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Intorno all’anno 50, l’apostolo Paolo scrive una lettera di incoraggiamento alla giovane comunita’ di Tessalonica che attraversa momenti difficili. Una lettura attenta ci permette di cogliere le “pulsazioni cardiache” delle comunita’ cristiane sul territorio, a confronto con una cultura e un modo di pensare distante da quello giudaico e palestinese. “Aspettando il Signore” e’ una serie di conversazioni radiofoniche a cura del pastore avventista Giuseppe Marrazzo, intervistato da Roberto Vacca, centrate sulla prima lettera ai Tessalonicesi dell’apostolo Paolo. In questa puntata il brano commentato si trova nel capitolo 3, versi da 1 a 5:
Percio’, non potendo piu’ resistere, preferimmo restar soli ad Atene; e mandammo Timoteo, nostro fratello e servitore di Dio nella predicazione del vangelo di Cristo, per confermarvi e confortarvi nella vostra fede, affinche’ nessuno fosse scosso in mezzo a queste tribolazioni; infatti voi stessi sapete che a questo siamo destinati. Perche’ anche quando eravamo tra di voi, vi preannunciavamo che avremmo dovuto soffrire, come poi e’ avvenuto, e voi lo sapete. Percio’ anch’io, non potendo piu’ resistere, mandai a informarmi della vostra fede, temendo che il tentatore vi avesse tentati, e la nostra fatica fosse risultata vana.
Giuseppe Marrazzo e’ autore del libro Il tempo dell’attesa. Riflessioni pastorali sulla prima lettera ai Tessalonicesi, edizioni ADV