Un secolo di Messaggero Avventista
26 Settembre 2024

Notizie Avventiste – “Il Messaggero Avventista compie cento anni e come suo direttore sono onorato di augurargli ‘Buon compleanno’”. Esordisce così Francesco Mosca nell’editoriale del numero di luglio-agosto della rivista che dedica la copertina a questo anniversario speciale. In tanti anni, la rivista ha contribuito a fortificare la fede dei credenti in Italia. Non scorgiamo rughe, nonostante la veneranda età, perché si è aggiornata e rinnovata nel tempo. Ma partiamo dall’inizio, quando aveva un altro nome.

Gli inizi
La prima copia della Rivista Avventista usciva il 1° agosto 1924 in forma di ciclostilato con tre fogli scritti fronte retro. La sua scoperta avvenne per caso. Era in un baule, tra i libri di un’anziana avventista. Scopriamo dai dati che in quell’anno gli avventisti in Italia erano 250 e si riunivano in 13 chiese.
“’Con questa prima modesta lettera, noi cominciamo l’edizione della Rivista Avventista così vogliamo per ora chiamarla. Per il momento essendo minima la diffusione di questa lettera non possiamo che presentarla in tal modo ai nostri membri, ma vogliamo sperare che in breve il suo sviluppo si moltiplichi e noi possiamo avere un giornale di rispettabili proporzioni […]. Vostro fratello nel Messaggio, D.G. Werner’. Così firmava il primo articolo l’allora sovraintendente, equivalente oggi a presidente”, scrive Giovanni De Meo, giornalista, archivista e già direttore del Messaggero, nel suo articolo sulle origini del nostro mensile.

Nel 1925
“Conoscevamo il numero 4 del 1925 della Rivista Avventista” prosegue Mosca “Parlava del quarto Congresso annuale della Missione Italiana, tenuto a Genova dal 9 al 13 settembre e incentrato sul tema dell’organizzazione nella chiesa”.
E De Meo spiega: “La Rivista si compone di 11 fogli ciclostilati su entrambi i lati e ha come sottotitolo il testo di Apocalisse: ‘Qui è la pazienza dei santi, qui sono coloro che osservano i comandamenti di Dio e la Fede di Gesù’ (14:12). […] Al centro della testata c’è una riproduzione di una carta geografica un po’ particolare”. Infatti, i confini dell’Italia erano diversi prima della Seconda guerra mondiale.
La copia reca anche la firma della persona che ha posseduto questo giornale per anni, la lettrice biblica Maria Vanzetta (1908-1996) che ha dedicato la propria vita alla diffusione del vangelo in diverse città italiane.

Nelle pagine di questo numero del 1925 si dà spazio al Congresso di Genova e apprendiamo che “il numero dei membri del nostro campo è andato sempre crescendo fino ad oltre 300: ciò che dà un aumento del 200% da quando il campo italiano fu riorganizzato nell’anno 1921 […] è in via di costruzione una casa che servirà per gli uffici e magazzino della nostra Casa Editrice, e in appresso anche per lo stabilimento tipografico, se Dio lo vorrà” riporta De Meo.

Ci viene offerta così l’immagine di una Chiesa intenta a strutturarsi per essere più efficace nella missione. Le altre pagine contengono i rapporti dei vari dipartimenti e “un ricchissimo Notiziario composto di ben 52 informazioni diversissime tra di loro che aggiornano il lettore di un mondo avventista attivissimo, pieno di entusiasmo e fiducioso nel prossimo ritorno di Cristo”.

       

Dal ’26 alla guerra
Nel 1926 il periodico viene stampato in otto pagine con cadenza trimestrale. “La Rivista Avventista è stata l’antenata del Messaggero Avventista che prenderà poi questo nome nel 1930, continuando la numerazione degli anni della precedente rivista” precisa Mosca.

L’allora sovraintendente (presidente) dell’opera, D.G.Werner, così si espresse in rapporto all’esigenza di avere un organo interno avventista: “Era giusto ed era tempo che noi avessimo un periodico interno in cui si possano leggere le notizie della nostra opera in generale e quelle delle nostre chiese in particolare”1, riferisce il direttore nell’editoriale.

Nel 1932 la rivista ha tiratura mensile. Sei anni dopo, nel 1938, con la direzione del past. Franco Sabatino, viene completamente rinnovata nella grafica e nei contenuti che diventano più ricchi. In prossimità della Seconda guerra mondiale vi è penuria di carta e così, dal terzo numero dell’annata 1942, il mensile esce in versione ridotta, con solo sei pagine.
“In quegli anni oscuri Il Messaggero fu il consigliere spirituale, il portatore di conforto e di coraggio, il legame ideale per le comunità ed i membri isolati separati dalle vicende belliche. […] L’ultimo fascicolo uscì dalle stampe il 15 luglio 1944, quando già intorno a Firenze […] si cominciava a combattere”.2

Il mensile ritornerà dopo circa due anni di silenzio. “Fu soppresso subito dopo le tragiche giornate della liberazione di Firenze, con altri tanti giornali, per disposizioni superiori dettate da prudenza politica e da conseguenze di guerra; fu soppresso, quel nostro foglio, ma il messaggio che arrecava alle chiese e alle anime disperse per l’Italia, e che avvinceva in una comune fatica e a una comune speranza incitava, non poté, no, esser soppresso, mai, da nessuna legge e per nessuna ragione”.3

Note
1 G. De Meo, Il Messaggero Avventista, XLI, gennaio 1966, p. 2.
2 Ivi, p. 3.
3 Ibidem.

[Fonte: Il Messaggero Avventista, luglio-agosto 2024]

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