Figlia di un pastore avventista, morì a poche settimane di vita uccisa da un dingo in un campeggio a Uluru. La saga delle ricerche, delle accuse contro la famiglia Chamberlain e dei processi divise il Paese. La storia dell’ingiustizia subita divenne un film, “Un grido nella notte”, con protagonisti Meryl Streep e Sam Neill.

Notizie Avventiste – Azaria Chamberlain avrebbe compiuto 40 anni la settimana scorsa. Aveva due mesi quando un dingo la portò via dalla tenda dei suoi genitori durante un fatale campeggio a Uluru (o Ayers Rock), in Australia, nell’agosto del 1980. La piccola era nata in una famiglia avventista e suo padre Michael era pastore della chiesa di Mt Isa, nel Queensland, dove viveva con la moglie Lindy e i loro tre figli.

La notizia della scomparsa della bambina riecheggiò in tutto il mondo e scatenò una serie di speculazioni secondo cui i Chamberlain, appartenendo a una confessione allora poco conosciuta dagli australiani, quella avventista, avessero ucciso la figlia in una sorta di sacrificio rituale. Questo pregiudizio religioso alterò la percezione pubblica e le vicende giudiziarie che seguirono, con conseguente condanna di Lindy Chamberlain per omicidio. La donna trascorse tre anni in carcere; Michael, invece, ebbe la sospensione condizionale della pena.

I Chamberlain e i loro sostenitori lottarono con incredibile tenacia perché fosse fatta giustizia e, dopo il ritrovamento di prove che confermavano il racconto di Lindy sulla scomparsa della figlia, la donna fu liberata e il verdetto ribaltato. Le battaglie legali continuarono fino al 2012, quando un coroner emise la sentenza ufficiale: il responsabile della morte di Azaria era un dingo.

Nel periodo in cui scomparve Azaria, infatti, i ranger del parco dove si trova il famoso monolite di arenaria e il vicino campeggio erano in allarme per la pericolosità dei branchi di dingo nella zona. Il capo ranger scrisse ai suoi superiori avvertendo che “i bambini piccoli e i neonati devono essere considerati possibili prede” e avvisando che gli animali più feroci dovevano essere abbattuti.

Non fu preso in considerazione, anzi, tutte le copie della sua lettera furono in seguito rimosse dal fascicolo del dipartimento, un insabbiamento per sventare qualsiasi tentativo di renderlo pubblico.

A ricordare tutto questo è John Bryson dalle pagine del quotidiano The New Daily. Bryson è l’autore del libro Evil Angels: The Case of Lindy Chamberlain, da cui fu tratto il film “Un grido nella notte”, interpretato da Meryl Streep e Sam Neill.

“Se, come prevedevano i ranger, il loro dipartimento avesse reagito all’avvertimento e messo sotto controllo i branchi, le numerose famiglie che si recavano ad Ayers Rock durante l’anno avrebbero potuto godersi le visite senza paura” afferma Bryson “E una bambina in fasce sarebbe diventata adulta, si sarebbe sposata, avrebbe cresciuto dei figli e la maggior parte di noi non ne avrebbe mai sentito parlare”.

Dopo la vicenda e il tragico errore giudiziario, la vita della famiglia Chamberlain cambiò radicalmente. Lindy si trasferì negli Stati Uniti e Michael lasciò il pastorato, ma rimase membro della Chiesa avventista, e dedicò il resto della sua vita alla lotta per la giustizia e contro i pregiudizi e le persecuzioni. Fu insegnante nelle scuole indigene australiane e autore di vari libri.

In occasione della morte di Michael, che si è spento nel gennaio del 2017 ammalato di leucemia, Bryson aveva commentato: “Fu trattato in modo vergognoso da agenzie governative insensibili ed egoiste e da noi, il pubblico. Merita le nostre scuse. Se prendiamo le distanze dalle ondate di ignoranza e malizia, e ci avviciniamo alla compassione e all’indignazione [di fronte all’ingiustizia], diventeremo una società migliore”.
[LF]

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