La crisi dell’ecumenismo europeo

La crisi dell’ecumenismo europeo

Il pastore battista Luca Maria Negro riflette sugli esiti dell’Assemblea generale della Conferenza delle chiese europee (Kek), tenutasi a Tallin (Estonia) lo scorso mese di giugno. Riportiamo il suo intervento nella rubrica "il cammino verso l’unità" andata in onda domenica 16 luglio in chiusura del programma radiofonico "Culto evangelico" di Rai Radio1. 

Articolo pubblicato da Nev

Dal 14 al 20 giugno si è svolta a Tallinn, capitale dell’Estonia, la XVI Assemblea della Conferenza delle chiese europee, nota con l’acronimo tedesco Kek. Si tratta dell’organizzazione ecumenica regionale fondata nel 1959 per favorire il dialogo tra le chiese dell’ovest e dell’est europeo, allora divise dalla cortina di ferro.

Della Kek fanno parte 114 chiese appartenenti a diverse famiglie confessionali: protestanti di varie denominazioni, anglicani, ortodossi e vetero-cattolici. In Italia ne sono membri battisti, luterani, metodisti e valdesi, ed esiste una strutturata collaborazione con la Federazione delle chiese evangeliche in Italia.

Dagli anni ’80 del ‘900 fino al primo decennio del terzo millennio la Kek ha svolto un ruolo ecumenico di primo piano in Europa, grazie alle tre Assemblee ecumeniche europee di Basilea 1989, Graz 1997 e Sibiu 2007, promosse congiuntamente dalla stessa Conferenza e dal Consiglio delle conferenze episcopali cattoliche d’Europa (Ccee). Da allora, per vari motivi, il suo ruolo sembra ridimensionato.

Un ridimensionamento dovuto, oltre alle crescenti difficoltà economiche delle chiese, alla decisione, presa già diversi anni fa, di concentrare il lavoro della Conferenza sul rapporto con l’Unione europea, chiudendo gli uffici di Ginevra e Strasburgo e lasciando la sola sede di Bruxelles. Ma anche allo stallo nei rapporti ecumenici con la Chiesa cattolica dopo la difficile Terza Assemblea ecumenica di Sibiu in Romania.

L’Assemblea di Tallinn sembra avere confermato la tendenza al ridimensionamento, a cominciare dall’assenza di una cinquantina di chiese membro (per la terza volta consecutiva era assente la chiesa ortodossa russa, che ha congelato la sua partecipazione proprio a causa di una controversia riguardante una delle due chiese ortodosse d’Estonia; assenti anche gli ortodossi serbi).

È stato confermato lo sganciamento dalla Kek di due importanti reti ecumeniche europee, quella che si occupa di migranti, la Commissione delle chiese per i migranti in Europa (Ccme), e di ecologia, la Rete cristiana europea per l’ambiente (Ecen). C’era qualche speranza che venisse annunciata la convocazione di una quarta Assemblea ecumenica europea, ma ciò non è avvenuto. Anche sulla guerra in Ucraina la dichiarazione finale ha deluso molti delegati per la posizione considerata troppo filo-Nato e per la scarsa insistenza sulla ricerca di soluzioni pacifiche al conflitto.

I delegati italiani hanno tenuto comunque a sottolineare gli elementi positivi dell’Assemblea: il dibattito sull’accoglienza dei migranti; la presenza attiva dei giovani che hanno visto accolta una bella mozione sul clima; il rinnovamento del Comitato direttivo in cui è stato eletto anche un giovane pastore italiano, il battista Simone De Giuseppe.

Nuovo presidente della Kek è un ortodosso, l’arcivescovo Nikitas di Thyateira e Gran Bretagna, che al termine dei lavori ha condiviso un messaggio di speranza: “Questa Assemblea ci trova in un mondo in guerra, in cui si muovono ancora le armi nucleari… In questo contesto, la KEK vuole portare la speranza e la luce di Cristo, come messaggero di pace e soluzione ai nostri problemi”.

[Foto: Hillert. Fonte: Notizie Evangeliche-Nev]

 

Parola al vento – La salute non è un costo

Parola al vento – La salute non è un costo


Parole al vento dal Veneto, un accento particolare sulle note e le notizie note o meno che mirano dritte al cuore delle orecchie che hanno fegato.

Le notizie oggi:

  • La salute non è un costo
  • Lo Stato ci ha lasciato da soli a gestire il problema
  • Lupi, uomini e…
  • Mango per niente
  • Crescere tra le pistole
  • Il nipote ritrovato
Getta il tuo pane sulle acque: l’ipocrisia dell’uomo nei confronti di Dio (seconda parte)

Getta il tuo pane sulle acque: l’ipocrisia dell’uomo nei confronti di Dio (seconda parte)


L’uomo inganna sé stesso quando pensa di poter comprare il favore di Dio con sacrifici da "stolti". Ne abbiamo parlato con Cristian Viglione pastore evangelico a Vicenza.

Caravaggio. Battesimi 2023

Caravaggio. Battesimi 2023

Elisa Gheorghiu – Dopo un percorso di studi biblici tenuto da alcuni dirigenti e dal pastore, cinque persone sono state battezzate: Isabella Disanto, Bea Saracino, Sharon Buonfiglio, Debora Buonfiglio e Axell Ochoa. Il 1° luglio ho avuto, insieme alla comunità, il grandissimo piacere di assistere ai loro battesimi celebrati nel Fiume Nero di Valbondione. È stato un sabato ricco di benedizioni e di emozioni.

Il past. George Caputi ci ha rapiti con la lettura della parola di Dio. Ha spiegato l’importanza di adorare Dio e di metterlo ogni giorno al primo posto nella nostra vita affinché veniamo trasformati (Atti 8:26). La cerimonia è stata accompagnata da canti assembleari e speciali eseguiti da Jairo Lainez, Joel Oblitas ed Elisa Gheorghiu. Infine, i diaconi e le diaconesse si sono occupati delle varie preparazioni e delle prelibatezze culinarie.

È stato emozionante vedere i bellissimi sorrisi e gli occhi lucidi non solo sui volti dei catecumeni ma anche nelle persone che hanno assistito al loro patto con Dio. Sabati come questo ricordano a me e a tutti il giorno del proprio battesimo e il meraviglioso percorso cristiano verso la vita eterna.

[Foto pervenute dalla comunità in oggetto]

Allarme incendi in Sicilia

Allarme incendi in Sicilia


Intervista al dottor Luigi De Luca, sociologo e counselor esperto nella relazione d’aiuto, master in psicologia dell’emergenza e psicotraumatologia, Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile, sui dati relativi agli incedi che hanno colpito l’isola nelle ultime settimane e su come poter fare una chiamata d’emergenza efficace al 112, il numero unico per le emergenze.

Trovare lo scopo della propria fede (terza parte)

Trovare lo scopo della propria fede (terza parte)


Continua la testimonianza di fede di Egidio Naso, imprenditore cristiano avventista. La matematica di Dio sembra non coincidere con quella dell’uomo e la parabola dei talenti ne è un simbolo.

Seguimi!

Seguimi!

Al via il campo scout internazionale degli avventisti europei.

Notizie Avventiste – Dal 31 luglio al 5 agosto, 2.700 scout dell’Europa occidentale e meridionale si riuniranno nel campus dell’Università di Friedensau, nei pressi di Magdeburgo, in Germania. La Regione intereuropea (Eud) della Chiesa avventista, insieme ai Dipartimenti per la Gioventù dei 14 Paesi partecipanti, organizza questo evento internazionale che si svolge ogni quattro anni. Il Camporee Eud, giunto alla quattordicesima edizione, offre a ragazzi e ragazze tra i 12 e i 15 anni una settimana di apprendimento e avventura nella natura, di attività scoutistiche e di approfondimento della fede cristiana. È anche il luogo in cui si stringono nuove amicizie che superano i confini nazionali. Circa 300 collaboratori contribuiscono al successo dell’incontro.

In programma musica, divertimento e riflessioni. Le numerose attività scout, i laboratori, le iniziative all’aria aperta e i progetti creativi consentiranno ai ragazzi non solo di incontrarsi ma anche di scoprire i propri doni e condividerli. Il tema "Seguimi! Condividi la tua storia” è un invito a guardare a Gesù come esempio e a seguirlo nel suo cammino, raccontando le proprie esperienze e vivendo la fede cristiana in modo molto pratico nella quotidianità.

Tra i partecipanti non mancherà anche un gruppo di scout proveniente dall’Italia. “Si tratta di un’esperienza di vita unica, per fare nuove amicizie, per provare e scoprire un sacco di attività e laboratori, e per approfondire il proprio rapporto con Gesù” dicono i responsabili degli scout Aisa sul sito giovaniavventisti.it
Riferendosi al tema aggiungono: “Il protagonista non è altro che Gesù che venne in questo mondo più di 2000 anni fa per cambiare la nostra vita per sempre. Con lui possiamo sperimentare gioia, pace, speranza, amore e molto altro ancora in maniera autentica! Durante questo Camporee ricorderemo la storia di Gesù attraverso il Vangelo di Giovanni. Il discepolo lo scrisse perché desiderava che tutti conoscessero Gesù personalmente e credessero in lui. Voleva che tutti accettassero l’invito di Gesù: ‘Seguimi’”.

Il campo scout internazionale torna a Friedensau dopo 22 anni. I dirigenti dell’Università sono felici di contribuire a rafforzare nei giovani “valori condivisi come l’amicizia, l’internazionalità, la vicinanza alla natura e la fede, da vivere durante questo evento colorato e, si spera, privo di temporali”.

Maggiori informazioni sul Camporee sono sul sito: https://www.eudcamporee.org/

[Fonte: Apd]

 

 

 

Lou, la donna senza rimpianti

Lou, la donna senza rimpianti

Dalla Cina arriva una testimonianza d’amore e di altruismo. La storia di Lou, mamma adottiva di tanti bimbi trovati abbandonati nella spazzatura.

Andrea Irimia – Da fuori, qualsiasi sacrificio è difficile da capire. Ma è ancora più arduo comprendere come il sacrificio possa rappresentare una scelta che dona gioia a chi lo compie. Le persone da includere più facilmente in questa categoria sono, certamente, le madri. Per loro, i sacrifici non sembrano mai troppi o troppo pesanti. Ancora più sorprendenti sono quelle madri che crescono i figli non voluti di altri e li amano tanto quanto i propri. Una di loro è Lou Xiaoying. Questa semplice donna cinese ha scelto di salvare ciò che altri avevano abbandonato.

Lou e suo marito, Li Zin, si sono sempre guadagnati da vivere riciclando i rifiuti e l’esistenza non è mai stata facile per loro. Dall’alba al tramonto, perlustravano le strade della provincia di Zhejiang, un’area rurale della Cina orientale, alla ricerca di spazzatura da vendere. Nel 1972, Lou trovò nei cassonetti qualcosa che di certo non doveva essere lì: una bambina. Era seduta in cima alla spazzatura, abbandonata. Lou non poteva lasciarla lì a morire, quindi la portò a casa. Non fu facile per lei allevarla, ma la gioia superò le difficoltà. Scoprì che amava prendersi cura dei bambini. E poiché li amava, non voleva fermarsi a uno solo.

Nel 1979, lo Stato cinese approvò una legge che cambiò radicalmente la vita di Lou, di Li Zin e di milioni di cinesi. Per arginare la crescita della popolazione, lo Stato vietò alle famiglie di avere più di un figlio. Nel corso degli anni, sebbene la legge avesse molte eccezioni, tra cui consentire un secondo figlio se il primo era una femmina – come avvenne in quasi la metà delle famiglie cinesi – l’impatto fu devastante. Si stima che più di 400 milioni di nascite siano state prevenute grazie alla politica, mentre il numero di bambini uccisi o abbandonati è sottostimato.

Lou trovò altri bambini nella spazzatura. Era difficile per lei capire come qualcuno potesse compiere un gesto del genere, ma scelse di non giudicare. Portava i piccoli a casa e li cresceva come meglio poteva, nonostante il suo stato di povertà. La maggior parte dei bambini erano femmine, abbandonate dai genitori per la possibilità di un erede maschio. Nel frattempo, Lou ebbe una figlia sua e la casa, già minuscola, diventò troppo piccola.

Quando arrivò il suo quarto figlio salvato, Lou si rese conto di non poter allevare tutti i bambini che avrebbe trovato. Così, si rivolse ai suoi conoscenti della comunità, persone che, al pari di lei, non potevano trattare la vita come spazzatura.

Nel corso del tempo, il numero di bambini trovati nell’immondizia crebbe ma Lou non pensò mai di lasciarli. "Mi sono resa conto che se abbiamo abbastanza forza per raccogliere la spazzatura, come potremmo non riciclare qualcosa di così importante come la vita umana?". Questo pensiero l’aiutò a salvare più di 30 bambini in quattro decenni.

La storia di Lou non venne alla luce sino alla fine della sua vita, nel 2012, quando una delle sue figlie adottive scrisse a un giornale. Zhang Juju, 33 anni, si rivolse ai giornalisti chiedendo un aiuto finanziario per pagare il ricovero ospedaliero della madre. Lou aveva 88 anni, reni e cuore stavano cedendo e le cure erano troppo costose per il suo reddito limitato. I giornalisti la trovarono nel suo letto d’ospedale, aiutata dalle figlie e dai nipoti. Tra loro c’era Zhang Qilin, un bambino di sette anni, l’ultimo che Lou era riuscita a salvare. La donna aveva 82 anni quando trovò anche lui nella spazzatura, perché Lou continuava a cercare cose da riciclare per sopravvivere. Sebbene suo marito fosse morto dieci anni prima e lei stesse lottando per sostentarsi, non poteva lasciare lì quel piccolo. “Sembrava così dolce e così bisognoso. Ho dovuto portarlo a casa con me. Gli ha dato un nome che significa raro e prezioso in cinese”.

Dal letto d’ospedale, i suoi pensieri erano rivolti al figlioletto adottivo per il quale cercava di raccogliere denaro e permettergli di studiare. Non era stata in grado di offrire questa possibilità alle sue prime tre figlie, ma aveva lavorato sodo per mantenere le ultime due al liceo. L’ultimo desiderio di Lou era che anche Zhang Qilin andasse a scuola. “Non mi restano molti giorni [ma] quello che voglio vedere più di tutto è che… [lui] vada a scuola. In questo modo, anche dopo che me ne sarò andata, non rimarranno rimpianti nella mia vita" è stato il suo commento.

Come previsto, la storia di Lou emozionò molti cinesi e fece il giro del mondo. Il suo desiderio fu esaudito da persone che effettuarono delle donazioni per l’istruzione di Zhang e per le spese dell’ospedale. 

Il suo esempio ha ispirato poi altri a portare avanti il lavoro della sua vita nella Cina moderna, dove storie come quella dei bambini salvati da Lou sono tutt’altro che uniche. Come era solita dire: “Questi bambini hanno bisogno di amore e di cure. Sono tutte vite umane preziose”.

(Andreea Irimia è un’insegnante di informatica ed educazione tecnologica) 
[Fonte:
st.network. Traduzione: V. Addazio]

 

 

 

 

Stili relazionali: lo stile passivo

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Lo stile passivo è quello più diffuso ma che a lungo andare lascia nell’intimo di chi lo pratica amarezza e frustrazione per scelte subite.

Ne abbiamo parlato con Daniela Fisichella Life coach umanista professionista.

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