ARnews/Notizie Avventiste – Il segretario esecutivo della Chiesa mondiale, G.T. Ng, ha invitato ogni avventista a prendersi cura attivamente dei nuovi membri per arginare così la tendenza all’abbandono. Sembra infatti che un nuovo membro battezzato ogni due esce dalla chiesa.
Stamattina, 9 ottobre, Ng ha presentato la sua relazione ai dirigenti avventisti durante il Consiglio annuale in corso a Silver Spring, in Maryland (USA). Nel suo messaggio ha affermato che gli incontri evangelistici e i battesimi sono fondamentali per realizzare il grande mandato assegnato da Gesù alla chiesa: «Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli» (Mt 28:19,20).
Ma ha anche aggiunto che nutrire i membri è altrettanto importante.
«Battesimo e cura vanno di pari passo», ha affermato Ng, nella sala gremita, «Il battesimo senza la cura spirituale della persona è incompleta, e la cura senza il battesimo è irresponsabile».
La fuoriuscita dei membri è cresciuta negli ultimi 15 anni. Nel 2000, 43 membri da poco battezzati su 100 finivano per lasciare la chiesa, secondo i dati forniti dall’Ufficio archivi, statistiche e ricerca (Office of Archives, Statistics, and Research). I dati più recenti indicano che 49 su ogni 100 nuovi membri alla fine vanno via.
«Questo tasso di apostasia del 49 per cento è allarmante ed è una grave perdita di risorse umane e finanziarie della Chiesa», ha spiegato Ng in una email alla rivista Adventist Review, «Che cosa succede a un esercito che ha il 49 per cento di diserzione tra i suoi soldati? Che cosa succede a una scuola in cui il 49 per cento degli studenti abbandona le classi? Che cosa succede a una fabbrica, quando il 49 per cento degli operai decide di disertare?».
Ancora peggio, ha aggiunto, i membri che escono a volte sono dimenticati.
«Una parte del problema circa la fuoriuscita dei membri è la perdita di memoria», ha precisato Ng, «Abbiamo dimenticato la nostra responsabilità collettiva e la responsabilità verso i “neonati” in Cristo. Dopo il battesimo, li lasciamo annegare o nuotare. Ma il battesimo è solo l’inizio del loro cammino cristiano. Il passo successivo è il discepolato, l’obiettivo del grande mandato».
Oggi la Chiesa avventista avrebbe dai 28.500.000 ai 30.000.000 di membri, se nessuno fosse andato via negli ultimi 50 anni, secondo le stime di Ng ricevute dall’Ufficio archivi, statistiche e ricerca. Attualmente la Chiesa avventista conta 19,5 milioni di membri nel mondo. Il segretario esecutivo ha riconosciuto che questo problema non è nuovo ed è stato discusso più volte dai dirigenti della Chiesa avventista. Si tratta di una sfida che rende perplessi anche le altre confessioni religiose.
Ng ha sottolineato il valore agli occhi di Dio di ogni persona che entra a far parte della Chiesa, citando quattro brani scritti da Ellen G. White, tra cui: «Un’anima salvata ha un valore enorme. L’oro e i tesori terreni non sono paragonabili alla salvezza di una sola persona» – Testimonies, vol. 1, p. 512.
Secondo Ng, il rimedio alla fuoriuscita dei membri è nutrirli, prendersene cura spiritualmente , ciò riguarda soprattutto i nuovi membri, da quando sono battezzati fino a quando iniziano a «dare frutti». Il segretario ha poi definito un piano in sette punti per mantenere i membri in chiesa:
– Nutrire fa parte del discepolato.
– Nutrimento ed evangelizzazione sono due facce della stessa medaglia. Ricordando le principali iniziative organizzate dalla Chiesa, come per esempio la campagna evangelistica di tre settimane in Ruanda lo scorso maggio, che ha portato a una cifra record di battesimi (100.777), Ng ha spiegato che l’evangelizzazione è un processo, non un evento: «Un’evangelizzazione di successo dovrebbe continuare per tutto l’anno e dovrebbe impiegare vari mezzi, tra cui programmi di salute, servizi per la comunità e altro ancora».
– Prendersi cura dei nuovi membri dovrebbe diventare parte della cultura chiesa. Dare nutrimento spirituale dovrebbe diventare un modo di vivere nella chiesa locale. Ng ha osservato che la cura dei membri è diventata parte della cultura di molte delle 26.500 comunità avventiste nella Divisione Sudamericana. «Ogni laico della chiesa prende l’iniziativa per garantire il benessere dei nuovi convertiti», ha spiegato Ng, che di persona ha osservato questa pratica durante un tour in Sudamerica nel 2015, «Fanno anche un passo ulteriore per recuperare coloro che non frequentano più la chiesa».
– Nutrire è responsabilità di ogni membro. Ci sono chiese in cui, dopo il servizio di culto del mattino, anziani e diaconi vanno, nel pomeriggio, a visitare i membri assenti.
– Nutrire deve essere intenzionale; deve essere programmato per arginare la perdita dei nuovi convertiti. Ng ha spiegato che la Divisione Asia-Pacifico del Sud e la Divisione Asia-Pacifico del Nord hanno dimostrato intenzionalità nel favorire e far diventare discepoli i nuovi membri: la prima ha un vice presidente che si occupa della cura dei membri e del loro mantenimento in chiesa; la seconda organizza ogni anno un summit sul mantenimento e il recupero dei membri di chiesa.
– La cura dei membri è gestita meglio dal ministero dei piccoli gruppi. Ng ha letto un brano di Ellen G. White tratto da Testimonies for the Church: «Colui che non può sbagliare mi ha presentato la formazione di piccoli gruppi come base dell’impegno cristiano. Se la chiesa è formata da un gran numero di persone, formate dei piccoli gruppi che operino non solo per il bene dei membri di chiesa, ma anche per i non credenti» – vol. 7, pp. 21, 22. «La genialità del ministero dei piccoli gruppi è nel fatto che nutre i nuovi convertiti anche prima che siano battezzati», ha aggiunto Ng. «Dopo il battesimo, la stessa opera di nutrimento continua fino a farne dei discepoli».
– Nutrire spiritualmente richiede un approccio di squadra.
Ng ha detto ai leader seduti in sala che i loro titoli di operai non li rendono le persone più importanti in chiesa. Tale designazione, ha precisato, appartiene al membro laico che a volte è sottovalutato, spesso sottoutilizzato, ma è il bene più grande della chiesa. Sono i membri che devono prendersi cura dei nuovi entrati nella comunità di credenti e raggiungere coloro che sono andati via.
«Ogni membro di chiesa deve essere coinvolto nella prevenzione, per contribuire ad arginare l’emorragia di nuovi credenti. Abbiamo bisogno del coinvolgimento totale dei membri nell’essere mentori di questi nuovi fratelli e sorelle, circondarli di amicizia e proteggerli da tutto ciò che può scoraggiare la loro nuova fede. Questi credenti “neonati”, infinitamente preziosi per il cielo, sono stati affidati alle nostre cure. Sono i vip. Sono la chiesa», ha concluso Ng nella sua email ad Adventist Review.
(Foto: Brent Hardinge/ANN)