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Dei circa 26-28.000 giorni (73-79 anni) che vive mediamente una persona, solo un massimo del 10% di questo tempo viene effettivamente trascorso da adulti a prendere decisioni su cosa fare. Il resto del nostro tempo lo dedichiamo ad attività generalmente inevitabili. Per esempio, nel corso della vita di un adulto, la persona media dorme circa 8.500 giorni e lavora per 3.200 giorni, cioè più della metà dell’esistenza di un adulto. Trascorriamo più di 1.600 giorni a preparare il cibo e a mangiare, altri 1.100 giorni viaggiando e circa 2.700 giorni guardando la televisione. Quasi un quarto della vita di un adulto. Nel restante quarto di tempo, dedichiamo circa 1.600 giorni ai lavori domestici, amministrativi o alla spesa. Poi passiamo altri 700 giorni in bagno. Tutto questo ci lascia un massimo di 4.000 giorni. Le attività religiose, comunitarie, sociali, di beneficenza e educative non richiedono più di 700 giorni e non dedichiamo più di 600 giorni della nostra vita ai nostri cari, alla famiglia e agli amici, ponendoli in fondo alla lista delle aree in cui investiamo il nostro tempo (articolo di Norel Jacon, redattore capo di Signs of the Times Romania e ST Network, riportato da Hopemedia.it del 28-5-2024, traduzione V.Addazio).
Tra le righe di questo articolo è facile cogliere alcune preoccupazioni: la scarsa importanza che attribuiamo alle relazioni umane (perlomeno nelle esperienze concrete della vita quotidiana), e le priorità sbagliate che spesso ci disorientano. Su questo tema Claudio Coppini e Roberto Vacca hanno intervistato il pastore Saverio Scuccimarri, decano della Facoltà avventista di teologia di Firenze.