Maol – È stata una cerimonia di chiusura «compact» quella dell’anno accademico 2029-2020 tenuta venerdì 19 e sabato 20 giugno presso l’Istituto avventista di cultura biblica «Villa Aurora» (Iacb) di Firenze. Quindi incontri più brevi, svolti interamente all’aperto per assicurare la distanza di sicurezza, con le mascherine, e la benedizione del bel tempo.
«Siamo stati assistiti dalla Provvidenza» ha esordito Davide Romano, direttore dello Iacb, ai microfoni di Rvs, parlando dell’emergenza Covid-19 che ha costretto docenti e studenti a cambiare tante cose.
«Speravamo nell’assistenza del Padreterno e la salutiamo come piccolo segno della sua attenzione nei nostri confronti» ha aggiunto Romano «È stato un momento complicato anche per la partenza abbastanza improvvisa di molti studenti, soprattutto di quelli americani. Nonostante tutto, e grazie anche alla buona volontà degli operatori che all’interno dell’Istituto si sono dati un grandissimo da fare, portiamo a compimento un anno certamente sui generis ma non privo di gratificazioni e di ringraziamenti al Signore».
Della situazione coronavirus ha parlato anche Tiziano Rimoldi, decano della Facoltà avventista di teologia (Fat): «Grazie al Signore possiamo dire che non abbiamo avuto praticamente nessun caso. Per le misure che abbiamo messo in atto da subito, il nostro campus non ha visto nessun diffondersi di questa pandemia che purtroppo ha cambiato molto la nostra vita. Gli studenti di teologia in massima parte sono rimasti anche per il divieto di spostarsi tra le regioni. Abbiamo dovuto riprogrammare le lezioni a distanza. Grazie ai nostri tecnici, Stefano Pellegrini in particolare che in pochi giorni ha allestito delle piattaforme e ci ha dato addirittura la possibilità di scegliere, ci siamo adattati e, con la pazienza degli studenti, siamo riusciti a portare a termine questo anno accademico, grazie a Dio, in maniera non difficile».
Il venerdì sera
Canti, preghiere e la riflessione biblica del decano, hanno dato il via alla cerimonia del venerdì sera nello splendido parco di Villa Aurora.
«Ho presentato una riflessione biblica partendo dal testo di Luca 13: 1-5, in cui a Gesù viene presentato un atto di violenza compiuto da Pilato nei confronti di uomini della Galilea. Poi Gesù rincara la dose raccontando la storia di una torre che era caduta uccidendo 18 persone. Di fronte alle tragedie della vita, come è stato sicuramente questo Covid, da un lato lasciamo nelle mani di Dio il governo del mondo, noi dobbiamo fare la nostra parte con grande forza ed entusiasmo, rispettare le regole. Nello stesso tempo, il nostro animo non deve essere condizionato dalle situazioni esterne.
Gesù invita a fare tesoro di questo sentimento di ‘sbigottimento’ per canalizzarlo in maniera positiva. Il suo progetto per il futuro è questo: lasciate nelle mani di Dio il futuro inteso come grande, come la storia; invece per quanto riguarda la storia personale il progetto è il ravvedimento, cambiare la nostra vita, cogliere questi momenti difficili per fare un’introspezione, per incontrarci con Dio. Se il mondo va male noi siamo solidali, siamo sensibili, ma nello stesso tempo stringiamo la nostra relazione con Dio. Se questo avviene, ci sarà un contagio positivo. Se c’è ravvedimento dentro di me questo sarà un contagio positivo per gli altri».
Un momento particolare è stato dedicato ai volontari che da diversi anni arrivano da varie parti del mondo nel campus Iacb. Nel ringraziare questi giovani e consegnare loro un attestato di riconoscimento e un piccolo dono per il servizio svolto, l’amministratore dell’Istituto, Gioele Murittu, ha citato una frase dello scrittore indiano e premio Nobel Rabindranath Tagore: «Sparirà con noi ciò che avremo trattenuto, ma ciò che avremo donato resterà per tutti». «Credo che questa sia l’esperienza dei volontari, di questi ragazzi e ragazze che ogni anno scelgono di dare e di donare un pezzo della loro vita a un’istituzione» ha affermato Murittu.
Tutte le attività svolte nel campus durante l’anno accademico sono state riassunte in un video intitolato «Covilla-19», che si può vedere alla fine della registrazione della cerimonia del venerdì sera su Hope Channel Italia (https://hopechannel.it/chiusura-2019-2020-a/) al minuto 55:33.
Il sabato mattina
Il sabato mattina sono state consegnate le lauree, due triennali e due magistrali, agli studenti della Fat.
Ha parlato di «terremoto» la responsabile del Dipartimento di lingua, cultura e arte italiana (DiLcai), Antonietta Riviello, che ha colpito il corso frequentato in gran parte da studenti americani. Allo scoppiare dell’emergenza coronavirus, ragazzi e ragazze sono tornati in patria ma gli insegnanti hanno mantenuto i contatti e tenuto ugualmente le lezioni a distanza.
Sono seguiti momenti di condivisione di esperienze, canti, preghiere e la predicazione del direttore dell’Istituto.
Se tutto ha funzionato anche nel programma all’aperto, un merito va pure a chi si occupa della manutenzione del parco e di tutto il campus. «Con la mia squadra non ci siamo mai fermati» ha detto Salvatore Cavaliere, responsabile della manutenzione dello Iacb «Abbiamo sempre lavorato dato che sono rimasti diversi studenti [durante il lockdown]. Certo, abbiamo usato le precauzioni, muniti sempre di guanti, quando si andava a eseguire delle riparazioni nelle camere. Con attenzione abbiamo continuato il nostro ministero, il nostro servizio per i ragazzi e per l’istituzione».
«Oltre alla pulizia e all’ordine che dovevamo tenere come al solito» ha aggiunto «abbiamo partecipato alle attività di sanificazione di ambienti, entrate, maniglioni e tutta una serie di altre cose. Anche la sala da pranzo è stata sistemata in modo da rispettare la distanza di un metro e mezzo, e la mensa ha funzionato per tutto il tempo».
«Voglio ringraziare la squadra che lavora nel parco» ha concluso Cavalieri «per il lavoro svolto nei dettagli in vista di questa festa di chiusura».
I progetti di due studenti
«Il mio progetto è frequentare i cinque anni della Fat» ha spiegato Deborah Giombarresi, che ha appena concluso il suo secondo anno alla facoltà di teologia «e integrare la psicoterapia, la sanità mentale, con la teologia, con la spiritualità. Tutti noi siamo corpo, mente e spirito. Siamo disposti a curarci da un punto di vista fisico, per la mente siamo ancora reticenti e lo psicoterapeuta è considerato ancora una figura quasi astratta e da evitare. Del benessere spirituale cerchiamo di prenderci cura ma con delle reticenze».
«Questo è l’ultimo anno per me» ha affermato Michele Lo Porcaro, laureato al quinto anno della Fat. Nel suo futuro vede un impegno di servizio nella chiesa con «un’attenzione particolare alle fasce più giovani. Devono diventare la priorità» ha detto, nella cura pastorale delle comunità.
Il prossimo anno accademico
Come sarà il prossimo anno accademico? «Probabilmente, cominceremo i corsi in presenza sia per gli studenti di teologia sia per quelli americani» ha affermato Rimoldi «Regolarmente a settembre; forse slitterà l’inizio di una o due settimane, in realtà è probabile che cominceremo da dove abbiamo lasciato, mantenendo tutte le precauzioni del caso».
Quest’anno lo Iacb festeggia 80 anni, fu aperto infatti nel 1940. Gran parte di questi anni sono stati vissuti nella sede di Villa Aurora. «È una grande benedizione» ha aggiunto il decano «Questo posto ha tutti i vantaggi: un luogo bellissimo, carico di storia, pieno di natura, nello stesso tempo vicinissimo al centro della città. È una sistemazione veramente idilliaca! Villa Aurora è un’esperienza a tutto tondo. Invito tutti i giovani della nostra Chiesa a valutare se il Signore non li stia chiamando a venire qua, per vivere veramente un’esperienza fantastica. Venite a Villa Aurora!».
sperando di non recarvi disturbo, nelle prossime settimane l’Istituto avventista di cultura biblica vi invierà a mezzo posta ordinaria delle brochure promozionali concernenti l’offerta formativa della Facoltà avventista di teologia e la possibilità di svolgere del volontariato a Villa Aurora, a Firenze. Saremo a vostra disposizione per rispondere ad ogni possibile domanda ulteriore, che potrete inviare a info@villaaurora.it.