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Francesco Zenzale – “…Ecco, ha vinto il leone della tribù di Giuda, il discendente di Davide; egli dunque aprirà il libro e i suoi sette sigilli… un Agnello come immolato” (Ap 5:5,6).

Gesù, il leone della tribù di Giuda, il Germoglio di Davide: richiami che evidenziamo la regalità, la forza e il coraggio come anche la discendenza genealogica di Gesù (Genesi 49:9). Sin dalle più remote età, era stato predetto che l’unico che avrebbe dato vita, significato al silenzio, a ciò che ormai tutto si riduce in polvere è Gesù Cristo. Gesù è l’unica certezza della vita.

Gesù, l’agnello che “pareva immolato in mezzo al trono”. L’immagine paradossale del leone e dell’agnello, che insieme non convivono, mira ad annunziare in modo realistico l’inaudito messaggio del Cristo crocifisso e nel contempo risorto, in altre parole un agnello forte. In Gesù Cristo, Regno di Dio inaugurato, il leone e l’agnello mangeranno assieme (Isaia 65:24-25). Due persone che si odiavano, che si detestavano, si amano, s’incontrano, si vogliono bene; il debole e il forte, il ricco e il povero, genitori e figli (Malachia 4:6) insieme per l’eternità.

L’immagine dell’agnello, che pareva essere immolato, ci ricorda l’esperienza salvifica del popolo d’Israele legata al rituale del santuario, dove il pio israelita, per il perdono dei suoi peccati, portava con sé un agnello, puro, senza macchia e difetto alcuno; entrava nel santuario, lo sgozzava alla presenza del sacerdote, il quale, poi, spruzzava il sangue sulla tenda (cortina) che separava il luogo santo dal luogo santissimo. Tutto questo era simbolo della salvezza per grazia, che Dio avrebbe operato nella persona di suo figlio.

“L’agnello è fornito anche di sette occhi, i simboli della pienezza dello Spirito (v.6). Questa figura rappresenta, in modo evidente, Cristo Gesù, il Messia, figlio di Davide, leone di Giuda (v.5), vincitore della morte e del male proprio grazie alla sua umiliazione e alla sua morte. Giovanni vede l’agnello avvicinarsi al trono divino e impadronirsi del famoso libro sigillato: ‘Egli venne e prese il libro dalla destra di colui che sedeva sul trono’ (v.7). Gesù Cristo sta in piedi alla destra di ‘colui che è seduto sul trono’, scena che l’apostolo Pietro vede compiersi durante la Shavuoth, festa delle settimane (Pentecoste), che egli interpreta come l’intronizzazione di Gesù Cristo dopo la sua risurrezione: ‘Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato, di ciò, noi tutti siamo testimoni. Egli dunque essendo stato esaltato alla destra di Dio e avendo ricevuto dal Padre lo Spirito santo promesso, ha sparso quello che ora vedete e udite’ (Atti 2:32-33). (J. Doukhan, Il grido del cielo, p. 68-70).

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