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Il 27 ottobre scorso Amnesty International ha accusato Israele di negare ai palestinesi il diritto ad un adeguato accesso all’acqua, mantenendo il controllo totale delle risorse idriche comuni e mettendo in atto politiche discriminatorie, concepite per limitare la disponibilità di acqua e impedire lo sviluppo di infrastrutture idriche operative nei Territori palestinesi occupati. E’ stato pubblicato il Rapporto relativo a questi fatti, che si inserisce nella campagna globale di Amnesty “Io pretendo dignità”. Cosa comportano nella pratica quotidiana queste situazioni denunciate? Come si realizza il “controllo totale delle risorse idriche” e il blocco ai progetti di sviluppo di nuove infrastrutture? Dopo la pubblicazione del Rapporto c’è stata una reazione del Ministero degli Esteri israeliano, che ha accusato Amnesty di “faziosità”. Come commenta Amnesty questa presa di posizione? L’ONU ha definito “inquietante” questo Rapporto. Cosa si può fare per risolvere questa ulteriore crisi nei Territori occupati? Cosa auspica Amnesty International? Mario Calvagno e Carmen Zammataro, redattori di RVS, intervistano Riccardo Noury, portavoce della Sezione Italiana di Amnesty International.