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In questa puntata Roberto Vacca intervista Rolando Rizzo, autore del libro Marmellata di prugne gialle.
Sinossi del libro:
Un vecchio pastore evangelico, terzomondista, gandiano, mandeliano, universalista, fautore dell’accoglienza senza se e senza ma in nome della fraternità universale, si ritrova in manette accusato di un delitto perpetrato a danno di un ragazzo di colore per motivi passionali, sospettato prima di omosessualità, poi di gelosia. Un giovane avvocato e un commissario di polizia fuori dagli schemi cercano di sbrogliare la matassa scoprendo un sottobosco sciocco e sublime, vitale e sorprendente, che appassiona e meraviglia: alzano il velo sull’universo ignoto delle confessioni religiose di minoranza, oasi di rinnovamento e di libertà, isole di anticonformismo e di coraggio, grotte di settarismo. Ambientato in una sanguigna cittadina romagnola, Marmellata di prugne racconta ciò che muove gli umani da sempre verso il peccato e la redenzione. La paura, il pregiudizio, lo spazio vitale, un posto visibile nella massa anonima, l’amore impossibile, la necessità della consapevolezza e il dolore che porta con sé. In questo racconto che fruga e trova oltre le apparenze, i protagonisti sono gli insospettabili della porta accanto: il pastore Ruocco e il ruandese Jesus che trova in Italia chi lo avvelena, dopo essere sopravvissuto ai machete Hutu che hanno sterminato la sua famiglia, ad una fuga rocambolesca che lo ha portato in Uganda, in Zaire, in Tanzania, in Libia e ultimo approdo al largo delle coste siciliane, costretto in acqua da scafisti criminali armati di Kalashnikov. L’autore, nel raccontare, come in tutte le sue opere, utilizza il taglio poetico nella convinzione espressa in una sua lirica secondo cui: La poesia è lo spontaneo straboccare di sentimenti possenti, un microscopio del cuore che scopre capolavori meravigliosi nelle cose trascurate. Il poeta è un bambino che si meraviglia della vita che pulsa in ogni filo d’erba, un eterno innamorato di ciò che cela ogni respiro.