. P.: Sia per loro che per me vorrei che il progetto promosso dalla chiesa di Parma e dall’Ente Osa, grazie ai fondi dell’8xmille, potesse avere una continuità che per ora è garantita dall’impegno del coordinamento Adra di Parma, per un arricchimento reciproco e per proseguire l’opera in favore dei detenuti di questo istituto penitenziario. Per loro, con i quali ho un rapporto di conoscenza e servizio, per continuare ad avere la possibilità di accrescere il loro bagaglio di esperienze, di formazione, acquisendo autonomia, tecnologia e acculturazione.

D. L. M.: Grazie Gianmarco per la tua disponibilità, ora ti lascio al tuo compito di docente, augurandoti che il tuo auspicio per i detenuti si realizzi con il tuo impegno, con l’aiuto di ADRA e con la grazia di Cristo.

 

 

[Foto 1: G. Puglisi alla cena dei volontari del laboratorio compiti (credit: D. La Mantia). Foto 2: Inaugurazione aula di informatica nel carcere di Parma nel 2017 (credit: Patrizia Evola)] 

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