Oreste Papa – Sabato 7 giugno, una settantina di membri e di simpatizzanti appartenenti alle chiese di Gaeta e Cellole, si sono incontrati presso la comunità ghaneana di Castel Volturno (circa 70 membri), per dar vita al terzo incontro distrettuale delle tre comunità affidate alla cura pastorale del past. Davide Malaguarnera.
Un pulman di 54 posti è stato riempito da fratelli e sorelle provenienti da Terracina, Fondi, Sperlonga, Gaeta, Formia, Cellole; altri sono giunti a Castel Volturno con mezzi propri. In tutto i presenti sono stati 176; per la precisione: 19 bambini e 157 adulti.
Questo giorno non poteva essere vissuto meglio, grazie anche alla gioiosità e palpabile consacrazione dei fratelli e delle sorelle ghaneani.
Dopo una serie di magnifici cori, di cui alcuni organizzati e diretti all’impronta da Felix Adado, anche con la «complicità» di coristi estemporanei, è stata presentata l’ospite, Franca Zucca, responsabile nazionale del dipartimento dei Ministeri Femminili, che ha preso la parola per il culto sabbatico.
Il testo biblico di riferimento è stato: «Il Signore eseguirà la sua parola sulla terra in modo rapido e definitivo» (Rm 9:28). Franca ha toccato così un punto nevralgico della relazione fra fede e salvezza: l’urgenza di un autentico risveglio dei credenti, condizione «sine qua non» per la salvezza. Spesso noi credenti, come successe ai discepoli di Gesù, siamo trovati dormienti, cioè non sufficientemente pronti e attivi nella relazione di servizio con Dio e con i fratelli.
C’è un altro pericolo in agguato: il rancore che spesso si forma nel cuore e ci paralizza, rendendoci incapaci di amare e di accogliere lo Spirito Santo. La nostra ospite ha concluso esortando accoratamente i presenti a un autentico risveglio, avvertendo che esso mal si concilia con la presenza del rancore. Spirito Santo e rancore non possono convivere!
Dopo una gustosa agape organizzata, preparata e servita dagli instancabili diaconi, non poteva mancare, in un territorio tenuto così brutalmente in ostaggio dalla camorra, un momento di canti e preghiere cui sono seguite importanti testimonianze di ferma e civile opposizione non solo della chiesa avventista locale, ma anche di due semplici e colte ragazze, Anna Cecere e Maria Cirillo, cittadine di Castel Volturno e non avventiste, che sono riuscite a mettere su un laboratorio di sartoria sociale, «La casa di Alice», in un villino confiscato alla camorra da oltre 10 anni. In esso si realizzano vestiti soprattutto con stoffe provenienti dall’Africa, in particolare dalla Tanzania e dal Burkina Faso, coloratissime e poi elaborate con l’apporto del gusto italiano. Tale attività si avvale anche del lavoro di alcuni giovani.
Infine Franca Zucca ha esposto il programma EndItNow, contro la violenza sulle donne, e risposto alle domande.