Convegno alla Camera dei deputati. I 160 di avventismo tra storia, libertà religiosa e aiuto al prossimo
27 Settembre 2024

Dal Midwest alle Murge, il percorso della chiesa avventista, l’impegno nel campo della libertà religiosa e l’aiuto al prossimo grazie alla Fondazione Vita e Salute, l’Opera sociale e l’agenzia umanitaria Adra 

Il secondo panel dell’evento organizzato nella Sala del Refettorio, alla Camera dei deputati, venerdì 27 settembre, è entrato nel vivo della storia avventista in Italia. Non è facile riassumere 160 anni di presenza della Chiesa nel nostro Paese, ma i relatori hanno saputo dipingere l’immagine di una denominazione attiva e impegnata nel territorio, nonostante le difficoltà e le sfide incontrate.

Excursus storico
Il prof. Tiziano Rimoldi, docente di discipline storiche e giuridiche presso la Facoltà avventista di teologia, ha aperto la nuova serie di interventi e ha ripercorso il lungo cammino di fede della Chiesa avventista dal Midwest, negli Stati Uniti d’America. Nel 1863 a Battle Creek (Michigan), nasce ufficialmente la Chiesa avventista del settimo giorno. Il primo testimone del messaggio in Europa, Michael Belina Czechowski, scelse di iniziare il suo viaggio nelle Valli Valdesi, nell’estate del 1864.  

Il prof. Rimoldi ha raccontato l’avventura e il percorso missionario dei numerosi emigranti che ritornarono dagli Usa portando il messaggio avventista nelle loro terre d’origine, in Italia. Si è poi soffermato sul ventennio fascista e sulle difficoltà vissute dai tanti protestanti che subirono angherie e discriminazioni. Il pastore avventista Gianluigi Lippolis fu condannato per vilipendio in un periodo in cui le relazioni ecumeniche erano un miraggio. Rimoldi si è soffermato sul momento dell’Intesa, ricordando la scelta di non destinare l’Otto per mille alle esigenze di culto ma alle attività sociali, culturali e umanitarie. 

Percorso di libertà
La parola è passata a Davide Romano, direttore del Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa e dell’Istituto Universitario Avventista di Firenze. Romano ha proposto una riflessione sulla Chiesa avventista e la libertà religiosa in Italia. Ha ricordato il contributo di Gianfranco Rossi e di tanti evangelici in prima linea nella promozione della libertà religiosa e del pluralismo.

Rossi capì, meglio e più di altri della sua generazione, che per promuovere il diritto di libertà religiosa e di coscienza occorreva costruire relazioni proficue, cordiali e franche con i rappresentanti delle altre istituzioni religiose e civili. Ebbe contatti con ministri e onorevoli per risolvere casi di libertà religiosa. Ha poi raccontato dello scambio epistolare con l’on. Giulio Andreotti quando era Ministro della Difesa, per chiedergli di intervenire a favore di un giovane avventista di leva, Cateno Laversa, che osservava il sabato. Era stato denunciato al tribunale militare per disubbidienza, allora Rossi ha scritto ad Andreotti che fece diramare tre circolari alle tre forze armate per la libertà del sabato per i militari avventisti. Così il giovane non è stato condannato ma assolto.

Rossi scrisse una lettera di ringraziamento al Ministro. Questa la risposta di Andreotti: “Chiarissimo dottore, la ringrazio per la sua lettera. Io non ho fatto che il mio dovere e penso che sarebbe assurdo contrastare l’assolvimento dei doveri religiosi dei giovani proprio mentre tutti riconosciamo che i mali peggiori del mondo derivano dalla irreligiosità e dall’ateismo”.

Romano ha concluso citando anche Aldo Moro che si spese per risolvere altre problematiche relative al tema della libertà religiosa.

Salute olistica
L’intervento del past. Giuseppe Cupertino, direttore dell’Opera Sociale Avventista, ha fatto il punto sul valore delle persone, sulla storia di tanti che ci hanno permesso di essere qui, ed è da questo assunto che parte il percorso e le ragioni d’essere dell’Ente diaconale della denominazione. “Cosa si fa aspettando il Regno che viene? Ci si prepara?” ha sottolineato il past. Cupertino, ponendo l’attenzione sulla necessità del prendersi cura di sé, dell’altro e dello spazio che abitiamo. Centrale è l’insegnamento della temperanza, il rispetto del proprio corpo, in una visione olistica, astenendosi dall’alcol, dal tabacco con una visione del corpo come tempio di Dio. Da lì, la creazione di luoghi di cura, dalla prima realtà sanitaria di Kellog, dove metterà a punto i celebri cereali e il burro di arachidi.

Il percorso dell’avventismo passa dalle “blue zones”, le aree dove le persone sperimentano una vita longeva.  Anche in Italia, nel 1952, esce la prima rivista Vita e Salute, una novità editoriale che riflette sui temi del vegetarianesimo e della salute, seguita dalla Lega Vita e Salute, dai percorsi per invitare a smettere di fumare, alle proposte di legge su iniziativa popolare come quella sul controllo dello zucchero. Cupertino ha poi citato le iniziative di Adra, l’agenzia umanitaria avventista molto attiva anche in Italia.

Aiutare le persone diventa il focus della Chiesa avventista, un mandato rivolto a tutta la collettività che prosegue ancora oggi grazie ai fondi dell’Otto per mille, utilizzati esclusivamente per fini sociali, umanitari, culturali, non per spese di culto. Il direttore dell’Opera Sociale Avventista ha inoltre presentato la nuova edizione del Bilancio Sociale, un documento trasparente che raccoglie i numeri, i servizi, le attività dei vari dipartimenti e delle realtà della denominazione.   

 

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