Anno salute_logo_iasd_ITEnnio Battista – La semplice domanda «Come stai?», se ritagliata dalle consuetudini sociali, è una questione densa di significato. Che cosa intendiamo dire infatti con quell’espressione? Che senti male da qualche parte? Che sei di malumore o invece su di giri? Nel senso comune stare male o bene non riguarda solo un ambito della propria persona, il corpo o la mente, ma un po’ tutto l’insieme. E in ogni caso, anche quando possiamo esprimere un dolore fisico, non è automatico che rispondiamo di stare davvero male: «Ho un certo fastidio alla gamba, ma per il resto tutto ok!».

Ebbene, se nella vita quotidiana sperimentiamo una visione della salute che oggi definiamo olistica, ossia globale, mente-corpo-spirito, nel mondo medico le cose stanno un po’ diversamente.

Perché un certo modello meccanicistico che ci portiamo dietro dal secolo diciannovesimo fino quasi a oggi, ha sempre teso a spezzettare la nostra persona, il corpo, in tante parti da studiare e curare senza avere la visione unitaria della persona. Tralasciando i nostri sentimenti ed emozioni (di appannaggio esclusivo dello psicologo) nella strategia di cura e prevenzione.

E allora, ecco che il medico, mentre ci visiterà, raramente ci chiederà se andiamo d’accordo con il resto della famiglia, se abbiamo problemi di relazione con i colleghi di lavoro o con il proprio superiore. E per affrontare il nostro disturbo, il rimedio più semplice e immediato sarà quello farmacologico. Che opera sui sintomi fisici, ma spesso e volentieri non sulle cause e sul resto dei fattori che potrebbero aver contribuito a fare insorgere il malessere.

La chiesa avventista, fin dai suoi esordi, ha invece ispirato e promosso un’idea di salute che era l’espressione della visione biblica della persona umana: un essere indivisibile, in cui mente, corpo, spiritualità non sono visti come entità separate dalle altre. Questa visione antropologica ha quindi reso possibile sviluppare percorsi di benessere che prevedano il ricorso alle risorse naturali, dal cibo alla luce del sole; dal movimento fisico al riposo, fino alla fede, per dare energia e sollievo alla persona. Soprattutto, ha permesso di articolare un approccio in cui la persona può essere protagonista della sua salute e un ottimo collaboratore degli specialisti della medicina. Invertendo quell’atteggiamento sempre più dominante nel nostro tempo che invece attribuisce tutte – o quasi – le responsabilità del nostro benessere alla genetica.

Il 2015 è quindi dedicato a livello mondiale, nella chiesa avventista, alla promozione dei valori della salute. Per dimostrare che investire su sane scelte di vita ha una ripercussione importante sul proprio futuro salutistico.

Abbiamo iniziato a diffondere nelle nostre comunità volantini da stampare dove ogni mese saranno sintetizzati questi valori per invogliare a promuovere un cambiamento.

«Scegli ora, cambia la tua vita» non è solo uno slogan sensazionalista ma l’invito realistico a essere protagonisti e facilitatori del miglioramento delle mie e altrui condizioni di vita.

I volantini sono sul sito dell’Eud, mese per mese: http://www.secretsofwellness.org/index.php/countries/italy

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