Campo estivo 2023 dei giovani avventisti in Liguria
11 Settembre 2023

Si è svolto a Borzonasca, dal 20 al 27 agosto.

Ismaele Di Maggio – In principio era l’imbarazzo dei nuovi arrivati e l’estro dei veterani. Poi è avvenuto quel sottile miracolo che si ripete puntualmente ad ogni campeggio. Così, la voglia di stare insieme, in nome di un Dio meraviglioso, mette in contatto tra loro ragazzi diversissimi per carattere e per vissuto, ognuno speciale nel suo carico di esperienza.

Siamo al Belpiano Campus, una struttura per vacanze del Comune di Borzonasca, a due passi dalle montagne del Parco dell’Aveto, a mezz’ora dal mare della Riviera di Levante. I rintocchi che risuonano dal campanile della chiesetta, inglobata in un complesso di ostelli e campi da gioco, scandiscono i sette giorni di un programma opulento di emozioni. Tempestivi din don dan che sono croce e delizia, a seconda dell’istante in cui fanno capolino nel planning di questo evento.

Siamo in cinquanta, tra ragazzi e staff, provenienti da tutta Italia. Qualche cognome lungo la lista degli iscritti ci rimanda a nazioni lontane o a territori che attraversano una situazione politica complicata, ma poco importa. Come ci suggeriscono lo slogan di quest’anno, “Incontri con Gesù”, e l’inno tema scelto in corsa, “Parlare con te”, abbiamo una voglia matta di imbatterci in Lui. Di chiacchierarci non soltanto nella maniera canonica dell’emissione della voce, o nella modalità silenziosa di una preghiera. E allora come? Tranquilli, a breve spoileriamo tutto.

Il messaggio spirituale e la talpa 
Scovare un sabotatore tra i campisti, un delatore incaricato dallo staff già durante la fase preparatoria del programma settimanale, è stato un leggero diversivo in un mare di attività. La talpa ha ricevuto la missione non proprio umanitaria di nascondere oggetti utili alla comunità, imbrattare vetrate con il dentifricio, instillare quella dose minima di tensione durante le gite fuori porta, utile a declassare il gradimento generale della trasferta di qualche punto rispetto al pieno di like. Però, la bestiola si è mossa nel backstage del campeggio con alcuni diktat imposti dagli autori. Uno fra tutti, non sottrarre cibo spirituale durante i brevi sermoni delle ore 8.30, presentati in rotazione dai ragazzi. Secondo: nessuna ingerenza negli spazi di riflessione biblica sotto l’ombra della pineta.

Gli appuntamenti giornalieri tra i sei Family Group con il nostro ospite spirituale, Jonatan Tejel, attuale direttore del Dipartimento della Gioventù della Divisione intereuropea (Eud), sono stati simili alle acque della regione che ci ha accolti, ovvero fucine di insegnamenti “profondi” e “salati”, da intendere nell’ottica evangelica di Matteo 5:13. Tra le righe, però, Jonatan ha evocato tutte quelle situazioni in cui, prima o poi, si presentano degli “intrusi” nel nostro percorso, imprevisti spiacevoli che vanno ben oltre un innocuo gioco di ruolo. Persone o sentimenti negativi che hanno boicottato (e continuano a farlo) un progetto divino pensato per l’uomo all’insegna di un’eternità pacifica.

A iniziare dal pregiudizio che connota la vicenda della Maddalena e che ancora oggi rappresenta la cifra che definisce il nostro rapporto con gli altri. La “fifa blu” dei discepoli che non riconoscono la sagoma di Gesù, a ridosso della loro imbarcazione, mentre il vento soffia forte. Paura che continua a ottenebrare la nostra visuale in questa società. L’ingratitudine dei due fratelli della parabola del “Figlio prodigo”, che Jonatan, come un abile drammaturgo, divide in tre atti, nel corso dei quali entrambi i giovani non vengono scagionati. Vivere nella casa del padre non è un segno distintivo di appartenenza, se il cuore non è predisposto al bene. Il minore scappa dal focolare anticipando la riscossione della sua parte, ma poi si pente e torna. Il maggiore, per ripicca, non partecipa alla festa per il “piccolo” ritrovato.

Gesù lascia un finale aperto a noi uomini, che siamo proprio come i protagonisti della storia, un po’ fuggitivi e un po’ familiari invidiosi. Ma esiste sempre un “piano B”, poiché possiamo contare su un Papà che tifa per noi e opera nelle nostre esistenze. Proprio come un fotografo degli anni ’90, Dio trasforma i momenti bui in nuove opportunità e sogni; alla stessa stregua della fase di sviluppo di una camera oscura, quando nel secolo scorso, era proprio quello il luogo che donava colore e luce alle istantanee dei migliori anni della nostra vita.

L’ uragano Paul (sosteniamo la lingua dei segni) 
Le pillole Lis (Lingua dei segni italiana) sono state delle parentesi tra apprendimento e tenerezza, perfettamente inserite nel programma. Abbiamo imparato come “rendere segni” le lettere dell’alfabeto, verbi come giocare e volere, saluti come “buongiorno, buon sabato, Dio ti benedica”. A coadiuvarci in questi brevi tutorial è stata Francesca Dalfino, responsabile dei Ministeri Avventisti in favore dei Sordi (Mafs) di Palermo.

Francesca è arrivata dalla Sicilia con il suo trolley, e con un “regalo” speciale in più. Una forza della natura di un metro e novanta. Un uragano di nome Paul, da cui ciascuno di noi, nessuno escluso, si è fatto travolgere volentieri. Ghanese, 22 anni, questo ragazzone sordo, ma con un sorriso e una simpatia difficilmente replicabili umanamente, è figlio di genitori udenti. Anche i suoi fratelli sono udenti e vivono in Africa. Abita nel capoluogo siciliano con papà e mamma da quando aveva un anno. Conosce la chiesa avventista di Palermo nel 2021, grazie ad un evento sportivo organizzato da Adra. Da allora comincia a seguire i culti del sabato mattina, dotati di traduzione Lis, e collabora attivamente ai corsi base Lis organizzati dai Mafs Palermo in collaborazione con Michela Dolce, responsabile nazionale dei Mafs e docente Lis. La sua presenza tra noi, è stata un valore aggiunto, e ci ha permesso di abbattere due barriere, quella razziale e l’altra eretta da una società ancora impreparata rispetto alla disabilità uditiva. La preghiera di Paul, il sabato mattina nella lingua dei segni, è stata un tuffo al cuore bellissimo, per tutti noi!

Attività sociale: canzoni e abbracci gratis al parco! 
Nel pomeriggio di sabato 26 agosto, raggiungiamo Viale Caduti senza Croce nella vicina Chiavari, consapevoli di essere forniti di tutto l’occorrente: t-shirt azzurra con slogan al petto “Incontri con Gesù”, centinaia di versetti biblici scritti con cura dai nostri “artisti di strada” su altrettanti bigliettini colorati, strumenti musicali e uomini-e-donne-sandwich, avvolti da cartelli “Free Hugs”, pronti a “colpire duro” la cittadinanza con morbidi “abbracci gratis”.

Formiamo un grande cerchio, preghiamo, e ci dividiamo in due gruppi. In piazza si canta “Padre”, “E ci sei tu”, “Prince of Peace”, “Eccomi”, “Blessed be your name”. In giro per il centro, l’altra metà di noi testa con il contatto umano di due braccia che avvolgono perfetti sconosciuti, quanta sofferenza sedimentata ci sia tra le persone e quanto basti davvero poco per provocare una reazione commossa. Riceviamo anche diversi “no, grazie”, in parte “figli” della pandemia appena passata che ha scolpito nell’intimo della gente, tra le varie ferite, anche la fobia per un gesto così semplice, seppur poco convenzionale. Concludiamo l’uscita con un rito estemporaneo: ogni campista ha voluto segnare il suo passaggio presso questo grazioso parco, sfilandosi una scarpa e posizionandola dinanzi al sagrato del Monumento ai Caduti senza croce, dedicato a tutti i dispersi di guerra.

Attività e gite 
Edoardo, del Bubble Football Milano, ci ha aiutato per l’attività di Bubble Soccer di lunedì, e Virginia Barone in quella di yoga del mercoledì. Abbiamo visitato località magnifiche come Camogli e San Fruttuoso, grazie alla società Golfo Paradiso; e la Baia di Paraggi, con le divertentissime attività di snorkeling, Sup e kayak tramite la società Outdoor Portofino.

Molto apprezzate sono state le attività interne: calcetto, pallavolo, basket, il quiz “Avanti gli altri!”, l’“Asta dei valori”, la serata “Street Food”, il “Water Party”, “La talpa”, l’efficiente servizio bar e il graditissimo “momento torta” del sabato sera.

Saluti finali 
Non sono mancati gli applausi finali a tutto lo staff di organizzatori e animatori, past. Alan Codovilli (direttore del campo), past. Daniele Passaretta, Gabriella Barbuscia, Romina Perrone, Ismaele Di Maggio; ai bravissimi cuochi, Maria Santarelli e Mario Bencivenga; all’ospite spirituale, Jonatan Tejel, e alla gentile moglie, Daniela Sciarabba; e, infine, alla regia celeste che non ci ha mai privato dei suoi riflettori speciali: ti amiamo, Signore!

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