Assemblea Mondiale. Uno sguardo all’interno del comitato di nomina
28 Giugno 2015

NAD_CaucusL’Assemblea Mondiale è il maggiore organo amministrativo della Chiesa Avventista del Settimo Giorno e si svolge ogni cinque anni. Nei 10 giorni di lavori sono eletti i dirigenti della Chiesa e si decidono le linee guida sul modo in cui essa dovrà compiere la missione.

Per agevolare l’attività amministrativa ufficiale, gli oltre 2.000 delegati hanno l’importante compito di votare le raccomandazioni dei precedenti incontri del Comitato Esecutivo, il secondo più alto organo di governo della denominazione.

Tuttavia, quando è il momento di eleggere i dirigenti, tra i quali il presidente della Chiesa mondiale, i presidenti delle Divisioni e i direttori dei vari ministeri o dipartimenti, sono selezionati 252 delegati per formare il comitato di nomina. Chi sono questi delegati? Come vengono scelti? Quali sono esattamente le loro mansioni?

Formazione del comitato
Il comitato di nomina è composto da 233 delegati provenienti dalle 13 Divisioni e da 19 delegati della sede mondiale della Chiesa, nota anche come Conferenza Generale (CG).

Il procedimento elettorale ha inizio con l’elezione del comitato di nomina, che si forma subito, nel primo giorno dell’Assemblea Mondiale. I delegati, infatti, si riuniscono nei gruppi (o caucus) delle rispettive Divisioni. Ogni Divisione può inviare il 10 per cento dei suoi delegati nel comitato di nomina. La Conferenza Generale, dal canto suo, può inviare l’8 per cento dei suoi delegati. Altro fattore importante, quando si tratta di scegliere i delegati per il comitato di nomina, è che essi siano debitamente accreditati e presenti all’Assemblea Mondiale.

Inoltre, i delegati scelti per far parte del comitato di nomina non possono essere eletti alle cariche dirigenziali della Conferenza Generale e delle Divisioni (presidente, vicepresidente, segretario, sottosegretario, segretario associato, tesoriere, vice tesoriere, tesoriere associato, direttori dei dipartimenti, responsabili del Servizio Auditing) e a quelle di officer delle Divisioni. In altre parole, se un delegato ricopre già un incarico e ha probabilità di essere riconfermato all’Assemblea, non può far parte del comitato di nomina. Nasce spontanea una domanda: “Chi rimane allora per farne parte?”. I comitati di nomina sono pieni di presidenti e dirigenti delle Unioni e delle Federazioni, da membri laici, dai responsabili delle istituzioni (scuole, ospedali, sanatori ed Ellen G. White Estate).

Attori chiave nel comitato di nomina
I 252 membri del comitato di nomina, una volta scelti, vanno in una stanza privata dove iniziano subito a svolgere le proprie funzioni, cominciando con la designazione di presidente, vicepresidente, segretario e segretario associato del comitato. Appena eletto, il presidente del comitato di nomina si insedia e si procede alla scelta degli altri tre ufficiali che vengono informati delle loro responsabilità. A questo punto, il gruppo, diretto dal presidente, inizia il lavoro di selezione dei principali leader della Chiesa.

Bob Kyte, presidente di Adventist Risk Management, nell’Assemblea del 2010 è stato presidente del comitato di nomina. Per lui, un elemento da considerare è la diversità presente nella stanza, non solo in termini di più lingue, ma anche di prospettive differenti sui migliori metodi che il comitato può adottare nel processo di selezione dei nomi.
“Una delle sfide più grandi era cercare di mescolare le culture di tutto il mondo su come si svolgono i compiti nella Chiesa”, ha affermato Kyte.

L’inglese è la lingua ufficiale di tutte le sessioni amministrative della Chiesa mondiale, ma ci sono traduttori presenti durante le riunioni del comitato per assicurare che le informazioni siano effettivamente comprese da coloro che parlano altre lingue.

Altri due attori chiave del comitato di nomina sono i gestori del sistema elettronico tramite cui si esprimono i voti durante le riunioni. Essi documentano ogni nome proposto e tutti i voti conteggiati per ogni incarico. I loro dischi sono conservati presso l’Ufficio archivi, statistiche e ricerche della Chiesa.

Le nomine
All’inizio di ogni giorno, uno degli ufficiali del comitato di nomina presenta una riflessione spirituale. I leader chiedono la presenza di Dio e la sua guida nei lavori.
“Abbiamo pregato prima di ogni voto, chiedendo al Signore di guidarci nella scelta “, ha affermato Kyte.

Il primo incarico a essere preso in considerazione è quello del presidente della CG. Una volta eletto, il presidente ha funzione di consulente del comitato di nomina per la designazione delle altre cariche. Si scelgono quindi i nomi del segretario e del tesoriere della CG e poi i restanti incarichi.

Deciso un nome, un officer del comitato lo notifica al candidato, ma prima informa della non rielezione chi ricopriva già quell’incarico. A volte, sotto la guida dello Spirito Santo, fa più di una semplice notifica.
“In alcuni casi abbiamo incoraggiato i candidati ad accettare la candidatura”, ha spiegato Cindy Tutsch, direttore associato emerito dell’Ellen G. White Estate, che è stata segretaria del comitato di nomina dell’Assemblea Mondiale 2010.

Notificato il nome, gli officer del comitato di nomina sono scortati nella sala in cui si svolgono i lavori assembleari. Il presidente della sessione in corso interrompe tutto ciò che è in fase di discussione per ascoltare il rapporto del comitato di nomina (che può presentare un nome o un gruppo di candidature).

Sebbene il comitato di nomina abbia il compito di fare solo delle proposte, è raro che i delegati respingano un suo rapporto. Se, dopo lettura del rapporto, un delegato ha delle riserve è invitato nel comitato di nomina per esprimere le sue preoccupazioni. Quindi esce e il comitato decide se mantenere la nomina.

L’interazione della Chiesa
Anche se costituito da un pugno di persone rispetto ai 18,4 milioni di avventisti nel mondo, il comitato di nomina ha un ruolo fondamentale per il funzionamento della Chiesa avventista del settimo giorno. È importante che i 252 delegati scelti siano in sintonia con lo Spirito Santo e riescano ad assegnare tutte le cariche durante l’Assemblea.
“È un privilegio assoluto vedere l’interazione della Chiesa”, ha aggiunto Tutsch.

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