Vieni, Signore Gesù
21 Novembre 2016

Testata-Rettangolare-300x214 (sfondo bianco)Giampiero Vassallo – È questa l’ultima parola della Bibbia (se si eccettua il saluto finale). L’ultima parola è una preghiera. Già questo è un segno: alla fine, una preghiera. L’ultima ora, l’ora della verità, è l’ora della preghiera. La verità ultima della nostra vita, anzi dell’intera storia umana, è una preghiera. L’ultimo respiro del mondo è il sospiro di una preghiera: «Vieni, Signore Gesù!» (Ap 22:20).

Alla fine, tutta la storia e ogni esistenza si condensano in un’unica invocazione. Alla fine noi stessi, ciascuno di noi, diventa una preghiera.

«Vieni Signor Gesù!» è una tipica invocazione d’avvento. Ripetendola, ci ricordiamo ciò che facilmente dimentichiamo e cioè che siamo fino alla fine popolo dell’avvento, come Israele che è per eccellenza il popolo dell’avvento, il popolo che vive nell’attesa di colui che deve venire. Noi siamo il popolo che vive nell’attesa di colui che è già venuto e ritornerà. Siamo entrambi popolo dell’attesa, e questo è il nostro legame profondo con Israele.

Essere popolo dell’avvento significa riconoscersi come uomini e donne che non hanno e perciò attendono, che attendono e perciò invocano. Perché? Quali sono le radici di questa invocazione?

La prima radice della preghiera può essere il bisogno. «Vieni, Signor Gesù!» può essere la preghiera di chi ha bisogno. Il Vangelo è pieno di persone che hanno bisogno, ma vi è un pericolo nel parlare così. Può nascere infatti il sospetto che Dio sia il prodotto dei nostri bisogni e allo stesso tempo l’illusione di una effettiva risposta.

L’invocazione «Vieni, Signor Gesù!» può esprimere, oltre che bisogno, anche desiderio ed è pericoloso parlare di desiderio. Può nascere infatti il sospetto che Dio sia l’invenzione suprema del nostro desiderio. Dio c’è perché lo desideriamo.

Preghiera del bisogno… preghiera del desiderio… «Vieni, Signor Gesù» può essere, anzi è, la preghiera della fede. Potrei non avere bisogno, potrei non avere desiderio, ma se ho fede dirò: «Vieni!». Vieni, perché credo in te.

Ecco che cosa significa essere popolo dell’avvento: diventare preghiera. Questa preghiera finale e riassuntiva nella quale vogliamo mettere tutte le nostre attese, speranze e visioni, ma anche tutte le nostre sofferenze, sconfitte e delusioni.

(Giampiero Vassallo è responsabile del dipartimento Affari Pubblici Libertà religiosa della Federazione avventista della Svizzera romanda e del Ticino)

 

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