Notizie Avventiste – La dott.ssa Ann Liebert, ricercatrice del Sydney Adventist Hospital, ha vinto il Rosalind Franklin Society Award in Science per il suo articolo che dimostra come la terapia della luce sia efficace nel ridurre i segni clinici del morbo di Parkinson (MP). Lo studio, vincitore del prestigioso premio, si intitola “Trattamento di fotobiomodulazione a distanza per i segni clinici del morbo di Parkinson: una serie di casi condotti durante il Covid-19”, ed è stato pubblicato sulla rivista Photobiomodulation, Photomedicine, and Laser Surgery nel 2021. È il primo documento di questo tipo a dimostrare il meccanismo della fotobiomodulazione remota (Pbm) per aiutare con i sintomi dell’MP.

L’MP è una malattia neurodegenerativa progressiva per la quale non esiste una cura e ci sono poche opzioni di trattamento. Esiste un forte legame tra l’asse microbioma-intestino-cervello e l’MB.

La Pbm nei modelli animali può ridurre i segni della malattia di Parkinson e proteggere i neuroni se applicata direttamente alla testa o a parti del corpo.

Lo studio della dott.ssa Liebert, condotto presso la Photobiomodulation Therapy Clinic del Sydney Adventist Hospital, ha riguardato sette partecipanti che sono stati trattati con Pbm all’addome e al collo tre volte a settimana per dodici settimane. Al momento dell’iscrizione, i partecipanti sono stati valutati su mobilità, equilibrio, capacità cognitive, motricità fine e senso dell’olfatto, dopo dodici settimane di terapia in una clinica e trentatré settimane di trattamento domiciliare.

È stato dimostrato che un certo numero di segni clinici del morbo di Parkinson risultano migliorati dopo la terapia della fotobiomodulazione remota, tra cui mobilità, capacità cognitive, equilibrio dinamico, il test di disegnare una spirale e il senso dell’olfatto.

“Il nostro studio mostra che la Pbm ha dimostrato di essere un trattamento sicuro e potenzialmente efficace per una serie di segni e sintomi clinici dell’MP” ha affermato la dott.ssa Liebert “I miglioramenti sono stati mantenuti per la durata della terapia e fino a un anno, in una malattia neurodegenerativa in cui è generalmente previsto un declino. Nessun altro trattamento ha raggiunto questo obiettivo”.

“Diversi studi hanno osservato che il microbioma intestinale nei pazienti con Parkinson è radicalmente alterato, con alcune proteine che viaggiano dall’intestino al cervello. La disbiosi intestinale indica una malattia infiammatoria. L’applicazione di luce sullo stomaco stimola il corpo a produrre sostanze chimiche antinfiammatorie. Una volta che l’infiammazione si è ridotta, il corpo entra in omeostasi e può produrre effetti clinici positivi” ha aggiunto.

La dottoressa si è detta onorata di aver vinto questo premio e ha ringraziato il Sydney Adventist Hospital, “in particolare il prof. Geoffrey Herkes, mio mentore, co-ricercatore e capo della ricerca presso l’ospedale, per aver supportato il mio lavoro e consentito a questa innovazione clinica di cambiare la terapia di molte persone nel mondo”.

Clicca qui per consultare l’articolo completo della dott.ssa Liebert.

[Fonte: Adventist Record]

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